È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
Una pubblicazione sulla rivista scientifica Biological Psychiatry “Brain Type 1 Cannabinoid Receptor Availability in Patients with Anorexia and Bulimia Nervosa” dell'aprile 2011 ripropone il ruolo del sistema endocannabinoide. Questo importante sistema di modulazione fisiologica parrebbe potere divenire il nuovo target del trattamento farmacologico dei Disturbi del Comportamento Alimentare, in quanto la carenza di endocannabinoidi sembrerebbe contribuire all'insorgere di Disturbi del Comportamento Alimentare
Cannabis proibitissima, ma solleva dal dolore, ferma i tremori della sclerosi multipla e consola la schizofrenia
Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema endogeno di comunicazione tra cellule, è composto da recettori cannabinoidi, dagli endocannabinoidi (i loro ligandi endogeni) e le proteine coinvolte nel metabolismo e nel loro trasporto.
Questo sistema, identificato nel corso di studi sugli effetti del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), quale principale componente attivo della Cannabis, riveste ruolo di grande importanza per il normale funzionamento dell’organismo, essendo coinvolto nella fisiologica risposta dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene in condizioni di stress e in particolari disturbi neuro-psichiatrici, quali ansia malgestita, depressione, fobie, disturbi da stress post-traumatico, ecc.
Si è inoltre ipotizzato, in base all’osservazione clinica, che il sistema degli endocannabinoidi svolga un importante ruolo nella protezione contro la neurotossicità e probabilmente, contro certe forme di epilessia, per tale ragione i farmaci che agiscono come antagonisti dei recettori CB1 dovrebbero essere attentamente monitorati, ad esempio, nei pazienti con ansia, epilessia o disturbi neurodegenerativi.
Si riconoscono due tipi di recettori, CB1 e CB2, identificate in molte regioni del cervello umano: corteccia, ippocampo, gangli basali, cervelletto, striato, amigdala e nucleo accumbens.
I recettori CB1 sono presenti nell’encefalo e la loro distribuzione è particolarmente marcata nelle regioni responsabili della coordinazione motoria e del movimento, dell’attenzione e delle funzioni cognitive complesse come il giudizio, l’apprendimento, la memoria e le emozioni. Si trovano CB1, anche se in quantità inferiore, in alcuni organi e tessuti periferici, quali ghiandole endocrine, ghiandole salivari, milza, cuore, nonché apparato riproduttivo, urinario e gastrointestinale.
Il loro ruolo è essenzialmente quello di proteggere il SNC dalla sovrastimolazione o dalla sovrainibizione prodotta da altri neurotrasmettitori attraverso un’azione di interferenza con il loro rilascio.
I recettori CB2 sono, invece, principalmente presenti a livello periferico, in particolare sulla superficie delle cellule immunitarie ove modulano il rilascio di citochine (molecole proteiche responsabili della regolazione della funzione immune e delle risposte infiammatorie) e partecipano ai meccanismi di regolazione della migrazioni delle cellule immunocompetenti, quindi la loro è più un’attività immunomodulatoria.
Rifacendomi ad uno schema pubblicato su Xapedia.it (Xagena2008 – Fonte: FDA, 2007) proverò a chiarire il ruolo e le applicazioni farmacologiche degli endocannabinoidi al fine di definire l’interesse clinico che queste sostanze rivestono:
Controllo del Dolore: studi su animali hanno indicato che il cannabinoide endogeno anandamide ed i ligandi del recettore dei cannabinoidi sono molto efficaci nei confronti del dolore, sia di origine neuropatica che infiammatoria. In effetti i recettori CB1 sono localizzati sulle vie del dolore nel cervello e nel midollo spinale e sui terminali periferici e centrali dei neuroni primari afferenti che mediano sia il dolore neuropatico che quello non-neuropatico.
Sclerosi multipla: in pazienti affetti da sclerosi multipla la clinica ha osservato che i cannabinoidi possono ridurre gli spasmi, la spasticità, i tremori. Le ricerche in corso indicano che l’attivazione dei recettori CB1 e CB2 mediante somministrazione esogena di agonisti, o favorendo il rilascio endogeno, può opporsi alla progressione della sclerosi multipla, rallentando il processo neurodegenerativo, riducendo l’infiammazione e promuovendo la rimielinizzazione.
Tumori: da ricerche ancora in corso emerge il dato, sicuramente da approfondire, ma altrettanto sicuramente da tenere in considerazione, relativo alla capacità dei cannabinoidi di interferire con la crescita tumorale. Il meccanismo d’azione sembrerebbe da riportare all’azione antiproliferativa, all’inibizione dell’angiogenesi e della migrazione delle cellule tumorali.
Disordini intestinali: esiste evidenza che certi disordini, caratterizzati da infiammazione del tratto gastrointestinale o da diarrea, possono essere associati ad un aumento dei livelli intestinali di endocannabinoidi e/o dell’espressione dei recettori CB1 mediante neuroni mesenterici. L’iperattività del sistema degli endocannabinoidi migliora almeno alcuni dei sintomi di queste malattie.
Disordini mentali: si ipotizza che l’anandamide abbia un ruolo protettivo nella schizofrenia
Eccitotossicità: quando il recettore dei cannabinoidi è deleto o bloccato farmacologicamente sembrerebbe che si potesse incorrere in crisi epilettiche più gravi
Disordini cardiovascolari: recettori CB1 sono stati trovati nel tessuto miocardico, dove mediano un effetto inotropo negativo (bradicardia) e a livello vascolare, dove determinano vasodilatazione. Questi effetti sono alla base dell’azione ipotensiva arteriosa dell’anandamide
Disordini oculari: gli endocannabinoidi ed i recettori dei cannabinoidi svolgono un importante ruolo nella regolazione della pressione intraoculare. Gli endocannabinoidi così come i recettori CB1 sono presenti nella retina. I cannabinoidi esercitano effetti neuroprotettivi contro la neurotossicità a livello retinico.
Gli endocannabinoidi sono sostanze prodotte dal cervello ed influiscono sulle funzioni cerebrali, come abbiamo visto, tra queste, nello studio in questione si fa riferimento all’effetto sull’appetito in una maniera che ricorda gli effetti dei derivati della cannabis, tra cui la marijuana e l’hashish. Queste ultime sono sostanze note ed abusate, oltre che autosomministrate con un mezzo quale è il fumo, davvero poco adeguato alle esigenze dell’organismo, senza controllo alcuno né per ciò che riguarda i dosaggi, né per ciò che riguarda la composizione chimica, ma questa è un’altra storia e si lega alle dinamiche sociali che si prendono cura più degli interessi delle organizzazioni criminali, che della salute della gente.
Proseguendo il nostro excursus nello studio effettuato nel 2010-11, si evidenzia un calo dell’appetito legato a deficit del funzionamento di questo sistema modulatore.
I ricercatori hanno valutato indirettamente lo stato del sistema in esame attraverso la rilevazione di aumento o diminuzione della densità dei recettori degli endocannabinoidi in differenti regioni cerebrali attraverso la tomografia ad emissione di positroni (PET – Positron Emission Tomography).
I risultati sono stati confrontati sulla base di 3 distinti gruppi di osservazione: anoressie, bulimie e controlli sani. Tra questi gruppi si è rilevato un notevole aumento di recettori CB1 nelle anoressie ed il risultato è coerente con una sorta di processo di compensazione impegnato nel defici del livello di endocannabinoidi o a ridotta funzionalità dei recettori CB1.
Le disponibilità dei recettori sono aumentate nei pazienti affetti da anoressia e da bulimia specie in una zona definita insula, una regione cerebrale che integra le percezioni del corpo, le informazioni gustative, la ricompensa e l’emozione. In questa tipologia di pazienti queste funzioni sono innegabilmente compromesse e il ruolo degli endocannabinoidi nel controllo dell’appetito, soprattutto se, come peraltro risulta essere, lo si considera legato alle altre percezioni disequilibrate cui facevo cenno, è intuitivo comprenderne l’importanza.
Lo studio riportato è ancora in corso, quindi non è ancora arrivato il giorno nel quale si potrà contare sull’utilizzo di un farmaco per curare queste sindromi, al momento trattate clinicamente osservando più protocolli “sperimentali”, o forse meglio dire “incasellati” in uno schema più legato alle tossicodipendenze che non ai disturbi del comportamento alimentare, quindi protocolli non consolidati, sia dal punto di vista farmacologico che psicoterapico, oltre che nutrizionale.
In ogni modo il fatto che il sistema endocannabiode possa divenire un bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci per la cura di queste sindromi mi sembra un notevole passo in avanti, nella speranza che, accanto alla chimica in senso stretto, rimanga la sperimentazione relazionale così importante in questi casi.
Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
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Commenti
Tommaso Mazzoni
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“Cannabis proibitissima, ma solleva dal dolore, ferma i tremori della sclerosi multipla e consola la schizofrenia”. Bene. Ma allora, che possa essere usata in terapia!
Però soltanto per quella, ma non per rovinare il fisico – e non soltanto quello – di chi la usi per crearsi un proprio pseudo-paradiso.
Interessantissimo e molto ben circostanziato, questo articolo. Molti complimenti!
Tommaso Mazzoni Dpro.
Mariolina Nobil
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Ho”condiviso il link” su fb con commento, ma non so se è andato a buon fine Ringraziavo Luisa Barbieri, chiedendole di non lasciare politicamente soli i Radicali Italiani e il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, che mi risulta siano gli unici organismi politici che nel Parlamento italiano ,in Europa e nel mondo contrastano in tutti i modi le leggi proibizioniste.Più che trentennale è la battaglia dei Radicali per la LEGALIZZAZIONE( non Liberalizzazione) delle droghe.Il proibizionismo ha prodotto leggi nefaste capaci solo di riempire le carceri e di impedire perfino l’ uso terapeutico
delle sostanze, senza peraltro far diminuire il numero dei “drogati”e di arricchire smisuratamente i narcotrafficanti con le tragiche conseguenze x l’economia, la sicurezza, la pace. La “lotta alla droga” è fallita, stanno dicendo finalmente prestigiosi rapporti internazionali e i Radicali ribadiscono le proprie proposte.come quella clamorosa all’ONU di comprare l’oppio dai contadini Afgani per toglierlo ai Talebani! Ma l’informazione non passa e i Radicali sono soli. Urge unire le forze, dicevo, stando insieme di volta in volta sulle iniziative che si condividono, senza squadrismi ideologici o pregiudizi partitocratici E quella della Cannabis Terapeutica potrebbe essere il primo passo! Per questo chiedevo e richiedo qui all’autrice, se non l’avesse già fatto, di contattare il segretario di Radicali Italiani Mario Staderini, Claudia Sterzi dell’ARA (associazione radicale antiproibizionista)e il senatore Marco Perduca della LIA ( lega internazionale antiproibizionista ) GRAZIE Mariolina Nobili
Giovanna Arrico
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Restiamo in attesa di arrivare al farmaco per curare queste patologie, restiamo in attesa che si possa trovare una strada psicoterapeutica più efficiente e un programma nutrizionale mirato che vada oltre alla “semplice” dieta prescritta spesso e volentieri come cura a queste malattie. Complimenti.