Ha perso la maggioranza assoluta, ultimo sondaggio per le elezioni del 4 dicembre quando si scelgono i deputati della Duma, parlamento russo. Ma il big bang col presidente Medvedev (ex suo compagno fedele) è rimandato alla lotta per il Cremlino nel marzo 2012
Putin perde voti e regala per strada cavolfiori come il comandante Lauro regalava spaghetti nella Napoli alle urne 50 anni fa
28-11-2011
di
Daniela Miotto
Mosca – La campagna elettorale si sta infuocando. Le schermaglie sono molto vivaci soprattutto sui ring mediatici. I temi sono quelli di sempre: sanità, istruzione pubblica, problemi razziali, l’aumento delle capacità difensive dello stato, politica estera ed economia, insomma, solito menù. I partiti presenti sono sette ma la vittoria fino a qualche giorno fa sembrava già scritta: “Russia Unita”, partito del premier Vladimir Putin e di Medvedev. Il centro demoscopico Levada ha scompigliato le certezze: si parla di un vistoso calo, solo un 51% (Mosca città addirittura sotto il cinquanta) troppo poco per gli appetiti del potere. Significa che 49 russi su cento preferirebbero qualcun altro. Per convincere questi 49 si sta facendo proprio di tutto. In molte città del paese il partito “Russia Unita” vuole conquistare nuovi elettori facendo vendere a contadini ortaggi sottocosto e, per essere più convincenti, i poveri ambulanti indossano felpe e guidano camioncini decorati dall’orso simbolo del partito. Ricordi di una Italia che fu: la Napoli del comandante Lauro (monarchico), pacchi di spaghetti in cambio di una crocetta nel segreto dell’urna. Per i palati sopraffini a cui non basta qualche cavolfiore a basso prezzo viene presentato il solito clichè: bella ragazza in minigonna che trascina con sguardi maliziosi l’elettore maschio, un pò tonto come al solito, nella cabina elettorale. Ecco la scritta “Facciamolo insieme”. Molti i commenti scandalizzati e soprattutto stanchi dei richiami che puntano su ammiccamento e sesso. Per raccogliere consensi nell’elettorato religioso, nella ex Stalingrado si sono arruiolati sacerdoti ortodossi: devobno convincere i fedeli a votare Putin. Padre Alexei Pluzhnikov racconta di essere stato convocato dai vertici regionale e di essere stato invitato a collaborare per il bene della patria: “Lei ha una tale influenza psicologica…ci aiuti a far votare per Russia Unita”. Diplomaticamente il padre ha invocato le regole della dottrina ortodossa: vieta di collaborare con lo stato indicando leader o partiti politici. Speriamo che le ritorsioni non siano troppo dure. Ma la vera battaglia sarà il 4 marzo 2012, elezioni presidenziali, mach sarà tra Putin e Medvedv. La rivalità tra i due è ormai chiara. L’ex delfino vuole camminare con le proprie gambe per dimostrare di non essere un burattino. La questione scottante è che il partito “Russia Unita” è percepito come cricca di burocrati e faccendieri attenti solo ai propri interessi, reputazione dell’intera classe politica pessima (noi Italiani ne sappiamo qualcosa). Per correggere il tiro Medevev ha lanciato il Fronte Popolare: raccoglie personalità della società civile nella speranza di cambiare lo slancio della politica. L’imboscata è però dietro l’angolo visto che molto “generosamente” è stato messo da Putin a guida della lista parlamentare che rischia di perdere o quanto meno di ridimensionare la maggioransa. L’aria che tira non conforta e Putin manda avanti lui.. Ora che i consensi per il partito calano è facile fare i generosi per scaricare le eventuali responsabilità della sconfitta o ridimensionamento. Impensieriscono il tandem i comunisti di Zjuganov: moltiplica i consensi con un blog anti-corruzione che raccoglie le proteste verso il grande partito . Poi c’è “Russia Giusta“ mix tra pensionati socialisti-populisti. Preoccupa, soprattutto, l’incremento di consensi del partito ultranazionalista di Zhirinovksi.
La campagna elettorale era iniziata con Putin spericolato motociclista, “chiodo” di pelle nera a cavalcioni di una grintosa Harley Davidson, ma è finito nei fischi di un ring diurante un incontro di pugilato: Putin vi era salito per dire le solite parole subito sommerse da urla di disapprovazione. Notizia che ha fatto il giro i del mondo ma la cosa sconcertante è stata la stampa di Mosca: in buona parte non ha ignorato la notizia o l’ha minimizzat.a, senza parlare della Tv Russia2. Ha coperto i fischi facendo dire al portavoce di Putin: solo “whistle of pleasure”, fischi di piacere! Divertire leggere il giorno dopo sui media stranieri la dura verità: erano fischi veri, eccome. Sintetizzano umori non confortanti per il potere. Vedremo quanto i voti saranno contati.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare