L’Italia ormai sa: di un’altra bassezza del corto presidente del consiglio. Durante una delle sue visite-passerella nell’Abruzzo terremotato, questo ometto gonfio e tronfio solo di sé, passa il tempo a raccontare barzellette grevi sulle donne e su Rosy Bindi davanti alla quale si sente complessato per l’intelligenza politica che vorrebbe avere lui. Racconta una barzelletta condita da solenne bestemmia davanti un manipolo di chierici e chieriche, laici che ridono: la pena maggiore sono le risate dei presenti e delle donne che invece di mollargli un solenne manrovescio lo titillano forse per avere un biglietto per fare una passeggiata sul letto di Putin.
Possiamo aggiungere anche un altro record: il presidente (s)cattolico bestemmiatore. Immagino che Bagnasco e Bertone siano già sulla soglia per dire la loro, ma la diranno così in silenzio, ma così in silenzio che nemmeno loro riusciranno a sentire la loro stessa voce. Afoni di dignità. Oppure cominceranno a parlare di Adamo ed Eva facendo un discorso largo, ma tanto largo, ma tanto largo che riusciranno come sempre a perdersi da soli. Apprendiamo da Fisichella che la bestemmia in diretta tv deve essere contestualizzata e il contesto dal punto di vista di questo monsignore ateo, frequentatore assiduo di puttanieri, ha una sola accezione: «Salvate il soldato Berlusconi!».
Io penso che i cattolici del Pdl (cioè Partito dei ladri: © Travaglio), disorientati e presi contropiede abbiano chiesto aiuto in Vaticano, come uscire dal disorientamento senza troppo danno e dal Vaticano hanno escogitato il «contesto» per dare un salvagente ai cattolici di paglia (alla Lupi, tanto per intenderci) e per salvare Berlusconi da una caduta libera nei sondaggi. La capra e la cavola: di questa strategia il Vaticano è maestro. Da un punto di visto del metodo storico critico, ogni parola, espressione, frase o discorso non devono essere presi isolatamente, ma dentro il «contesto».
I tedeschi parlano di «Sitz im Leben» ossia «Ambiente di vita». È un principio importante nello studio della Bibbia per impedire a ciascuno di farle dire quello che si vuole, perché la Bibbia non è un ricettario di cucina, ma un pensiero e una proposta che devono essere compresi secondo la mente dell’autore. Applichiamo questo principio di ermeneutica ala caso della bestemmia. Il compito è facile, facile. Il contesto a cui si appella il Fisichella è lo stesso «Silviuo Berlusconi» che in meno di un minuto ha raccontato una barzelletta sugli Ebrei e una su Rosy Bindi, includendo anche il Padreterno che lui colloca nella porcilaia in cui lui stesso è abituato a vivere in compagnia di altri porcari tanto che definiscono le loro stesse leggi con il termine «porcata».
L’uomo è rozzo, senza cultura, senza etica, senza onore, senza dignità; è spergiuro sulla testa dei figli; è frequentatore di minorenni e di prostitute a pagamento; forse fa uso di droghe; non ha il minimo senso del bene comune, ossessionato come è del bene esclusivo suo, della sua azienda e dei suoi amici che sono amici degli amici; è recidivo quanto a bugie e falsità scelte come strumenti portanti della sua vita in politica e in economia; è ladro, evasore fiscale, corruttore di giudici e di testimoni; ha rubato una villa ad una giovane eredi etera che ha avuto la sventura di avere come pro-tutore l’avvocato Cesare Previti che invece di tutelare la sua assistita ha tutelato il suo padrone e pagatore in contanti, logicamente offshore.
Degradante Fisichella, è questo il «contesto» in cui deve essere posta la bestemmia di Berlusconi. Il vescovo per burla, vuole salvare il suo amico e compagno di merenda a tutti i costi e quindi qualsiasi pretesto è buono per assolverlo, come fece anche l’altro porporato in umido, il patriarca Angelo Scola di Venezia che al meeting di Cl (Dio ce ne scampo e liberi!), giustificando i comportamenti di Berlusconi, ha osato mettere in guardia i «cultore del moralismo».
Se da costoro andasse un povero disgraziato e dicesse che in un impeto d’ira perché «incazzato» con il Padreterno e con tutto il mondo, si è lasciato andare ad una bestemmia, i due eminenti degradanti avrebbero fatto il loro discorsetto e alla fine avrebbero dato la penitenza; quanto? Dieci Ave e 20 Pater? Quanto è valutata una bestemmia nel tariffario fisichelliano? A Berlusconi, invece nemmeno un buffetto perché poverino si trovava nel contesto giusto. Lo stesso «Osservatore Romano» e «Avvenire» non potevano non intervenire: il loro silenzio sarebbe stato duro da spiegare con bizantinismi vaticano. Eppure … eppure, ecco l’incipit del giornale del papa (tutti hanno un giornale per dire nulla): «Appaiono deplorevoli alcune battute del capo del governo, più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato, che offendono…».
A fare l’esegesi c’è da inorridire. Si direbbe che la preoccupazione del giornaletto papale non è tanto l’offesa della bestemmia che non viene nemmeno nominata, ma quasi la fregola di dire che tutto è a posto perché «Berlusconi si è subito scusato». Chi scrive così sa che sta mentendo perché Berlusconi non si è scusato, ma ha rincarato la dose, dichiarando che era una vecchia barzelletta che girava da un anno per il parlamento. Ecco dunque l’esegesi:
- 1. Berlusconi bestemmia.
- 2. L’Osservatore Romano derubrica la bestemmia in «battuta».
- 3. La battuta è ulteriormente depenalizzata davanti alle scuse (inesistente, ma non importa).
- 4. Il messaggio che arriva a Berlusconi è: se avesse evitato sarebbe stato meglio, ma siccome è più forte di lei, narciso e paroliere, ci costringe ad intervenire, ma il nostro intervento è per il popolo bue cattolico altrimenti l’8xmille diminuisce ancora, ma lei stia tranquillo, una bestemmia non cambia la simbiosi tra noi e il governo; a proposito a quando le nuove leggi sulla scuola cattolica, sulle famiglia, sul testamento biologico e sulle coppie di fatto che non devono mai essere riconosciute?
- 5. Da parte sua il governo fa sapere tramite il nobiluomo Letta che le bozze sono pronte e saranno quanto prima spedite in Vaticano per le correzioni finali in vista dell’approvazione, indipendentemente dalla fine prematura delle legislatura.
- 6. Ai cattolici che stanno al governo, invece, getta la ciambella mons. Fisichella con la questione del «contesto»; infatti tutti i cattolicicanti della maggioranza si aggrappano a Fisichella che è l’uomo ragno provvidenziale che salva tutti a gogò.
Il cardinale Angelo Bagnasco ha strigliato i preti per il calo dell’8xmille. Ecco la risposta: caro Bagnasco, bisogna «contestualizzare» anche l’8xmille e chiedere a personaggi inverecondo come Fisichella e Scola conto del perché i cattolici stessi puniscono la chiesa non dandole la firma sulla dichiarazione dei redditi. Volete Berlusocni? Tenetevelo stretto, andateci anche sul letto di Putin, ma per favore smettetela di venirci a fare la morale perché anche noi vi contestualizziamo e vi poniamo nel cuore e nel fegato del berlusconismo. Per chi non lo sa Fisichella è il nuovo responsabile del nuovo organismo vaticano: «Nuova Evangelizzazione». Al primo punto del programma: bestemmia libera purché in contesto. E così sia.
Il mio amico Sergio mi ricorda la poesia di Giuseppe Giusti: «I più tirano i meno» (1849): la dedico al Fisichella vescovo da palazzo.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).