E’ un intervento lungo, esauriente, uno straordinario racconto di come siamo diventati, di cosa è oggi la Scuola Italiana. E, a porte chiuse per gli studenti, penso possiamo ragionare su quanto è scritto, con un po’ più di responsabilità e consapevolezza collettiva.
Leggo per la prima volta, e con interesse, questo articolo. Sono collaboratrice scolastica in un Circolo Didattico da nove anni e avrei anch’io molte cose da dire. Sottolineo prima di tutto che non in tutte le scuole vi è un’impresa di pulizie, nella provincia della mia città non raggiungono la decina e sono esclusivamente in istituti superiori. Io e i miei colleghi puliamo giornalmente le nostre scuole. Leggo che vi è un “bidello” ogni 2,2 classi. Noi siamo in sei, le classi sono dieci, quindi può essere vero, ma forse no. Nella scuola in cui lavoro ci sono più di 250 bambini, vi sono quasi trenta insegnanti, il personale di segreteria e quello di cucina (esterno). Vi sono dieci aule didattiche, l’aula computer, quella di religione, di sostegno e di inglese. Ci sono cinque aule laboratorio, tre uffici, due aule e un salone per le riunioni e una palestra. La scuola è circondata da tre parchi e vi si accede da tre grossi viali alberati che vengono spazzati giornalmente da… noi. E poi ci sono le scale, interne ed esterne. In sei puliamo tutto questo tutti i giorni. Ma a gruppi di tre al mattino e tre al pomeriggio (ed ecco come 2,2 a classe diventa 3,3 a classe). E contando i ventisei locali della scuola più gli otto corridoi e i 12 bagni si diventa… un bidello ogni QUINDICI LOCALI da pulire giornalmente. Esclusi i parchi. La scuola è a tempo pieno ed è aperta dalle sette del mattino alle sette di sera. Noi puliamo dalle 16,30 alle 19,00 di sera e quel che rimane (perchè rimane metà scuola, visto che in TRE in due ore e mezza puliamo quel che possiamo), viene finito dai tre colleghi del mattino dopo dalle 7,00 alle 8,25, orario d’ingresso dei bambini.
Ma se state sempre seduti tutto il dì, mi si dirà… Le scuole sono di quattro tipi: materne, elementari, medie e superiori. Quindi i collaboratori scolastici hanno funzioni diverse a seconda di dove lavorano. Nelle scuole materne le bidelle tagliano e preparano la frutta per i piccolini, li puliscono e cambiano al bisogno, li imboccano quando serve. Seguono, cambiano e puliscono i piccoli invalidi in assenza della loro assistente. Preparano loro i lettini, gli mettono e levano le scarpine, li coccolano quando hanno “nostalgia” della mamma. E fanno le pulizie. Ferme non stanno di sicuro. E a turno vigilano sull’ingresso, perchè nessuno scappi e nessun estraneo entri (ah, sì, lì stanno ferme, ci si riferirà a quello?). Alle elementari le bidelle distribuiscono la frutta nelle classi, sorvegliano i bagni e i corridoi, portano la posta a mano presso i vari enti (così la scuola risparmia in francobolli?), continuano le pulizie nei locali liberi per portarsi avanti sul lavoro e fanno fotocopie. Una marea di fotocopie. Continuamente fotocopie. Duemila e più al giorno per tutte le maestre e i bambini e, anche, in supporto alla segreteria. Naturalmente si occupano anche dell’igiene dei bambini normali e diversamente abili e del pronto soccorso. E a turno sorvegliano l’ingresso. Sarà per questo che gira voce che stiamo sempre sedute? Alle medie ci sono di nuovo le pulizie e le fotocopie ma lì comincia a essere soprattutto importante la sorveglianza. Ci sono i primi veri atti di bullismo, i primi furti, i fumatori, i writers e gli ormoni corrono. Non ci si porta più avanti con i lavori e ci si allontana il meno possibile dai corridoi. Parliamoci chiaro, la scuola non si fida più, i ragazzi vanno sorvegliati e, non essendoci guardie giurate, ci deve pensare il bidello. Che sta lì seduto davanti alla classe e si limita a pulire il corridoio, i bagni e le scale fra una campanella e l’altra. Oppure legge il giornale, per non suicidarsi dopo 5 ore di noia, pensando che all’uscita dei ragazzi avrà sì e no un’ora per pulire le aule e non può portarsi avanti in niente. Stanno seduti? Sì. Ma se volete potete farli alzare e muovere, poi però se un ragazzino ruba un giubbino, da fuoco ai cestini del bagno o prende a calcioni un compagno non lamentatevi. I bidelli più “immobili” sono alle scuole superiori, dove devono sorvegliare l’odierna società giovanile. Viene loro ordinato dal preside di non muoversi dai loro reparti e vengono ritenuti responsabili di ogni atto vandalico o aggressione avvenuta in loro assenza! Senza di loro i corridoi della scuola vivrebbero l’anarchia. Si potrebbero mandare a fare altro o tagliarli di numero, ma poi in quel corridoio, in quel bagno, in quell’angolo di cortile, chi sorveglierebbe gli studenti? E, naturalmente, anche loro fanno le pulizie.
Ricapitolando, in una scuola ci sono sei bidelli, uno ogni 2,2 classi (circa 50 bimbi + insegnanti). Lavorando a turni diventano uno ogni 3,3 classi (circa 75 bimbi + insegnanti). Lavorando su 46 locali diventano uno ogni 15 locali da pulire. Tempo di pulizia della scuola a disposizione 2,30 ore al giorno. Esclusi i cortili.
Ricordo che quando si dice che ad una scuola sono stati assegnati 20 collaboratori scolastici si intende che ad una Direzione sono stati affidati tot collaboratori, che verranno spalmati e distribuiti su tutte le scuole e succursali di sua competenza. Nel mio Circolo Didattico ci sono 24 collaboratori DIVISI fra quattro scuole elementari e tre scuole materne, di varia metratura, con più sedi e su più turni di servizio, essendo tutto il Circolo Didattico a tempo pieno. La mia è la più grande e ne ha sei, la più piccola ne ha solo due.
Voglio sottolineare che quando un bidello è fermo in corridoio o nell’ingresso c’è SEMPRE dietro un ordine dall’alto. Il Dirigente vuole la sicurezza scolastica e dire che il collaboratore non fa niente equivale a dire che la guardia giurata fuori da una banca non serve a niente!
Purtroppo bisogna segnalare i punti dolenti.
Il primo è l’assenteismo. Anni fa il mio lavoro era spesso assegnato dal Comune a persone che definire “inadatte” è una carineria. Vedove analfabete, disoccupati con problemi familiari e… ex tossicodipendenti da reinserire nella società. Gente incapace di stare in società e con i ragazzini, gente che ha sempre fatto, e fa, quello che vuole. A questi bisogna aggiungere tutte quelle madri lavoratrici che, semplicemente, si rifiutano di fare un qualsivoglia straordinario e che sono sempre in malattia per via dei figli (salvo vederle in centro con gli stessi la sera, all’ora dell’aperitivo). O i colleghi anziani, “che io fare di più non posso” e si siedono mentre gli altri lavorano, ma sono da capire e da coprire (peccato facessero così già a trent’anni). E la miriade di “invalidi”, che non possono fare le pulizie, non possono piegarsi, non possono trasportare oggetti pesanti, ma la sera vanno a ballare e, pur avendo problemi di vista, guidano la macchina alle due del mattino. E tutti coloro che usufruiscono della Legge 104 (tre giorni liberi al mese per assistere un familiare invalido) per un parente invalido che vive a 600 chilometri da casa loro con moglie e altri figli in casa!
Sono gli intoccabili, anche perché le leggi che riguardano la scuola sono contorte e farragginose e rendono quasi impossibile colpire o licenziare un dipendente. Abbiamo presidi che prendono più che bene ma che non fanno, semplicemente, il loro lavoro come si deve. Perché è troppo complicato, non hanno tempo, non hanno voglia, semplicemente non gli interessa, tanto mica sono colleghi loro e a loro nessuno li comanda e fanno quello che vogliono. E per questi colleghi subiamo noi e viene umiliata tutta una categoria!
Da ultimo voglio ricordare che adesso per diventare collaboratore scolastico bisogna essere in possesso di un diploma di scuola superiore di almeno tre anni e avere la fedina penale pulita. Noi non facciamo più solo le pulizie, ma ci occupiamo anche di macchinari sofisticati, supportiamo la segreteria, trasportiamo documentazione e denaro per conto della scuola. Ci occupiamo dell’incolumità degli alunni, del loro primo soccorso (facciamo corsi di pronto soccorso e sulla sicurezza con i vigili del fuoco), della loro igiene. Abbiamo 32 giorni di ferie l’anno per 945 euro minimi al mese. Siamo in servizio durante le vacanze di Natale, di Pasqua e di Carnevale, a luglio e ad agosto. Apriamo le scuole alle 7 del mattino e, in alcuni casi, le chiudiamo anche oltre la mezzanotte. Ci viene chiesta affidabilità e professionalità. Nessuno lo sa, ma siamo pubblici ufficiali. Quando sono passata di ruolo ho prestato giuramento allo Stato Italiano.
Vogliono tagliarci di numero perchè siamo troppi? E chi pulirà le scuole, chi sorveglierà e cambierà i bambini, a chi si affideranno gli insegnanti al di fuori delle aule? Ad un’impresa di pulizia? Persone dall’ignota fedina penale, che cambiano lavoro continuamente e di cui nessuno sa nulla? Che se sparisce una cosa nessuno sa dove andare a cercare? Anni fa la mia Direttrice Amministrativa mi disse che volendo già da tempo avrebbe potuto richiedere un’impresa di pulizie. In questo caso le sarebbero bastati 2/3 bidelli a scuola per le aperture e chiusure e per le fotocopie. Ma non l’avrebbe mai fatto. Perché non avrebbe saputo “chi si metteva in casa”, gli insegnanti e la segreteria non avrebbero avuto appoggi onesti e affidabili, i bambini non avrebbero avuto chi li seguisse e proteggesse, avrebbero dovuto rinunciare alla sorveglianza dei vari piani e corridoi della scuola. Ed era pensiero comune di buona parte della città.
Ma il mio è il caso di una città della Lombardia, non è il Lazio con le sue maxi imprese di pulizia e non è una buona parte delle città del Sud, dove al fianco dei miei colleghi ci sono i lavoratori socialmente utili, gente che in qualche modo bisogna piazzare e che alleggerisce di molto il lavoro di tutti.
Se bisogna aggiustare le cose le si aggiusti dove si deve, non ciecamente, fregandosene delle varie esigenze e realtà regionali, cittadine, scolastiche.
Si smetta di assumere personale senza tener conto delle opinioni del loro datore di lavoro, si smetta di assumere invalidi in ugual misura dei colleghi “sani” (vi immaginate una fabbrica con 200 dipendenti di cui 100 sono INVALIDI e non fanno NIENTE?). Si valutino anche l’orario scolastico, l’ampiezza delle scuole e il numero dei loro locali (con la legge attuale se dovessero assumere qualcuno per pulire Versailles direbbero: “Ci vivono solo i custodi che son quattro, quindi basta solo una donna”! La voglio vedere questa poveretta che si pulisce una reggia da sola perché ci sono pochi abitanti e quindi basta e avanza…).
Scusate la lunghezza di questo mio sfogo, ma certe cose è bene sottolinearle. Noi non siamo giocattoli che stanno in vetrina. Noi lavoriamo, ci diamo da fare e combattiamo tutti i giorni contro i mulini a vento delle leggi che ci tagliano, degli alunni che ci ignorano, dei Presidi che se ne fregano, dei colleghi membri di categorie protette che ci guardano dall’alto in basso e di una popolazione che ci disprezza, il cui odio è istillato dal Ministro della Pubblica Istruzione, che invece di proteggerci ci paga pochi euro al mese e ci ritiene indegni della sua Attenzione (con il nostro stipendio, secondo lo Stato Italiano, viviamo con un reddito al di sotto della linea di POVERTA’).
Più vessati di così non si può!
Ah, già, almeno di noi si parla… I nostri colleghi ATA impiegati e tecnici nessuno li nomina mai…
Che capitolo doloroso è la scuola italiana… dove anche il Ministro della Pubblica Istruzione non ha alcuna idea del mestiere che fanno i suoi dipendenti…
Dal 1973 al 2004 in una Banca a fare quello che una volta si chiamava il Borsino. Laurea in poesia contemporanea alla Sapienza mentre era in arrivo il primo figlio. Dopo 53 anni romani, da 6 in un piccolo paese della Tuscia, a 400 metri tra la Via Francigena e la Cassia.Migliaia di cose casalinghe scritte in Rete. Edito niente. Nel 2001 mia figlia mi chiese di accompagnarla a Genova nel 2001, aveva 16 anni. Siamo state imprudenti e ostinate. Lo siamo ancora.Speriamo lo diventino anche altri.
Doriana Goracci