Fonte: www.venetoinfo.it
Vivo nella provincia di Napoli dal Marzo del 2003 e lavoro a Roma.
Oggi mi sento Campano quasi come un Campano verace. Da quasi sette anni quindi, sono costretto ad un estenuante pendolarismo quotidiano in treno da Napoli a Roma per evitare di sottrarre troppo tempo agli affetti familiari.
In questi quasi sette anni di attività pendolare mi sono sempre chiesto come mai nessun napoletano avesse mai avuto l’idea, ma ancor di più, l’esigenza di organizzare un movimento, un comitato, un’associazione di persone per far emergere i disagi di tutti i pendolari campani.
Me lo sono chiesto così intensamente che nel 2007 sono stato io stesso, spronato e coadiuvato da un paio di colleghi pendolari, a creare l’Assopendolari, la prima associazione di pendolari Napoli-Roma, che tuttora rappresento.
Lo scopo dell’iniziativa era di interfacciarsi con le istituzioni per risolvere gli innumerevoli disagi patiti da questa categoria.
Ho combattuto lo scetticismo di molti colleghi pendolari, mi sono scontrato con molti di loro assuefatti ad un costume diffuso nella regione, esasperato dalle critiche del “tanto non cambia nulla” ma io non mi sono fermato.
Nonostante i disagi subiti quotidianamente, le difficoltà create da Trenitalia, i ritardi continui, le condizioni igieniche dei treni, abbiamo cercato di far valere i nostri diritti.
Di solito la parola “diritto” va a braccetto con la parola “istituzioni”: in Campania no! In Campania la parola istituzioni sembra andare a braccetto solo con la parola “profitto” e “interessi personali”.
Non ci credevo qualche anno fa, ne sono certo adesso!
Sono dovuto diventare campano per rendermene conto.
Da più di un anno abbiamo chiesto alle istituzioni regionali un aiuto, tra cui anche quello economico, visto il prezzo pagato mensilmente da ogni pendolare, 300 euro ma verso un ennesimo aumento che porterà il costo dell’abbonamento a 420€/mese. Le nostre richieste di aiuto sono sempre finite nel dimenticatoio.
Nel gennaio scorso ci fu data una speranza quando l’attuale Presidente del Consiglio Regionale, On. Sandra Lonardo, che ancora oggi ringraziamo, ha accolto la nostra richiesta di audizione presso la sala consiliare.
Dopo aver esposto i nostri problemi e richiesto un tavolo con istituzioni e Trenitalia, abbiamo ricevuto la rassicurazione di un interessamento da parte della Regione.
Giunto aprile, senza ulteriori notizie, abbiamo risollecitato un incontro, ottenuto e culminato con un ordine del giorno in cui la Regione Campania si impegnava ad organizzare questo benedetto tavolo.
Siamo arrivati a ottobre, gli aumenti sono alle porte, e dal Centro Direzionale di Napoli, sede istituzionale del Consiglio Regionale, nessun rumore.
Dopo l’ultimo sollecito telefonico da parte del sottoscritto, direttamente alla Presidente del Consiglio Regionale, mi è stato risposto che il governatore Bassolino, all’improvviso tirato anch’egli in ballo, non risponde alle richieste del consiglio regionale in materia pendolari.
Sembra che anche gli sforzi dell’unica carica che ci ha dato udienza, finiscano nel dimenticatoio.
Capisco che i problemi da risolvere al palazzo sono altri e ben più delicati del nostro, con tutta l’immondizia che hanno da coprire, capisco che l’On. Cascetta, assessore ai trasporti della Campania, nonché coordinatore nazionale di tutti gli assessorati regionali ai trasporti, ha la sua cattedra da curare alla Federico II e per tale impegno non ha mai accolto e comunicato con i pendolari campani.
Intanto i pendolari del centro direzionale ricevono rimborsi, per le spese di pendolarismo, mediamente pari al doppio dello stipendio medio dei pendolari che rappresento.
Il Consiglio regionale conta circa 60 consiglieri e 30 auto blu.
Crescenzo Rivellini, capogruppo di AN, per le spese di pendolarismo, per andare al centro direzionale a ritirare il suo stipendio mensile di svariate migliaia di euro, percepisce un rimborso di 3600 euro mensili (pari a 12 nostri abbonamenti).
Come Francesco Brusco, del Mpa di Lombardo, dichiara di venire a Napoli ogni giorno da Vibonati, 200 km e senza Alta Velocità. Per questo estenuante viaggio, percepisce 3000 euro al mese di rimborso.
Luca Colasanto del Nuovo Psi, riceve 3000 euro al mese perché dichiara di percorrere 296 chilometri al giorno per andare da casa all’ufficio.
Fernando Errico, Udeur, 2440 euro/mese.
Donato Pica del Pd 2207/mese.
Vittorio Insigne, ex Udeur ora gruppo misto 1478/mese.
Gerardo Rosania di Rifondazione, 1068/mese.
Tutto ciò per partecipare a 18 riunioni mensili del consiglio, quando presenti.
Questi alcuni esempi più eclatanti. E questi rimborsi per cosa? Per amministrare la regione così vergognosamente?
I circa 3000 pendolari che dalla Campania vanno a Roma per lavoro, spendono 300 euro al mese (senza calcolare Circumvesuviana e Metro) e non ricevono dalla regione Campania nemmeno l’organizzazione di un tavolo di concertazione con Trenitalia.
Non possiamo nemmeno reputarci stufi di questa situazione perché la politica in Campania è così nauseabonda, e lo è da così tanto tempo che non nausea nemmeno più. Ma una email di protesta è più che lecita visto che da cittadino campano, è anche grazie al mio voto che i suddetti signori, pendolari di lusso, percepiscono i nostri soldi sottoforma di rimborsi oltre al già congruo stipendio di politici.
Antonio Trani è presidente dell’Associazione Pendolari Napoli- Roma