Berlusconi fa ridere l’Europa: non è stato lui a liberare il prigioniero svizzero di Gheddafi
17-06-2010
di
Ippolito Mauri
Ma chi ha strappato alla prigionia libica l’imprenditore svizzero, in galera come ritorsione all’arresto a Ginevra di un Gheddafi junior manesco con la servitù? Per l’Italia, merito di Berlusconi. Il Tempo dedica la lapide della prima pagina alle glorie di “Silvio l’Africano”. Anche Repubblica si inchina. E ogni giornale e ogni tv esaltano l’amicizia col colonnello e fanno dire al suo primo ministro che i due leader carismatici non li ferma nessuno.
Ma Spagna e Svizzera pubblicano altri documenti. Moratinos, ministro degli esteri di Zapatero, per mesi ha tessuto la trama della liberazione e nei tre giorni finali si è insediato a Tripoli dove all’ultimo momento accorre il Berlusconi reduce dal trionfo della Bulgaria. La Spagna è presidente di turno d’Europa e la Svizzera le ha affidato la mediazione. Firmati gli accordi preparati da Moratinos e da Micheline Calmy-Rey, ministra degli esteri di Berna, l’avventura si conclude sotto la jaima di Gheddafi, tenda personale.
Fotografie che fanno capire cosa è successo. Gheddafi e Moratinos a capo tavola. In ogni immagine stanno parlando. Più lontano il Cavaliere che sorride a Lawrence Gonzi, primo ministro di Malta. E poi racconta e racconta mentre Gonzi ascolta con la faccia di circostanza. Finita la cerimonia, Moratinos e Micheline Calmy-Rey corrono all’aeroporto dove li aspetta il prigioniero liberato. Assieme volano sul Falcon verso Zurigo mentre Berlusconi spiega ai giornalisti: “Tutto merito mio”. Non trattenendo l’amicizia, Gheddafi vuol far di più: gli regala tre barche e tre equipaggi italiani pescati a pescare nel mare della Libia. Più trionfo di così.