Pd e Italia dei Valori insistono nella candidatura a governatore di un sindaco che andrà in tribunale. Ha aggredito Alex Zanotelli contrario alla privatizzazione dell’acqua: “Sembra più un attore che un prete. Irresponsabilità che merita una denuncia giudiziaria”
Da anni politica italiana schizofrenica. La coerenza è merce sempre più rara. Roba da vecchi “azionisti”, direbbe l’onorevole D’Alema. Le cronache di queste settimana confermano il trend.
Mentre nella commissariata Bologna (Italia) un PD in crisi di nervi rivendica le dimissioni dell’ex sindaco Delbono – per ora nemmeno rinviato a giudizio – quale esempio tangibile della serietà e del rigore di una sinistra “di governo” orgogliosamente allergica alle consuetudini berlusconiane, in Campania (Italia) il medesimo partito – con l’inatteso e tormentato supporto dell’Italia dei Valori – ha deciso di candidare alla Presidenza della Regione Vincenzo De Luca, ex deputato DS e sindaco di Salerno, rinviato due volte a giudizio per associazione a delinquere, concussione, falso e truffa. Il governatore uscente Bassolino di rinvii a giudizio ne aveva ricevuto uno soltanto…
Come dicevo, a prescindere dalle vicende giudiziarie, ciò che più stupisce in questi casi sono le incoerenze e i profili umani dei protagonisti. Da Flavio Delbono, insospettabile amministratore prodiano, economista keynesiano allievo del Nobel Amartya Sen, caduto in disgrazia a meno di un anno dalla sua elezione in seguito all’esplosione del cosiddetto “Cinzia-gate”.
Fino al suddetto De Luca, già noto come “sindaco-sceriffo”. Alla faccia dello statuto PD, è sindaco dal 1993 (con una pausa, trascorsa in Parlamento). Ben prima del Cofferati “Tex Willer” e dell’assessore Cioni di Firenze, il sindaco di Salerno si era fatto notare per la sua severità nelle politiche sulla sicurezza. Un new deal che, ben prima della “svolta” di Veltroni, porterà alla rottura con i partiti (e con gli elettori) alla sinistra del PD.
Il Rudolph Giuliani campano, da sempre in rotta di collisione con l’ostile Bassolino, non ha mai nascosto le proprie idee dietro parole di circostanza. Basti pensare a come l’onorevole De Luca, nel giugno 2007, si rivolse – in un messaggio video – al missionario comboniano Alex Zanotelli, reo di aver denunciato pubblicamente gli scandali legati alla privatizzazione dell’acqua e allo smaltimento dei rifiuti, invitando i cittadini alla mobilitazione. “Mi è capitato di sentire le dichiarazioni di tale padre Zanotelli, che sembra più un attore su un set cinematografico che un prete, parlare di questioni tecniche con un’irresponsabilità che avrebbe davvero meritato una denuncia all’autorità giudiziaria. È come se qualcuno dicesse pubblicamente: ‘Guardate che se bevete l’acqua prendete il tumore…’. Siamo a questi livelli”. Parola di sceriffo. Parole che delineano una personalità, uno “stile”, prima ancora che una linea politica.
Già, siamo proprio arrivati ‘a questi livelli’. Voci in soccorso del minacciato. Poche, deboli. Alex Zanotelli, come sempre, non si è lasciato impressionare. Nonostante l’assordante rumore delle cronache quotidiane, opportunamente selezionate nei palinsesti RaiSet (tra rivolte di “bande di extracomunitari”, imprenditori sciacalli, candidati indagati e discussioni sulla par condicio), padre Alex non demorde: lo scorso 10 febbraio ha divulgato via internet l’ennesimo appello contro la privatizzazione dell’acqua.
Come diceva Galeano, l’utopia è come l’orizzonte che ad ogni passo si allontana: “A cosa serve, dunque, l’utopia? Serve a questo: a camminare”.