La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Mondi » America Centrale »

All’Avana aspettano l’angelo internet

03-01-2010

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L’AVANA – Il domenicale “Juventud Rebelde”, giornale della gioventù cubana, il 27 dicembre, all’approssimarsi della fatidica data del 1° gennaio, quando si celebra allo stesso tempo il nuovo anno e un anno in più della Rivoluzione, ha raccolto le opinioni, i desideri, le critiche di un campionario di cittadini, agricoltori, ingegneri industriali, casalinghe, artisti, medici, ecc. fra cui il Gran Maestro della Loggia Massonica di Cuba che augura al paese quella che per i suoi affiliati è la cosa più importante: “essere uomini liberi e di buoni costumi”. Ma due interventi mi sono parsi particolarmente significativi, quello di una giornalista e docente universitaria che auspica che per il nuovo anno vi sia una ripresa dell’economia, un desiderio quanto mai attuale visto lo stato deplorevole in cui versano le finanze del paese, e, insieme a questo ovvio auspicio, il desiderio che il 2010 sia l’anno in cui il cavo sottomarino in fibra ottica che dovrebbe collegare Cuba al Venezuela diventi realtà facendo, finalmente, dell’isola uno spazio connesso. Le persone hanno cose da dire, ha dichiarato la giornalista, vogliono ascoltare ed essere ascoltate, unirsi intorno a idee comuni, un sogno che Internet rende possibile e che lei si augura di veder realizzato nel 2010. E’ un desiderio molto comprensibile per questa società che si dibatte fra un livello di preparazione tecnica, culturale e intellettuale molto notevole e una selva di difficoltà di ogni genere per poter sviluppare e rendere concrete le aspirazioni, i progetti, i propositi che scaturiscono dalle riflessioni, le analisi e i dibattiti.

L’analista Fernando Martínez Heredia, uno degli intellettuali di maggior rilievo nell’isola, chiude il giro di opinioni che Juventud Rebelde ha raccolto sugli auspici per l’anno nuovo e per il 51° anniversario della Rivoluzione. L’esordio è fulminante: “Nel 2010 Cuba continuerà a sfidarci. Dobbiamo studiare, analizzare e conoscere il paese attuale, le sue realtà, i suoi conflitti e le sue tendenze; le persone, i gruppi sociali e i processi in corso. E dobbiamo farlo per offrirne i risultati alla società, affinché essa se ne avvalga onestamente e con coraggio.” La posizione intellettuale di Martínez Heredia non potrebbe essere più chiara di così: la storia di Cuba, così complicata e particolare, ha fatto della realtà del paese una sfida permanente non solo nel contesto internazionale per la sua testarda difesa della sovranità dei popoli e per la denuncia dell’imperialismo, ma anche all’interno di una società che nei 51 anni della sua storia rivoluzionaria ha dovuto affrontare numerosi cambiamenti e profondissime crisi occasionate prevalentemente da una mai risolta politica economica. A causa della pressante priorità di difendersi e della volontà di creare una società nuova, la politica economica cubana, pur fra numerosi tentativi di trovare risorse proprie (lo zucchero, il turismo, il nichel, la biotecnologia, ecc.), si è spesso ridotta a contare sugli aiuti che il campo socialista prima e il Venezuela negli ultimi anni, le hanno offerto. In questo fine anno è proprio l’economia a fare crisi: le casse dello stato sono vuote, agli impresari stranieri viene chiesta pazienza: saranno pagati –è una questione d’onore- ma nel frattempo non si può portare fuori dal paese neanche un centesimo. Di questo ha parlato il Presidente Raúl Castro il 20 dicembre scorso nella seduta dell’Assemblea Nazionale e di questo si discute con preoccupazione oggi a Cuba. Martínez Heredia avverte nel suo auspicio per il prossimo anno che “abbiamo davanti a noi problemi essenziali, come la sorda e gigantesca guerra culturale interna in corso a Cuba fra socialismo e capitalismo. [ … ] Bisogna incrementare la partecipazione e il controllo popolari per rafforzare il processo rivoluzionario. D’altro canto, il dibattito è tanto necessario alla società come lo è il respiro per le persone. [ … ] Non sono necessarie risorse materiali per essere solidali e fraterni; per essere laboriosi e non vivere dello sforzo altrui o girando le spalle alle necessità del paese; per retribuire il lavoro e distribuire la ricchezza con giustizia sociale; per servire gli altri come vorremmo essere serviti noi; per offrire una nuova educazione ai bambini e ai giovani; perché i mezzi di comunicazione siano reali e utili al popolo; perché la politica sia un luogo di partecipazione popolare, di servizio, di creazione e di iniziative.”

Per quel che riesco a capire, sono proprio questi i problemi e le inquietudini che preoccupano i cubani alle soglie del 51 anno di una rivoluzione che sta ancora a cuore a questo popolo coraggioso e tenace.

P.S. – finisco di leggere il giornale e mi chiedo come mai la stampa europea consideri le lievi vignette di vita quotidiana di Yoani Sánchez come le uniche cronache da quest’isola e da questa rivoluzione. Isola e Rivoluzione che sono certamente invecchiate, ma che sono ancora vive e decise ad affrontare nuove sfide.

Alessandra RiccioAlessandra Riccio ha insegnato letterature spagnole e ispanoamericane all’Università degli Studi di Napoli –L’Orientale. E’ autrice di saggi di critica letteraria su autori come Cortázar, Victoria Ocampo, Carpentier, Lezama Lima, María Zambrano. Ha tradotto numerosi autori fra i quali Ernesto Guevara, Senel Paz, Lisandro Otero.E' stata corrispondente a Cuba per l'Unità dal 1989 al 1992. Collabora a numerosi giornali e riviste italiani e stranieri e dirige insieme a Gianni Minà la rivista “Latinoamerica”. E’ tra le fondatrici della Società Italiana delle Letterate.
 

Commenti

  1. paolo maurizio bottigelli

    Chissa perchè il giocattolo debba \\"esplodere\\" nelle mani solo di Alessandra Riccio e ad altri no. Parlo naturalmente di Cuba sempre si considera Cuba e la sua rivoluzione un giocattolo da utilizzare per i propri giochi.(cosa non fatta per la serietà intellettuale dalla Riccio)
    In questo caso leggo alcuni commenti alla corrispondenza di Alessandra da Cuba come un qualche cosa di fastidioso, gridando subito nei suoi confronti al ladro.
    L\\\’ultima crisi economica e finanziaria, penso ci abbia fatto conoscere un pò i protagonisti delle nostre democrazie,dove alcuni potentati economici hanno sconvolto milioni di famiglie; relegando in povertà popolazioni che già avevano acquisito benessere, e impoverendo maggiormente quelle popolazioni che la povertà aveva già da tempo non solo tolto la speranza, ma anche la libertà e i sogni.
    Le grandi banche d\\\’affari hanno ricevuto durante la crisi aiuti,mentre le famiglie si sono impoverite molti hanno perso il lavoro milioni di persone sono senza un futuro e il cosidetto welfar è falcidiato dalle privatizzazioni, però che cosa è successo nel frattempo?Che le banche d\\\’affari colpevoli dello sfascio, adesso hanno ripreso a fare gli stessi giochetti finanziari,vedere i volumi sui vari futurs ad esempio del petrolio,e i grandi menager che non hanno pagato niente dopo essere stati i responsabili e la causa della crisi, hanno ricominciato a ridandarsi bonus di milioni di euro o dollari.
    Avete visto in che modo vergognoso si è svolto l\\\’ultimo congresso della FAO?
    Ma voi pensate che veramente di avere una verità storica? La povertà di linguaggio lo stereotipato vezzo di parlare di libertà di quella libertà che voi invocate per Cuba avvilisce lo stesso valore della libertà.
    Magari se parlassimo un pò di cultura,delle possibilità di fare cultura sull\\\’isola, mentre da noi piovono i tagli sulla cultura e si sovvenziona il cinepanettone.
    Il nostro presidente del consiglio ha 70 anni, ed è molto ricco di suo.
    Che dire, il nostro paese con Lui a Presidente del consiglio è governato come fosse un\\\’azienda.
    Mi piacerebbe sviluppare il concetto di libertà che viene espresso da voi che considerate un foglio di partito Juventud Rebelde, io vivo a Cuba parecchi mesi all\\\’anno mia figlia è nata a Cuba, e non mi sono mai accorto di vivere in una società ingessata, in difficoltà economica si ma non ingessata, anzi ho avuto la sensazione di una dinamica forte del dibattito.Consapevoli anche delle loro contraddizioni.
    Purtroppo sono quarant\\\’anni che si passa il tempo a Condannare Cuba e non dedichiamo un frammento di tempo a Condannare il Cile di Pinoche l\\\’Argentina di Videla ne siamo stati complici forse; dittature che hanno lasciato quei continenti con ferite ancora aperte.
    Cuba è Cuba nel bene e nel male
    E ben vengano Alessandra e Minà, ben vengano ad aprire squarci di luce nella cortina fumogena stesa attorno al \\"caimano verde\\".
    PS: vedete è legittimo essere dissidenti, ma bisogna essere credibili, avere progetti reali che vadano nel senso della solidarietà e di un modello diverso economico, per la salvezza delle persone e del pianeta.Invocare una sorta di libertà \\"scolastica\\"
    non va

    Paolo Maurizio Bottigelli

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