Caro Domani, scriviamo al presidente di Coop Adriatica. Come faremo ad arrivare alla pensione se il nostro lavoro è stato cancellato?
15-12-2011
di
Lucia De Maio e Carlo Vuolo, ex lavoratori di Unicoop Tirreno
Egregio Signor Turrini,
scriviamo a lei in qualità di presidente di Coop Adriatica per raccontarle la nostra vicenda all’interno di un altro pezzo del mondo cooperativo. Siamo due ex lavoratori di Unicoop Tirreno Carlo Vuolo e Lucia De Maio, di un gruppo di circa 40 licenziati, logorati da una vicenda che forse è stata la prima per il mondo Coop a vedere lesi i diritti e la dignità dei lavoratori. Si chiederà come mai ci rivolgiamo a lei, visto che ogni cooperativa ha la sua autonomia, ma dopo aver investito tutte le cariche più alte del mondo coop con i soli nostri umili mezzi cioè le parole, altro non abbiamo ottenuto che indifferenza, siccome conosciamo dal mondo del web la sua personalità il suo essere cooperatore che ha radici come d’altronde noi ben solide, conosciamo il suo impegno come Presidente di Coop Adriatica e soprattutto forse l’unico che presta la sua parola per essere più vicino al mondo reale dei lavoratori.
La nostra storia ha inizio nell’aprile del 2009 quando Unicoop Tirreno cede i solo 4 supermercati della Campania ad una società fantasma, intestata ad un noto personaggio cosiddetto “imprenditore” dell’hinterland napoletano; Michele Apuzzo e successivamente ad un nullatenente Innattore Renzo (aspettiamo ancora i nostri stipendi e T.F.R.).Operazioni di questo tipo in Campania, sono normalmente effettuate da società di comodo della criminalità organizzata A nulla è valso l’impegno e le lotte dei soci e lavoratori affinché’ i negozi fossero magari stati affidati a noi stessi, intanto solo dopo 5 giorni dal passaggio inizia a licenziare due lavoratrici, che ricorrendo in tribunale, il giudice del lavoro viste le situazioni oggettive di questa società le reintegra in coop, ad oggi siamo in mezzo alla strada a 45 anni; segue poi dopo sette mesi il licenziamento dei restanti lavoratori (e soci coop) oggi esseri invisibili della società e senza forme di sostentamento per le loro famiglie; quello che non riusciremo mai a comprendere e forse dovrà essere un punto di riflessione per tutta la parte buona che ancora c’è in Coop, come mai una Cooperativa che ha la sua storia la sua etica la sua mutualità, i suoi impegni decennali a combattere per la legalità abbia infangato l’onore di tali valori per prendere impegni con un mondo tutto diverso dal nostro?
Ognuno di noi oggi con un età media di 45 anni è senza lavoro e pur avendo vinto le cause vinte la coop non ci fa lavorare, come facciamo a vivere? A provvedere agli studi dei nostri figli? I dirigenti di Unicoop Tirreno hanno distrutto il futuro dei nostri figli. Come faremo ad arrivare alla famigerata pensione di cui il governo ci obbliga ad andare a 67 anni? Siamo diventati i nuovi poveri, siamo vecchi. Per il mercato del lavoro che ti ha prima spolpato e poi lasciato sulla strada dall´oggi al domani, sei un lavoratore fuori uso. Costi troppo. Meglio assumere un ventenne, magari in nero, dovremmo forse pensare di compiere un gesto estremo collettivo per avere un po’ di visibilità ed augurarci che queste cose in Coop non accadano più?
Ogni Cooperativa in 4 diversi territori Campani è nata negli anni 70 e 80 con l’impegno di migliaia di operai (conciari Solofra, Industrie agroalimentari nell’agro Sarnese Nocerino, siderurgici di Napoli, Castellammare di Stabia) di combattere il caro vita che vedeva nonostante il benessere crescente della società l’arricchimento da parte di imprenditori commerciali che la facevano da padroni in piccole città del sud e grazie a questi operai ed al loro impegno suggellarono il grande evento socioeconomico che fu’ la nascita’ di questi negozi, per ora ci fermiamo qui ma la storia da raccontare è lunga e gloriosa, è una storia cooperativa non meno importante che in tante altre parti d’Italia.
Siamo davvero stanchi, noi che abbiamo sempre lavorato con passione e senso d’appartenenza e tanto ancora vorremmo dare. Affidiamo a lei le nostre vite le nostre speranze affinché ci sia qualcuno che abbia voglia di costruire il nostro e il futuro della nostra cooperativa la prego faccia qualcosa per noi.
Certi di un vostro interessamento vi porgono distinti saluti.