Caro Domani, l’orrore dei bambini pappagalli che cantano e scodinzolano in Tv
21-11-2011
di
Antonello Sciuti, impiegato, Foggia
Ho quattro nipoti, tra i 5 e gli 11 anni. Tre bambine e un ragazzo ormai “grande”. Il sabato sera restano alzati per guardare la trasmissione condotta da Antonella Clerici, mi pare si chiami “Ti regalo una canzone”. Protagonisti bambini-pappagalli vestiti e obbligati a sembrare grandi. Bambine travestite da entraineuse: sculettano, sospirano nell’imitazione sconfortante delle esibizioni dei cantanti adulti. Per non parlare dei maschietti, occhi chiusi, sguardi languidi e magari un vocione che comincia. Due settimane fa uno schricchiolino di bambina è scoppiata a piangere: a sorpresa la Clerici ha tirato fuori il padre e la piccola non lo sapeva e si è commossa o terrorizzata fino alle lacrime. Bel colpo per lo spettacolo ma anche un colpo per la sensibilitù dei poveretti che resteranno per sempre plagiati dalla fama evanescente della comparsata televisiva. Com’è possibile che nei tg i bambini vengano giustamente sfuocati perché la loro immagibne è protetta dal buonsenso fino alla maggiore età, ed eccoli sfruttati per l’audience quando la pubblicità paga e la rete Uno ha convenienza a fare il pieno. Bisogna dire che altri bambini hanno cantato ogni pomeriggio per una settimana, leggendario Zecchino d’Oro. Anche loro da condannare? Nemmeno per sogno. I miei bambini li imitavano senza ritrosie o sdiliquimenti perché nello Zecchino restano bambini con le loro filastrocche a volte noiose ma che piacciono ai piccoli della mia famiglia. Ripensandoci i due spettacoli rappresentano due Italie. Il paese dei vecchi balocchi, il paese dei magnaccia furbi disposti a passar sopra ad ogni innocenza pur di fare spettacolo.