Paolo FARINELLA – Alfano “padrone” del partito di Berlusconi? Tenetemi forte, mi scappa da ridere
04-07-2011La qualità degli uomini si misura dalla loro capacità di resistere alla canicola di luglio. Berlusconi & C. invece dal grado di ridicolo immorale che sanno trasformare in impudicizia. Angelino Alfano (Jolie Al Fano: © Travaglio) è segretario del Pdl ed è la notizia meno seria. Passi per il segretario, ma che sia segretario del Pdl che è di Berlusconi che lo impone come segretario del suo partito personale, ma facendolo passare per segretario nazionale, ragazzi, è roba forte. Il segretario del Pd, questa volta causticamente l’ha battezzato il segretario di Berlusconi. Che gentile, Bersani! Non perde mai il suo aplomb piombato!
Il Pdl, dunque, ha il segretario di Berlusconi facenti veci di segretario nazionale, eletto per acclamazione prima che si voti: notare la furbizia luciferina che nemmeno il gatto e la volpe di Pinocchio potevano immaginare. Anticipiamo il voto, acclamando così valorizziamo la democrazia, il popolo, la partecipazione, il merito, il metodo tutta quella roba lì, che dovrebbe essere pane e companatico ordinario e anche ammuffito per i liberali anche in simil pelle. Invece per l’amico di Putin, Lukashenko e Gheddafi è roba da avanguardisti. Il capo, il capetto, il servo e il maggiordomo si scelgono «per acclamazione». Alcuni scriteriati e rivoluzionari li chiamano «regimi». In era berlusco.alfanizzata si chiama «democrazia partecipata»: Oibò! noi siamo liberali.
Fin qui la barzelletta, ora comincia l’evento serio. Berlusconi lo presenta alla sua canea riunita con sistemi da Burundi o da Georgia o da Gheddafi, con queste parole: «Lo conosco dalla fondazione, è un uomo generoso, leale, un ragazzo intelligente che non mente mai». Parola di spergiuro passato in giudicato sulla testa dei suoi figli. Parola di Berlusconi, il falso, il mentitore di professione e per natura, per scelta e per vocazione. Se non mente mai come lui, il Pdl può stare tranquillo. Berlusconi, a scanso si equivoci, aggiunge: «Questa è un’investitura plebiscitaria». W. la Democrazia, signore (specialmente signorine) e signori! W il Liberalismo! W il Mercato e sua sorella!
Il neomaggiordomo-segretario, Al Fano, annuncia il suo programma che essendo molto complesso e articolato, dividiamo per punti a beneficio della massa di ignoranti che non possono capire come sia difficile produrre un programma politico del Pdl che non è un partito ma un parterre o bordello. Ecco i punti programmatici decisi per la politica del prossimo millennio nelle parola del neo maggiordomo-passa-cipria:
- Veniamo da lontano. «Nel 1994 vidi in tv un imprenditore [Berlusconi, ndr]con il sole in tasca. E aderii a Forza Italia. Credevo in quell’uomo e in quella musica». Il poeta Bondi al suo confronto è un nulla appeso nel vuoto. Parla di Berlusconi presente come se fosse morto: «credevo in quell’uomo». Oh, Dio che emozione. Nemmeno la Madonna di Fatima fece di meglio nel 1917 perché si limitò a fare roteare il sole, ma non tutti potettero vederlo, solo qualche miscredente che per altro non si convertì. Oggi invece il miracolo è straordinario: «il sole in tasca!». Per questo Jolie non spende nulla per il riscaldamento: ha tutto in formato di energia pulita! Che potenza ‘sto Berluska e come è veloce: zac!, afferra il sole, lo sequestra, se lo mette in tasca, corre ad Agrigento, appare a Jolie e questo si converte a Forza Italia. Ora siamo sicuri che somigliasse al profeta Geremia: chiamato e santificato prima che si formasse nel seno materno. Predestinato alla distribuzione del sole. Peccato che gli altri intanto riempivano le tasche di ben altro e corposo malloppo.
- La fede. «Ho sempre creduto nel progetto Berlusconi … Caro presidente, questa mattina il mio papà mi ha portato il santino della mia prima campagna elettorale». Stai a vedere che ora si organizzano per i miracoli di rilievo: far sorridere le dentiere, camminare i paralitici, udire i sordi, risuscitare i morti. Tanto, se poi sono balle, chi se ne frega, in mezzo a tutte le altre si annacquano.
- L’amore. Era il partito dell’amore, poi diventò il party della prostituzione, poi divenne il casino personale dell’utilizzatore finale, infine si trasformò in una cloaca da suburra. Ora gli amanti di lungo corso e occasionali fanno le fusa al sole, ma all’ombra affilano coltelli e scimitarre. Il neo segretario-maggiordomo-Al-Fano ringrazia i triunviri Verdini, aspetto da irrecuperabile; Scajola che vive a sua insaputa e organizza “ amicizie “ in Liguria e cerca sempre una collocazione dove c’è da pescare torbido perché con lui più torbido non si può e infine Matteoli, il fascista di risulta che pur di non perdere lo strapuntino, rinnega anche i suoi camerati in orbace.
- La speranza. Lo scendiletto segretario ha avuto l’orgoglio di dire che «la manovra economica è stata fatta pensando ai figli degli italiani affinché non siano i figli a pagare per non far ricadere sui nostri figli il peso di un paese al disastro». Parole sante, parole scolpite nel grugno del mobile a muro della linea Jolie-Jolie: con la riforma fiscale guadagnano i ricchi e pagano i poveri; dopo avere negato per anni la crisi grossa come il mondo, ora stabiliscono per decreto che i 47 miliardi di tasse vanno rimandati agli anni 2013-2014 cioè a dopo le lezioni, quando si suppone che questi indecenti non saranno al governo. Intanto per l’anno in corso, e per quelli a venire, pagano i pensionati medio-bassi, mentre quelli alti risparmiamo un sacco. La tragedia che vi sono molti poveri che battono le mani. Per salvarsi ad ogni costo rimandano in avanti, cioè fanno ricadere sui figli, i debiti. E’ la vendetta. Lasciate ogni speranza voi che nascete nella fase finale del berlusconismo che coincide con il lezzo fervoroso di Jolie Al-CaFano. Uomini coraggiosi e trasparenti, degni schiavi di tanto padrone.
- La beffa. «Noi proteggeremo il tenore di vita degli italiani e il loro benessere. Dobbiamo dare una chance anche ai loro figli. Che il benessere vogliono conquistarselo. Per questo dobbiamo diventare il partito del merito e del talento. Altrimenti non vincono i migliori». Infatti il suo capo ha piazzato in tv, al parlamento, al governo, in consigli comunali e regionali tutte le sue donnine che sono state buone e disponibili con lui: solo per il loro merito, solo perché si sono guadagnati il loro benessere, anzi hanno stipulato una polizza o meglio una lotteria. Ha riempito la tv di Stato con uomini e donne suoi, sempre per merito. Ha diffuso la corruzione in ogni meandro della vita, sempre e solo per merito e per il benessere degli Italiani. Si vede come hanno protetto il tenore di vita: si è sempre più poveri, aumenta la disoccupazione, aumentano le tasse, diminuiscono i servizi, la scuola è distrutta, non ci restano lacrime da piangere. Da quest’anno chiederemo l’elemosina.
La perla delle perle però è sul futuro del partito e sul suo reclutamento:
- L’onestà. «Noi dobbiamo lavorare per un partito degli onesti. Lei [ Berluskanijad, ndr] è stato perseguitato dalla giustizia. Con onestà, visto che è un nuovo inizio, dobbiamo dire che non tutti lo sono». Il parterre degli onesti si spella le mani, tranne il capo del partito degli onesti, Berlusconi che mantiene il grugno. Ad ogni termine come «legalità – onestà – etica – sincerità, ecc.» teme che arrivino i carabinieri. A guardare sotto il palco dell’amministratore dei domestici addomesticati, c’erano tutti gli «onesti»: Verdini, Brancher, Papa, Scajola, Cosentino, Cicchitto, Minetti, Santanchè, i «Responsabili» (nome-omen) che per un verdone si sono lasciati andare. C’erano tutti, ma su tutti regnava, giulivo e commosso, il capo degli onesti: Silvio Berlusconi, che solo di suo ricatta ed è ricattato, evasore, fruitore di prostitute anche minorenni, crema dell’onestà. Non a caso questa crema così prelibata a volte diventa una leccornia per cardinali di santa romana Chiesa che in questo consesso di onesti stanno a loro agio, con comodo e profitto.
Conclusione. Ora che il segretario seggiolino pieghevole ha fatto i gargarismi con «la famiglia, fatta di un uomo e una donna», davanti ad una massa di promiscui, il Vaticano può elargire la santa benedizione al nuovo partito degli onesti, alle loro mogli, amanti, concubine, prostitute, ai loro complici in malaffare organizzato e anche a quello pour-parler, perché tutto è bene quel che finisce bene. Tutti saranno autorizzati ad aprire un conto personale allo Ior per trasferimenti onesti di capitali all’estero. Berlusconi muore? No! Berlusconi s’incuba in Jolie che ora come un profeta porterà in giro il verbo del padroncino, scodinzolando. Starà male Minzolingua (© Travaglio) perché non ha più il monopolio della prostrazione supina e resupina. Ora c’è la concorrenza di Jolie AlCaFano. Il mercato ha le sue dure leggi. Bisogna abituarsi a questo bitume catramato.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).