La Madonna non può portare Gesù all’asilo di Goito
25-02-2010
di
Paolo Collo
Intanto perché ebreo, e il sindaco non lo sopporta. Poi bambino extracomunitario, e le suore si insospettiscono. Ma gli Angeli Custodi che proteggono la scuola sono angeli di chi?
Finalmente qualcuno incomincia a parlare chiaro. Finalmente qualcuno non si nasconde più dietro la facciata tutta italiana del “volemose bene”. Finalmente qualcuno ha deciso di mettere in soffitta il buonismo imperversante. A Goito – ridente località del mantovano meglio nota per essere il luogo dove l’esercito piemontese sconfisse gli austriaci di Radezky nel maggio del 1848 (prima guerra d’Indipendenza, per intenderci) – il consiglio comunale di centrodestra ha approvato un regolamento che dice: “La scuola Angeli Custodi accoglie i bambini regolarmente iscritti dalle famiglie e persegue finalità educative e di sviluppo della loro personalità in una visione cristiana della vita”. Il che vuol dire che se si vuole iscrivere il proprio figlio alla detta scuola Angeli Custodi – attenzione: scuola pubblica, non privata – bisogna far propri i principi di un’educazione cattolica. E i figli dei musulmani, degli atei, degli zoroastriani, degli ebrei, dei buddisti, dei pagani? Dove li mettiamo? In una bella scuoletta separata? Magari con attorno del simpatico filo spinato? E le intrepide suorine, assieme ai loro baldi angeli custodi con la testa rasata e la tunica verde-bossi, opporranno il loro petto all’ingresso di un bambino con gli occhi a mandorla o troppo “abbronzato”?
Gesù Cristo non ha forse detto: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene di regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso” (e questo non me lo sono inventato io, ma sta scritto, nero su bianco – e le suorine dovrebbero saperlo -, nel Vangelo di Luca, 18, 16-17).
Proporrei dunque al sindaco di Goito di organizzare al più presto il gemellaggio della propria città con Nashville (Tennessee), dato che lì venne organizzata la prima convention del Ku Klux Klan, nel lontano 1867.
Ad Maiorem Dei Gloriam (1 Corinzi, 10,31).
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.