490 deputati hanno votata "no" alla proposta di legge di Borghesi, Italia dei Valori: chiedeva l'eliminazione del vitalizio per onorevoli e senatori, più di 3 mila euro l'anno dopo appena 5 anni di presenza in Parlamento. Ma ne bastano meno: superata la metà della legislatura sono a posto per tutta la vita. Proprio italiani diversi
Da destra a sinistra, Montecitorio si ribella: guai a chi tocca le nostre pensioni
18-10-2010
di
Antonio Borghesi
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di Montecitorio possa accettare l’idea che gli si chieda di percepire un vitalizio o una pensione versando contributi per quarant’anni, quando a noi bastano cinque anni e poi per tutta la vita non abbiamo pensieri. La distanza tra il Paese reale e questa istituzione deve essere ridotta ed evitata. Non é accettabile che vi siano persone presenti in parlamento magari per un giorno – esistono tre casi-, poche ore che valgono 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che altre persone rimaste fra noi appena sessantotto giorni e poi dimesse per incompatibilità, ricevano lo stesso assegno vitalizio, più di 3.000 euro al mese. E la vedova di un parlamentare che mai ha messo piede in Parlamento continui a godere la reversibilità del marito.
È un tema da affrontare. Problema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta è il progetto di legge all’ordine del giorno: chiediamo la soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per i deputati che hanno declinato il mandato. Chiediamo di versare i contributi a noi trattenuti all’ente di previdenza nel caso un deputato avesse svolto precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di noi di cumulare i versamenti con altri contributi realizzati nell’arco della vita seguendo i criteri normali riservati ad ogni cittadino e ad ogni lavoratore: la pensione corrisponderà all’ammontare dei versamenti.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, sé possibile procedere alla revoca da noi prospettata. Consentirebbe di far risparmiare al bilancio della Camera e a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani 150 milioni di euro l’anno, 281 miliardi delle vecchie lire >
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori ha proposto l’abolizione del vitalizio. Ecco come ha votato La Camera:
- Presenti 525
- Votanti 520
- Astenuti 5
- Maggioranza 261
- Hanno votato sì 22
- Hanno votato no 498
Nei giorni degli appelli per un accordo faticoso tra i partiti per lavorare assieme nella soluzione della crisi, a fine settembre, in pochi minuti, i partiti si sono messi d’accordo nel respingere la proposta dell’abolizione delle loro pensioni. Il portafoglio degli onorevoli non ha colore.