Diventerà "Gentiluomo di Sua Santità" al posto di Balducci, viceré dei lavori pubblici, in galera per gli appalti G8 - Maddalena? Senza contare gli appuntamenti galanti che un corista vaticano gli procurava con ragazzi di colore
E Bertolaso va a trovare il Papa
04-03-2010
di
don Paolo Farinella
Sabato 6 marzo il Papa riceverà il volontariato che ha lavorato in Abruzzo. Guida la truppa il generale Guido Bertolaso in tuta mimetica di frodatore dello Stato e anche delle emergenze con accompagnamento di massaggiatrici brasiliane “all inclusive”, of course! Non si sa se ne offrirà un saggio al consesso papale, in vista del congresso eucaristico del 2011 che in quanto emergenza improvvisa è organizzato dal suddetto. Forse porterà le foto dei suoi amici, parenti e conoscenti che hanno riso sui morti freschi del terremoto e che hanno fatto affari per conto suo e alle sue dipendenze. Sono convinto che il Bertone abbia convinto il Papa (ci vuole poco a convincerlo) a nominare Bertolaso “Gentiluomo di Sua Santità”, felicemente regnante. Ormai i “gentiluomini” li scelgono solo tra i delinquenti, cioè quelli che religiosamente possono assicurare i loro servigi con ossequio e genuflessione. La morale sociale? Beh, di questo parleremo un’altra volta.
I Vescovi si sono riuniti e hanno fatto un documento sul «Mezzogiorno d’Italia» e, vista l’ora, prima del pranzo hanno detto che la criminalità organizzata impedisce al Sud di risorgere. Che parole alte, che parole nobili. Come sono profondi i nostri vescovi che riescono perfino a vedere il Mezzogiorno, all’ora di pranzo e anche la criminalità organizzata. Bisogna essere profeti d’alto bordo per avere queste primizie eclatanti. Peccato, però che si sono scordati di dire che la criminalità organizzata siede in parlamento e nel governo. Loro appoggiano un governo e una maggioranza che è tutt’uno con mafia e camorra e ‘ndrangheta. Lo sanno che stanno facendo le fusa a Casini che è quello che fatto fare senatore un certo Cuffaro che si onora di essere devoto di non so quale Madonna ed è stato condannato per concorso in mafia? Lo sanno che il presidente del consiglio con cui vanno a colazione e fanno feste ha ospitato un mafioso a casa sua (ndr – lo stalliere capo bastone, tre ergastoli sulle spalle) e che tramite lo Ior ha messo in piedi un impero economico con il quale ha foraggiato istituzioni ecclesiastiche ricevendone appoggi e sostegni “a prescindere”. I vescovi sanno che tutti i cattolici che si vantano di esserlo sono impegnati a quattro palmenti nel partito di Berlusconi? Che hanno votato tutte le leggi immonde che costui ha preteso per se e i suoi famigli?. I vescovi sanno che Casini per cinque anni ha fatto da spalla a Berlusconi e al malaffare istituzionale (ndr – e alla legge elettorale “porcata” che adesso fa finta di ripudiare), garantendone stabilità e contribuendo direttamente allo sfacelo della democrazia? Perché i vescovi accettano i 150 milioni dello scudo fiscale per le scuole private?
Sono soldi che provengono dalla prostituzione, dalla droga, dalla riciclaggio, da quel mezzogiorno senza risurrezione di cui adesso si vogliono fare paladini. I vescovi sanno che ricevendo Bertolaso, il Papa di fronte alla gente lo assolve e lo santifica per le sue illegalità e soprusi di stampo mafioso? Non sarebbe stato più sensato dirgli: “Se ne stia a casa, quando tutto sarà risolto, allora si vedrà”. Invece quella presenza in Vaticano è un fiore all’occhiello di Berlusconi e Letta e Bertolaso che così possono farsi vedere fotografati e ripresi da tutto il mondo dall’omino vestito di bianco e con le scarpette rosse: se anche il Papa li riceve, è logico che il Minzo Scodinzolin dica fischi per fiaschi.
Allegria! La vita continua e l’Italia langue. Peggio per lei che ha voluto quello che si merita. Non piangete su di voi, ma piangete sui vostri figli ai quali avete preparato un futuro senza futuro, uno Stato senza Istituzioni, una democrazia senza “demo” e senza “grazia”. Berlusconi impera su un Italia corrotta e una Chiesa ba-ba-ba-al-bu-ziente! Amen. Io comunque resisterò fino a tre giorni dopo la loro caduta e voglio inebriarmi di sole, di luce e di acqua (sono astemio) perché è certo: il male ha i piedi di argilla.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).