Le bombe, un tram, una piazza e il cardinale di Milano. Padre nostro, dove sei?
Bombe, “Libera nos a malo”
28-04-2011
di
Mario Pancera
Mentre gli africani si bombardano tra loro e i politici occidentali contribuiscono a questa nuova carneficina mediterranea (ma i cattolici dove sono andati a finire? ci sarà un documento cattolico ufficiale contro questi bombardamenti?), un giovane immigrato di colore è seduto sotto il piccolo monumento a Cesare Correnti (1815-1888) in un verde giardinetto triangolare all’incrocio di alcune vie di gran traffico, maestosamente chiamato «Piazza della Resistenza partigiana», tra Porta Genova e piazza Duomo, a Milano. Forse è stanco o ha fame o aspetta un lavoro. A pochi passi si incontrano le piazze dedicate a S. Agostino e a S. Ambrogio, due immigrati anche loro, e il primo oggi sarebbe addirittura un pericoloso clandestino.
È l’immagine viva di una situazione, ma credo che nessuno ci pensi: c’è, in questo quadro, la Resistenza, che ha contribuito alla liberazione degli italiani dal nazifascismo; c’è il movimento immigratorio che investe tre continenti (Africa, Asia, Europa); c’è il Risorgimento italiano, poiché il pur discutibile Correnti fu un resistente antiaustriaco nelle Cinque giornate di Milano. C’è, in riassunto, la resistenza al male propedeutica a una vera libertà.
Su questa resistenza (che è resistenza cristiana, non bombardamento omicida) il cardinale arcivescovo di Milano, Tettamanzi, la domenica delle palme ha parlato ai fedeli di giustizia e ingiustizia, ha condannato chi chiama pace le azioni di guerra, chi si è arricchito alle spalle dei poveri e ora rifiuta di accogliere coloro che fuggono dalla miseria loro imposta dal benessere dei ricchi. Dov’è finita l’Italia cristiana? Si sono così inaridite le cosiddette radici cristiane dell’Europa?
L’incrocio divenuto piazza è formato da corso Genova, via Correnti, via San Vincenzo, via De Amicis, via Collodi; vi si fermano autobus e tram che, attraversando il centro, convogliano ogni giorno da una periferia all’altra un fiume di cittadini stranieri insieme con gli italiani. Molti di questi stranieri sono giovani, tra loro si distinguono i cinesi che quasi certamente sono tutti «milanesi» nel senso che sono nati nei nostri ospedali. Sono studenti, lavoratori, precari, disoccupati. Tutti parlano due lingue e forse tre, cioè, oltre alle loro, anche l’inglese. Volere o no, sono gli italiani di oggi e di domani. Vivono nel periodo del berlusconismo imperante, come i milanesi di ottant’anni fa, vivevano nell’imperante fascismo.
È vero che, passando di qui, nessuno ci fa caso, ma un altoparlante lo ricorda ai passeggeri dei tram che stanno per arrivare ai marciapiedi: «Prossima fermata piazza della Resistenza partigiana», informa una voce femminile. Così, se non conoscono la storia, i passeggeri – cattolici, ebrei, musulmani, buddisti, atei o altro – possono porsi qualche domanda per farsi un’istruzione; se la conoscono, sono avvertiti che la data non conta, la resistenza morale per la liberazione dal male dura tutto l’anno.
Mario Pancera, giornalista e scrittore. Tra i suoi libri, una testimonianza diretta e affascinante su Don Mazzolari, parroco dalla parte dei contadini diseredati: “Primo Mazzolari e Adesso: 1959- 1961” ('Adesso' era il giornale che Mazzolari pubblicava). Ultimo lavoro di Pancera “Le donne di Marx”, edizioni Rubettino