Caro Marco / Caro Michele,
una maledizione incombe sull’Italia: la divisione di coloro che sono rimasti ormai l’ultima linea del Piave a fare fronte alla corruzione che il berlusconismo ha tentacolato in ogni direzione, in ogni anfratto, in ogni recesso. Se anche voi, unica voce non solo fuori dal coro osannante, ma unica voce libera, litigate perché quelli a stipendi fisso alla mangiatoia del padrone attaccano l’integrità morale e giudiziaria di Marco, significa che la strategia dello sfinimento ha vinto. Berlusconi, col quiescente Bersani, col silente Di Pietro, ormai anche lui della compagnia delle opere, può dormire sonni tranquilli e Bertolaso può raspare sui terremoti e anche sulle acque delle alluvioni, perché l’hanno avuta vinta.
So bene che tu, Michele, sei «a parte» e che Marco non è uno «di sinistra», ma sia l’uno che l’altro siete amici della verità senza veli e senza tessere e come diceva Aristotele (cito testualmente): «Va bene essere amico di Platone, ma porca miseria, io voglio essere ancora più amico della verità – Amicus Plato, sed magis amica veritas» (cf Aristotele, Etica nicomachea I,4,1096).
Berlusconi odia anche gli amici, e dire che lui è del partito dell’amore (a pagamento), ma vuole essere amato e allora copre i suoi servi che si credono amici di favori, di intrallazzi, li compra, li corrompe, li usa, li getta, li piglia, li fotte e li fa votare come vuole: ne è il padrone. Non potendovi comprare, riesce a mettervi contro e così se voi chiudete baracca e burattini, la colpa non è sua la censura non è sua, ma vostra, Proprio ieri si è consumata la censura di Stato con la commissione di vigilanza, vera società a delinquere che vuole farvi fuori e voi cosa fate: gli offrite la testa l’uno dell’altro su un piatto d’oro. O siete pazzi o siete anche voi pagati da Berlusconi. Tertium non datur. Propendo per la pazzia che si può curare in solo modo: tornate ad Annozero e fate un casino come non si è mai visto sulla corruzione, sulle responsabilità, con nomi cognomi e indirizzo. In nome di quell’Italia che ancora resiste e sempre resisterà all’invasore, per favore, vi supplico, tornate a ragionare.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).