Caro Domani, sono un’insegnante precaria e scopro che una prof tedesca al primo incarico guadagna 2450 euro al mese, due volte il mio stipendio
30-08-2010
di
Antonia Bruno, insegnante, Bari
Non parlo di noi che prima o poi saremo costrette a fare lo sciopero della fame per difendere il posto di lavoro, parlo delle colleghe che hanno 20 anni di insegnamento e non arrivano a 1.400 euro al mese. Nei giorni di mare ho incontrato una simpatica insegnante di Amburgo, quasi 30 anni con tre anni di anzianità. Il suo stipendio è ancora da “principiante”, non so se si possa tradurre così: 2450 euro al mese. Ma a cominciare dal corso che sta per aprirsi, il primo scatto di carriera la porterà a 2790 euro e quando festeggerà i 20 anni di cattedra sarà ben sopra i 3500.
Un sogno per le abitudini alle quali ci costringono. Credo che la differenza tra Italia e Germania sia questa. La classe dirigente tedesca crede nella formazione delle nuove generazioni. Investe nella scuola non solo dal punto di vista tecnico ed umanistico soprattutto nella prospettiva del creare generazioni di cittadini preparati ad affrontare i problemi di ogni società consapevoli dei ruoli che ricopriranno con responsabilità e buon senso civico.
Le ho raccontato di cosa fanno i ragazzi in certe scuole d’Italia: violenze e telefonini che le registrano. La sua meraviglia mi ha sorpreso. Traduceva i miei racconti a due colleghi tedeschi di una certa età. Li ho visti sbalordire. In Italia solo la volontà degli insegnanti impedisce un caos programmato dalla mancanza di risorse nella ricerca e nella pedagogia. E sbalordivano ogni volta che indicavo giornali nei quali si raccontava di professori costretti a manifestazioni estreme per difendere la cattedra dalla quale hanno guidato le classi per dieci o vent’anni.
Le riforme Gelmini tese a gonfiare la scuola privata trasformando nel ghetto dei diseredati l’insegnamento pubblico sono il suicidio di una società post moderna ormai lontana dall’Europa civile. Che vergogna.