I cannibali e la cena di Natale: Tettamanzi mangerà con Calderoli?
10-12-2009
di
Paolo Collo
Forse è proprio vero che sotto Natale diventiamo tutti più buoni. O più pentiti. Ma non mi riferisco a quel gentiluomo di Spatuzza. Anzi. Si ha notizia del “pentimento” dei socialisti spagnoli del PSOE nei confronti dei moriscos, la popolazione musulmana cacciata dalla Penisola iberica nel Seicento, e che ora vorrebbero in qualche modo ripagare.
Ma è notizia di oggi secondo la quale i discendenti di una tribù di cannibali di un’isola dell’Oceano Pacifico abbiano deciso di scusarsi ufficialmente con un signore inglese sessantacinquenne per aver ucciso e divorato il suo bis bis nonno, il reverendo John Williams, all’incirca 170 anni fa. Fonti non ufficiali riferiscono inoltre che per sdebitarsi gli ex-cannibali abbiano invitato a cena il bis bis nipote del reverendo Williams, ma che questi non abbia cortesemente declinato l’invito. Il cardinale Tettamanzi andrà al pranzo di Natale organizzato in suo onore dal ministro Calderoni?
Come detto, in Spagna, il Gruppo Parlamentare Socialista ha presentato al Congresso dei Deputati una proposta per riconoscere l’ingiustizia commessa nei confronti dei moriscos espulsi dalla Penisola nel 1609 dall’allora re Filippo III. Questo al fine di rafforzare i vincoli economici, sociali e culturali con le popolazioni maghrebine loro discendenti.
Col nome di moriscos si è infatti soliti indicare quei musulmani di Spagna prima obbligati ad abbracciare la religione cristiana (dal 1492) e poi definitivamente cacciati nel Seicento.
Un pentimento evidentemente tardivo e perfino un tantino ridicolo, se si pensa al macello perpetrato da quegli stessi spagnoli, in quegli stessi anni nelle Americhe. Intere popolazioni – maya, inca, ecc. – vennero torturate, violentate, sterminate col ferro, col fuoco, con le malattie importate dall’Europa, col lavoro disumano cui erano costrette. E la stessa fine la fecero le loro culture, le loro religioni, l’arte, la musica. Tutto quanto, insomma.
Forse il Gruppo Parlamentare Socialista farebbe bene, innanzi tutto, – e senza nulla togliere alle popolazioni maghrebine – a rileggersi la Brevissima relazione della distruzione delle Indie, del domenicano Bartolomé de Las Casas, apparsa nel 1542: il più violento atto d’accusa su quel passato ormai, a quanto pare, rimosso.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.