Se un amico cambia faccia: lettera (addolorata) a Massimo Cacciari
04-10-2010
di
Margherita Smeraldi
Massimo Massimo Massimo, amico caro: che cosa ti è successo? Eletto sindaco a Venezia, sorridente tra i tuoi fedelissimi, hai detto: non mi vedrete mai in televisone, statene certi. Non riusciamo ancora a rimetterci dallo stupore quando, per chi ti ricorda ai cancelli di Porto Marghera e intimo di Toni Negri, Nono e Vedova, sei andato da Don Verzè con il sospetto che la facoltà di Filosofia sia stata fatta apposta per te. Già non riusciamo a capire come mai dopo aver sostenuto , nell’ordine: Miglio e Chiamparino e baciato sulle guance Bondi alla Mostra del cinema di Venezia, tu abbia fondato un movimento (“Verso Nord”) con Franco Miracco, portavoce di Galan uomo di B.. Ma forse te ne sei già dimenticato. Già non ci è piaciuta per niente la lettera che hai scritto al Corriere elogiando il curriculum universitario di Barbara Berlusconi laureatasi in tre anni al san Raffaele e dove se no? Adesso sempre più sconfortati apprendiamo che, sceso dalla cattedra del san Raffaele, sei a Roma per formare il nuovo centro con Rutelli e Casini (niente di più lontano da te) e in due serate ti vediamo prima dalla Gruber e poi ahi ahi da Serena Dandini. Tu come uno Stefano Zecchi qualsiasi e uno Sgarbi qualunque. Soffriamo perché abbiamo appena riletto il tuo bellissimo «Icone» sguardo su Piero della Francesca e de Eyck e con una certa fatica il tuo «Hamletica». Perché è così che ci piaci: nella veste di filosofo e intellettuale così come ti hanno amato i veneziani di provata fede di sinistra. Sconforto, prima che mi dimentichi, ci è preso quando don Verzè ha detto ai giornali «Cacciari è la mia voce» e ci tormenta il sospetto che proprio lui ti abbia mandato a Roma a rifare la DC. Massimo, il primo sconforto era venuto quando in preda al narcisismo hai aperto le porte di casa per mostrare il guardaroba. Nell’immagnario popolare da vent’anni c’era un logoro loden ed ecco la rivelazione della predilezione per Armani come un modaiolo qualsiasi. Ti consideravamo unico, e la scoperta che i Cacciari sono tanti ci rattrista. Il Cacciari Armani, il Cacciari versione televisiva della Gruber: avevi un certo “boresso” insomma eri troppo allegro per uno che si macera su Nietzsche. Con antico affetto che un po’ traballa, aspettando di sapere se hai incontrato la Madonna,
tua Margherita
Margherita Smeraldi, veneziana, famiglia sefardita originaria di Salonicco, il nonno è stato il più importante presidente dei cantieri di Trieste e Monfalcone e il bisnonno materno il fondatore e proprietario de "Il Gazzettino". Ha lavorato per molti anni in un'agenzia giornalistica romana per approdare, felice, tra le braccia intelligenti di Domani/Arcoiris