Caro Domani, ormai la Chiesa cattolica si è completamente scristianizzata
27-12-2010
di
Cettina Centonze, San Donà di Piave (Ve)
La chiesa cattolica, da un pezzo adoratrice del mercato, conia slogan. È in auge quello su “i principi non negoziabili” che sarebbe la difesa della vita dalla nascita alla morte. La chiesa romana, oramai scristianizzata, non ha l’autorevolezza per parlare della vita giacché ne impedisce tutte le espressioni che non siano a suo vantaggio. La vita umana é, innanzi tutto, pensiero: la decisione sul da farsi della propria vita, non può essere coartata da uomini alleati con un potere repressivo che ha aggravato le disuguaglianze nella distribuzione delle risorse, impelagati in gravi questioni morali come la pedofilia, insensibili ai bisogni dell’uomo; bisogni materiali e carnali.
A questa chiesa io dico che non ha più voce in capitolo, che non ha alcuna credibilità e le domando se crede in Cristo o piuttosto in se stessa.
Se credesse in Cristo, saprebbero che egli si é incarnato e, quindi, ha preso le sofferenze e i piaceri dell’uomo, le gioie e i dolori, le malattie e la morte per condividerle compassionevolmente non per giudicare le scelte personali a cui ha lasciato completa libertà.
Ma la chiesa cattolica crede esclusivamente in se stessa, nella propria conservazione, e usa il nome di Cristo, un Cristo asettico e platonizzato, come spauracchio per controllare le coscienze ed estorcere prebende.
Vuole essere centro di potere, centro di “cultura”, arbitra del libero pensiero umano creando una sua “civiltà” ipocrita e trionfalistica.
Chissà se Ratzinger, studiando, studiando é arrivato a capire se Gesù defecava – giacché, come attestano i Vangeli, mangiava o si liberava gli intestini in un qualche modo “spirituale”.
Le dico che Cristo non é morto per riscattarci da un presunto peccato originale, ma per volontà del sommo sacerdote che, avido di ricchezza e di dominio, schiacciava i fedeli con le formule della legge e ritenne quel Cristo pericoloso per il proprio potere.
Le dico che è stata incapace di conservare il concetto di comunità cristiana che comporta accoglienza disinteressata, condivisione disinteressata, comprensione disinteressata.