Alle donne va sempre un po’ peggio
10-11-2009
di
Maria Novella Oppo
Anche se i tg berlusconiani cercano di convincerci che la nostra è la migliore delle Italie possibili, edizione dopo edizione, ci sorgono parecchi dubbi. Per esempio: può essere migliore un paese in cui i treni camminano da soli e decidono di correre incontro a un convoglio di pendolari ? Per non parlare dei vagoni che atterrano nei cortili condominiali, dove rimangono parcheggiati per settimane diventando rifugi ospitali per senzatetto e gatti randagi prima che l’ente incaricato decida crudelmente di rimuoverlo. Ma ci sono anche i treni che si adagiano nel solito tran tran quotidiano, trasportando a pagamento passeggeri completamente assuefatti alle invasioni di parassiti e altri animali, come ragni e Donato Bilancia. Un serial killer che uccideva nei gabinetti le donne sopravissute alle esalazioni dei servizi così detti igienici delle ferrovie nazionali. Perché, fateci caso, anche nel male, a noi donne va sempre un po’ peggio.
I leghisti non vogliono andar di ronda
Come è noto il governo Berlusconi comunica anche troppo. Potendo disporre di tutti gli strumenti utili, nonché di Bruno Vespa, può convincere la gente di quasi tutto ciò che vuole. Così, per esempio, ci hanno fracassato tutto il fracassabile per sostenere l’assoluta necessità delle ronde, per poi scoprire che neppure i leghisti erano disposti a farle. E sono stati in grado di puntare i riflettori su ogni tanto di reale e anche dell’irreale, pur di depistare l’attenzione dalla crisi economica. Ma neppure il grande boss è riuscito ad asservire il virus della pandemia. In questo campo le bugie sono inutili e le troppe notizie fanno quasi più danno del silenzio totale. Mentre noi comuni cittadini ( purtroppo mortali ) non riusciamo a capire perché non ci sia nemmeno un ministro della sanità a cui mandare degli accidenti. E infatti Sacconi l’altra sera lo ha promesso a Lilli Gruber che Fazio sarà ministro. A furor di virus.
Berlusconi, tutta colpa della Cia
Dunque, c´è un modo per far sì che la legge non sia uguale per tutti, senza lodi, ma non senza infamia. È il modo «Segreto di Stato», che è servito per salvare l´ex vertice dell´ex Sismi. A proposito: questi servizi segreti cambiano nome come noi cambiamo abito; cosicché, appena usano una sigla, quella stessa sigla già non esiste più. E anche questo è un modo di sfuggire al diritto e anche al rovescio. Comunque, gli avvocati di Berlusconi, che le hanno pensate tutte per sottrarre lo zar di tutte le tv alla legge, non avevano pensato di porre il segreto di Stato sui suoi affari. Forse perché risalgono tutti a quando non era ancora stato votato e quindi assolto da tutti i reati. In fondo, se Ghedini avesse avuto un po´ più di fantasia, avrebbe potuto decretare la retroattività della sua qualità di Eletto, Unto del Signore e Primo sopra i pari come sopra i dispari. Anche se poi non sarebbe stato facile dare tutte le colpe alla Cia.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.