Pontida, che oggi vedrà più telecamere che idee nuove, dovrebbe essere il luogo dove si celebra l’unità padana, ma fu invece il luogo dove si consumarono tragicamente le faide tra i comuni alleati del papa e quelli alleati con il Barbarossa. Tanto è vero che la distruzione di Milano da parte delle truppe imperiali fu auspicata e voluta da molte città lombarde che oggi dovrebbero essere considerate patria leghista, ma hanno dimostrato nelle recenti elezioni di considerarsi quello che sono sempre state: Italia municipale. Infatti la padania non esisteva nell’antichità, non esisteva nel Medioevo e non esiste neppure oggi. È una invenzione politica di Umberto Bossi, che oggi deve fare il grande annuncio (forse di niente) atteso e preparato su tutti i media per riagganciare le masse leghiste sempre più incazzate contro un governo dal quale non hanno ottenuto, anzi, come dicono loro, ‘portato a casa’ un tubo. Tranne l’inselvatichimento della politica in un continuum di porcate e bugie mitologiche, mischiate alle porcate e bugie ad personam di Berlusconi.
Cronache dall’Alabama, profondo Nord (2) – E dagli con la caccia all’immigrato
L’altro giorno scrivevamo che la Lega si preparava a portare a Pontida lo scalpo di qualcuno o qualche cosa. Ed ecco infatti il ministro Maroni agitare lo scalpo dei più poveri e indifesi: gli immigrati. Da Berlusconi, che i leghisti tengono ormai al guinzaglio, il ministro degli Interni ha ottenuto il decreto che peggiora condizioni e tempi di detenzione (18 mesi!) per persone che non hanno commesso alcun reato. E non si capisce come sia possibile questo ulteriore affronto ai diritti umani senza che intervengano la Corte Europea, la Corte Costituzionale o magari soltanto la coscienza di qualcuno. Maroni, convinto che non basti più far circolare la palla degli 8 mafiosi arrestati ogni giorno, appare in tutti i tg alludendo e minacciando. Spera che la cosiddetta ‘base leghista’ si accontenti di un po’ di sadismo anti immigrati, in cambio di niente. La malvagità è fine a se stessa e dovrebbe supplire alla mancanza di politica economica e pure del federalismo, che sembra diventato una sorta di borborigmo intestinale prodotto da pance piene per ingannare quelle vuote.
Cronache dall’Alabama, profondo Nord (3) – La farsa del grande prato verde
I tg ci dicono, con parole e immagini d’archivio, che tutta l’Italia pende, per così dire, dalle labbra di Pontida, cioè di Bossi, che, con la sua pronuncia gutturale e confusa, deve eruttare qualcosa che faccia credere al suo ‘poppolo’ di essere sempre in marcia verso la vittoria finale contro Roma. Che poi sarebbe la capitale d’Italia, dove i leghisti si sono piazzati benissimo alla corte del padano Berlusconi. Insomma, i più fini commentatori televisivi ci dicono apertamente che l’Umberto si prepara ad agitare sul pratone lottizzato di Pontida lo scalpo (finto) di qualcuno o qualche cosa, tanto per gabbare la folla raccolta sotto il sole delle Alpi. Folla verdeggiante e allegramente bicornuta, che potrebbe anche essere meno osannante di quello che vorrebbe un leader massimo berlusconizzato dalle sconfitte e insidiato al vertice da federalisti trasformati ormai in federali di regime. Ma, ci dicono i soliti addetti ai lavori, il regime non esiste: prova ne sia che ha perso le elezioni. Come se della rovina di regimi invincibili non fosse piena la storia del mondo e dell’Italia.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.