La risposta di Maroni alla pace di Obama
Il dolore di una madre straniera: sono italiana ma il mio bambino, nato in Italia, è un bambino clandestino
10-10-2009
di
Ippolito Mauri
Mentre scrivo le agenzie, radio e Tv stanno spiegando perché Obama ha vinto il Nobel della Pace. Perché si è rivolto al miliardo e mezzo di islamici sparsi nel mondo con parole quiete, costruttive: invito a vivere assieme visto che siamo costretti a farlo. Perché vuol chiudere la ferita scandalosa del Medio Oriente: pace e comprensione negate da sessant’anni. Reciproci egoismi endemici da infilare nella spazzatura. E perché 279 milioni di stranieri continuano ad attraversare il mondo alla ricerca della dignità negata. Lui, straniero di pelle nera, sa quali pene devono affrontare. E noi bianchi, vecchi dal sangue stanco, insistiamo nel razzismo e nelle paure esasperate da certi partiti che si aggrappano alla xenofobia per tirar su voti. Respingimenti condannati dall’Europa, dall’Onu e da ogni persona normale. Ecco perché pubblichiamo l’appello di una madre che è l’appello di migliaia di madri e padri perseguitati in Italia dalle camice verdi di Maroni. Verde vuol dire amore per la natura: speranza. Il verde italiano simboleggia i campanilismi disumani di chi ingrassa nel potere, piccolo o grande, deputati o ministri, portaborse e agit prop che immaginavamo sepolti nelle dittature del passato. Obama annuncia realtà purtroppo ancora lontane dai giochi dei nostri governi e dalla quotidianità di questa madre che scrive da Milano. Se il presidente della Camera Fini ha cambiato idea nel guardare dall’alto o ascoltando il disgusto dei presidenti dei paesi amici, immagino che ogni lettore si senta sdegnato nel leggere questa lettera.
“Mi chiamo Veronica Jimenez, mi scuso per il disturbo. Forse non siete voi le persone che cerco, o forse lo siete. Mi sono rivolta al tribunale di Milano per una pratica per mio bambino che adesso ha quasi 11 anni, pratica che non si è ancora conclusa grazie alla vostra burocrazia italiana. Il mio bambino non ha nessun diritto di cittadino come io invece l’ho. Ma non posso fare niente perché ho bisogno di assistenza legale: purtroppo non ho i mezzi per avere un legale preso il tribunale e nessuno mi dà informazione. Allora angosciata mi chiedo fino a quando il mio bambino deve essere clandestino nel paese dove è nato. Un figlio clandestino nato in Italia con madre italiana per cittadinanza acquisita per matrimonio. Ringrazio chi può aiutarmi e chiedo scusa per il disturbo. Veronica Jimenez”.