di Raniero La Valle
È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
di Maurizio Chierici
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
Libri e arte » Teatro »
di Raffaella Ilari
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Inchieste » Quali riforme? »
di Riccardo Lenzi
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
|
Maria Zuppello
Maria Zuppello, italiana per nascita, ha vissuto in Francia, Stati Uniti e adesso in Brasile. Gira il mondo come videogiornalista, ha lavorato per CNN, EURONEWS, REDE RECORD, RAI, SKY. Ha viaggiato in più di cinquanta paesi, tra cui l'Antartide, l'Artico, l'Islanda e ovviamente, per legge del contrappasso è finita ai tropici. Si definisce letteralmente una "sopravvissuta", cammina sopra le brutture della vita e cerca di trasformarle con la forza della narrazione.
Articoli di Maria Zuppello:
|
Società »
di Giancarla Codrignani
Chi ha imparato a camminare senza sentire il bisogno di lunghe soste o di continui appoggi, diventa indipendente. Il che porta con sé vantaggi e svantaggi: il dispiacere di abbandonare chi si ferma e la consapevolezza che le esperienze anche …
Rubriche » Passavo di lì »
di Gino Spadon
Sulla scia del post sul “senatore Porcellum” scrivo l’ultimo intervento su quello spazio di libertà che è stato Domani. Accusatemi pure di essere un po’ troppo malizioso, ma a me viene il sospetto che queste …
Mondi » Vivere a Mosca »
di Daniela Miotto
Mosca – A me piace ascoltare storie, racconti e idee di persone che non conosco ma che hanno qualcosa da dire. Sono ghiotta di parole. Leggere vite vissute da altri, luci e colori di luoghi che non ho …
Società »
di Francesco Comina
La pace non è solo un moto di ribellione alla guerra. La pace è uno sguardo critico sul mondo affinché l’impulso della violenza strutturale e culturale venga espunto dalla storia. Non è un caso che questo giornale on-line si sia …
Piccoli editori »
di Paolo Collo
150 articoli in due anni e mezzo, 150 come gli anni dell’Unità d’Italia. Grazie ai lettori che che hanno avuto la pazienza di leggermi e grazie anche a chi ha criticato le mie parole
Rubriche » Salute »
di Luisa Barbieri
Ecco l’ultimo pezzo per questa rubrica dall’altisonante titolo: Salute, qualche riga di “addio”, parola che non amo particolarmente in quanto adduce a separazione che, pur essendo essenza stessa di vita, può creare un po’ di inquietudine, in quanto spesso …
Rubriche » Gli oggetti che sono cresciuti con noi »
di Lucia Masina
Lucia Masina, docente di storia dell’arte e storia della grafica all’accademia delle Belle Arti dell’Aquila, ha raccontato la storia degli “oggetti che sono cresciuti con noi”: un successo di 71.214 letture
Mondi » Parole globali »
di Vandana Shiva
Oggigiorno, quando pensiamo alla guerra, la nostra mente va verso Iraq e Afghanistan. Ma la guerra più grande è quella contro il pianeta. Ha le sue radici in un’economia che non rispetta i limiti ambientali ed etici, limiti della disuguaglianza, dell’ingiustizia, limiti dell’avidità e della concentrazione economica
Società » C'è chi dice No »
di Ippolito Mauri
Quattro ore dopo le bombe di piazza Fontana (12 dicembre 1969) nella stanza di Italo Pietra, direttore del Giorno, i cronisti di ritorno da una Milano impaurita dove avevano provato a capire cosa era successo, raccontano storie e sospetti, testimonianze parziali dalle conclusioni che …
|