Mi trovavo ad Assisi per un incontro sulla Bibbia. Dopo una visita alla basilica e alla tomba di San Francesco, rientrato in albergo vedo un tg del tardo pomeriggio che mi offre l’immagina dissacratoria che temevo. La celebrazione dell’82° anniversario dei Patti lateranensi alla fine si è tenuto nell’ambasciata italiana con le massime rappresentanze tra i due stati: Italia e Vaticano. Tra tutti splendeva lui, beatamente stravaccato tra Bagnasco alla sua destra e Bertone alla sua sinistra. Mancava Gesù Cristo.
Bertone parlava sempre ostentatamente con il presidente della Repubblica, Napolitano, e Bagnasco subiva le avances di Berlusconi senza potersi esimere. Berlusconi, come sempre privo di ogni qualità istituzionale mirava all’effetto che fa in tv e si mostrava oscenamente con le gambe accavallate ad incalzare Bagnasco, il cui disagio era palpabile (almeno a vedere la tv). Timido di suo, cercava di mantenere il contegno di chi è lì controvoglia, ma non ha fatto l’unica cosa che doveva: alzarsi e andarsene dicendo: «Abbiate pazienza! Col consumatore finale di minorenni proprio non me la sento! E’ più forte di me. Mi scusi, presidente Napolitano, devo andare.
Una volta si diceva che la diplomazia vaticana era la «mejo der monno» perché tutto era calcolato al millesimo del micron di secondo. Nulla sfuggiva alla perfidia clericale. Oggi, ne sono convinto, questa leggenda metropolitana ha messo a nudo l’imperizia e le scempiaggine di un manipolo di preti che si credono intelligenti, mentre sono solo pasticcioni improvvisatori e senza lungimiranza. Dovrebbero pensare e agire con i criteri del Regno di Dio, si sono ridotti a misurarsi con il sultanato Berlusconi. Papa Leone fermò Attila con le nudità delle sua mani e armato della stola di pontefice, ma con alle spalle Pietro e Paolo, invisibili, ma presenti. Papa Benedetto manda emissari insipienti a stringere le mani di chi è accusato di favorire e sfruttare la prostituzione di minorenni. Leone fu grande, Benedetto vive e respira in «sedicesimo».
Il Vaticano ha chiesto che la cerimonia si svolgesse a livello di rappresentanze senza colloqui privati tra Berlusconi e Bertone, come di prassi, in quanto era l’occasione non tanto per uno scambio di vedute, piuttosto per intrallazzi di compravendita di stampo ignobile: noi ti sosteniamo, tu ci dài. Per dare un «forte segnale» al Paese di dissociazione dai comportamenti immorali di Berlusconi, menti sopraffine vaticane hanno pensato: andiamo lo stesso, ma facciamo la faccia truce così tutti capiscono che rispettiamo «il protocollo istituzionale» tanto caro a Bagnasco, ma ci dissociamo dall’uomo Berlusconi. Ormai sono rimasti solo i cardinali di santa romana Chiesa a credere agli asini che volano e ai cavoli che crescono sotto le cicogne. Solo loro.
Il messaggio che è arrivato al Paese invece è stato devastante. Nessuno si è accorto dell’incontro mancato, ma tutti hanno visto cardinali e Berlusconi schierati insieme, seduti accanto e tutti hanno sentito il capo del governo che all’uscita dichiara: «E’ andata benissimo, come al solito». Questo è l’essenziale. Può sudare sette camicie Bagnasco a dire che è un incontro di «prassi», che non vi è stata enfasi; il Vaticano può piangere in greco e in aramaico, ma il messaggio passato è uno solo: Berlusconi, nonostante le terribili imputazioni è stato accolto e ricevuto «come se niente fosse». Cioè: tra me e la gerarchia cattolica non c’è né ci può essere alcun tipo di problemi perché l’accordo è totale.
Loro tacciono e ingoiano tutti i rospi che voglio e gli approvo tutte le leggi che vogliono e gli do tutti i soldi che chiedono, tanto pagano gli Italioti. Gli ultimi dati ufficiali lo confermano: diminuiscono gli studenti che si avvalgono della religione cattolica nelle scuole, di pari passo aumentano gli insegnanti di religione. La logica non fa una grinza. Se anche i preti non hanno nulla da dire, Vaticano e Cei, pur di rispettare il protocollo ed essere fedeli ad un «rapporto istituzionale» hanno tradito il vangelo, la loro stessa dottrina che propugnano quando gli fa comodo e, più di tutto, hanno tradito il loro s popolo che sembra si sia svegliato dal letargo virale berlusconista in cui la stessa gerarchia lo ha inchiodato per la sua miopia politica e insipienza profetica senza profezia.
Era questo il momento del colpo di coda cardinalizia e dire pubblicamente che nessuna delegazione vaticana e della Cei sarebbe andata alla cerimonia dei Patti lateranensi nell’anno di disgrazia 2011 finché il siignor Silvio Berlusconi, accusato di delitti gravissimi non si fosse fatto giudicare e non avesse chiarito la sua posizione con una sentenza di assoluzione, perché qualunque altra strategia non avrebbe fatto altro che aggravare la sua condizione di uomo (ir)responsabile del governo italiano. Chi governa deve essere un modello di moralità e il suo comportamento privato deve rispecchiare la trasparenza della sua funzione pubblica. Berlusconi è ormai l’icona degenere di un degrado istituzionale compromesso in radice: bisogna neutralizzarlo, non appoggiarlo, non rianimarlo come vuole Ruini che continua a sproloquiare di «stabilità istituzionale».
I cardinali invece, senza alcun ritegno morale e sussulto anche solo religioso, hanno preferito salvare le apparenze facendo finta di essere assenti, mentre partecipavano alla cerimonia. E’ evidente che si trovano a disagio accanto al Berlusconi magnaccia di minorenni, ma se volevano salvare il loro disagio, era loro obbligo, anzi «imperativo categorico» disertare l’insulsa e illecita raffigurazione degli scellerati «Patti lateranensi». Davanti a Dio e al loro popolo dovranno rispondere del motivo per cui hanno preferito la diplomazia e il protocollo al vangelo e alla loro stessa dottrina. Ancora una volta Berlusconi, uomo senza dignità e senza onore, senza etica e senza senso dello Stato, come si è letto anche nei documenti riservati, pubblicati da Wikileaks, si è servito di loro e per lui essere presente alla cerimonia vale una assoluzione pubblica perché tutto si gioca sulle immagini televisive.
Questa gerarchia senza fede e senza Dio ormai rappresentativa solo di se stessa e del governo Berlusconi è sempre più vicina al vuoto spinto e ha perso ogni autorità morale per parlare al popolo dei credenti o semplicemente al popolo sedicente religioso. Si sottopone a qualsiasi tortura morale pur di non rinnegare un incesto politico affaristico con un governo che dovrebbe condannare senza riserve e senza esitazioni. Invece ci troviamo eminenze che fanno da coreografia come i nani e le ballerine di un qualsiasi avanspettacolo a fare corona al satiro dei satiri, al professionista della prostituzione, al corruttore di quelle istituzioni che la gerarchia vorrebbe onorare. I cardinali, uomini per ogni stagione, non si rendono conto che il malato assatanato li sta usando senza pudore ed essi si lasciano usare, scomposti nel loro «rapportarsi in maniera istituzionale» che solo loro vedono, mentre il Paese tira le conclusioni: i vescovo sono d’accordo con Berlusconi; anzi fanno finta di criticarlo, ma alla resa dei conti lo appoggiano e lo sostengono.
Si lasciano corrompere da un corrotto che si vanta di sedurre e comprare tutte le gerarchie che vuole perché egli paga con denaro sonante, firmando le legge che gli eminentisismi esigono. Il profeta Geremia poteva sospirare: «Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciato sedurre» (Ger. 20,7); i cardinali concordatari e diplomatici ciechi e sordi allo Spirito di Dio, possono solo belare: «Ci hai sedotto, Berlusconi, è noi ci siamo fatti sedurre, ad abundantiam».
I vescovi hanno scelto la diplomazia, la convenienza, gli interessi, l’immoralità e l’interesse privato di questo tipo di presidente del consiglio e noi gli neghiamo il diritto di parlarci di morale, di progetto educativo e di «principi non negoziabili» perché essi tutto hanno negoziato, anche la loro coscienza, anche quel Dio in cui devono credere, sapendo bene che è un espediente mercantile per ingrassare la vanagloria a spese degli Italiani che sono moralmente e politicamente colpevoli di ribellarsi, insorgendo contro un governo e una maggioranza che li sta assassinando con il loro consenso. Cadrà Berlusconi e con lui cadranno certi cardinali, ma per rialzarsi subito e correre dai nuovi vincitori a contrattare su altre basi, con altre armi, ma sempre per lo stesso fine: senza di loro in Italia non si governa. W l’unità di Italia! W i 150 anni della «giovine Italia».
Nell’anno in cui si celebra il 150° anniversario della nazione italiana, anche il Papa e la gerarchia faranno qualcosa per ricordare l’evento: lo ha promesso Bertone a nome del Papa al presidente Napolitano. Nemmeno questa possiamo scamparci. Vedere il papa che ha scomunicato Vittorio Emanuele, Cavour, Mazzini, Garibaldi e tutta la compagnia risorgimentale, celebrare la vittoria di Pirro della nazione è uno spettacolo esilarante. Sì vittoria di Pirro, perché da quando il Papa dovette cedere «il territorio» al nuovo potere, il Vaticano ha allargato il suo dominio sull’anima del Paese, condizionando sempre di più le libere elezioni democratiche e interferendo con il parlamento nel formulare leggi sempre meno democratiche e sempre più clericali. Siamo ormai arrivati al fondo dell’ignominia: il parlamento berlusconizzato come difende a spada tratta il proprio padrone, fonte di sicurezza economica per ciascun parlamentare, così si piega ad ogni desiderio della gerarchia ecclesiastica facendo leggi antidemocratiche e solo clericali.
Al peggio veramente non c’è fine perché forse il Pastore che il 17 marzo 2011 emanerà un motu proprio con cui annetterà virtualmete l’Italia al Vaticano. Berlusconi con tutta la sua indecenza non si opporrà, ma diventerà forse cardinale per sottrarsi alla giurisdizione che lo “perseguita”. Buon compleanno, Italia!
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).