Caro Domani, nel Paese dei furbi a essere onesti si guadagna
12-05-2011
di
Marco Lombardi, precario della sanità, Firenze
Con che coraggio l’Italia chiede sostegno all’Europa? Candidiamo al vertice della BCE un nostro esponente, Mario Draghi, non celando affatto l’aspettativa di ottenerne poi un trattamento di favore, come l’amico bigliettaio che ci fa entrare gratis al cinema. Delle circa 150 procedure di infrazione comunitarie aperte verso il nostro paese, la numero 4908 del 2008 riguarda il regime di concessione degli arenili balneari. Questo violerebbe la Direttiva europea sulla libera circolazione dei servizi: le licenze andrebbero assegnate con gara. Il Governo prima si allinea, ricorrendo in Corte Costituzionale contro la Regione Abruzzo che estende per altri venti anni le attuali concessioni – ricorso n. 68/2010 -, poi ci ripensa, estendendole esso stesso per novanta anni. Un colpo di teatro che lascia incredula la Comunità Europea.
Su quest’ultima violazione, sembra pendere la scadenza elettorale: quanti comuni balneari andranno al voto? Sulle concessioni del demanio marittimo si reggono intere economie locali, un tessuto di attività familiari che si traducono in voti certi. Ma cosa perdono i governi locali? Assai in termini di canoni demaniali non pagati o pagati poco – se ne ricorda un servizio trasmesso da Report (Rai3) e un’inchiesta del Corriere della Sera. Non di meno circa i redditi non dichiarati da una categoria di evasori che a fatica il federalismo fiscale potrà toccare – è noto il caso Versilia.
Tutto ciò quanto costa? E soprattutto, chi paga? Due domande che, nel paese dei furbi, dovremmo porci più spesso. Capiremmo che, nel fregarci a vicenda, il bilancio finale vede la maggior parte dei cittadini rimetterci. Al di là del beneficio immediato offerto dal tiro mancino, l’onestà sarebbe la soluzione più redditizia per la maggioranza degli italiani che pagano le tasse, i contributi, le tariffe, la benzina, i premi assicurativi, le commissioni bancarie, i ticket sanitari e così via.
Per chiudere in tristezza, vale la pena ricordare che un Sottosegretario ed il suo staff costano alla collettività circa trecentocinquantamila Euro all’anno. Saputo il quanto, si indovini ora chi paga.