La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

C'è posta per noi »

Caro Domani, l’Afghanistan del lavoro è qui a casa nostra, ma il governo se ne dimentica

14-10-2010

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Anche nella morte non c’è “par condicio”. Se in Afghanistan cadessero tre soldati al giorno la cosa verrebbe considerata intollerabile. Se muoiono in Italia 1.050 lavoratori nell’ultimo anno, per condizioni di lavoro senza alcun controllo da parte dello Stato, per criminale desiderio di profitto dei datori di lavoro, tutte evitabili da una ordinaria applicazione di leggi esistenti, non c’è scandalo e la cosa viene considerata tollerabile.

Il “governo del fare” non fa nulla per fermare questo massacro, però trova cifre colossali per mandare mercenari in Afghanistan a rimorchio degli USsa, specialisti in guerre perdute e inutili, dove i “terroristi” sono gli invasori che hanno l’impudenza di definire la loro guerra di aggressione una missione di pace e di diffusione della democrazia.

Se veramente vogliamo mettere paura ai talebani, da un nostro bombardiere sganciamo il ministro La Russa, il più potente pallone gonfiato di cui dispone il nostro arsenale, facendo in modo che arrivi vivo. Un suo discorso alla popolazione indigena su pace e democrazia, in diretta tv, sarebbe paragonabile a una arma di distruzione di massa e la resa degli afghani agli occidentali sarebbe immediata.

Paolo De Gregorio, nato a Roma, ha lasciato l'attività professionale e la grande città: oggi abita in Sardegna, dove ha realizzato un orto biologico. Partecipa alla vita politica e sociale pubblicando on line riflessioni e proposte.
 

Commenti

  1. Paola Barni

    BRAVISSIMO !!!
    CONDIVIDO TUTTO, ANCHE L’IDEA DI PARACADUTARE LA RUSSA !!!

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