Il dolore del figlio: rimpiange la dolcezza di un intellettuale che ha creato una casa editrice elegante e coraggiosa. Ha accompagnato da Reggio Emilia le esperienze dei suoi ragazzi lontani nel mondo "felice di saperli felici"
Addio ad Alessandro Scansani, l’editore che ha inventato Diabasis
14-04-2011
di
Emanuele Scansani
Alessandro Scansani
La morte di Alessandro lascia un vuoto enorme per la nostra famiglia, i suoi amici più cari e per il mondo culturale. La città di Reggio Emilia, e Castelnuovo Sotto, suo paese natale, lo conoscono e lo ricorderanno per l’impegno culturale e il dinamismo intellettuale che lo hanno contraddistinto. Tre anni di sofferenza non gli hanno mai fatto mancare la forza e la volontà di creare e stimolare cultura e nuovi spazi culturali. Ma non è con una sintesi dei suoi traguardi intellettuali o della sua formazione culturale che desidero ricordare mio padre. Bensì con un ricordo del suo coraggio e della sua grande semplicità umana.
Nonostante il devastante impatto fisico e psicologico della malattia, mio padre è stato fino all’ultimo in grado di gioire delle piccole cose della vita, riuscendo a trovare rifugio dalla sofferenza nella dolcezza della semplicità. Vicino fino alla fine a mia madre, mio padre ha passato gli ultimi frammenti della sua vita tra i colori e gli aromi di un giardino in fiore. Tra i suoi libri, fino all’ultimo. Quei libri che hanno sempre saputo offrire rifugio a me e a mia sorella Benedetta.
Una raccolta di esperienze culturali e umane, tesoro di una vita insieme, fatta non solo di un’estrema bibliofilia: libri, ma anche pietre, rami, conchiglie, icone bizantine, mappe, frammenti di una vita passata viaggiando, sognando e leggendo insieme. Un piccolo rifugio dove tutti noi abbiamo maturato una particolare sensibilità per il mondo e le sue culture.
Mio padre ha dimostrato fino all’ultimo che nei sogni si possa credere. Vivendo con serenità fino alla fine e incoraggiando i suoi figli verso traguardi che ci hanno spesso divisi, la grandezza umana di Alessandro mi ha spinto verso la Cina anche quando il mio cuore piangeva, rimanendo sempre al suo fianco. Sapere mio padre fiero di avere i propri figli lontani ma intenti a realizzare i propri sogni ha sicuramente incoraggiato me e mia sorella in tutti i tristi momenti attraversati.
La lunga malattia non gli ha impedito di vivere i suoi ultimi giorni circondato dal nostro amore, di noi tornati dai diversi angoli di mondo in cui ci trovavamo per realizzare sogni che esistono solo grazie ai suoi incoraggiamenti. Essere stato al suo fianco nei suoi ultimi istanti è stato il dono più straordinario. E questo è forse il miglior modo di coniugare sogno e dovere.
Con queste poche parole mio padre vorrebbe essere ricordato: “Sono stato felice”. Un grande uomo muore, ma la sua sensibilità culturale e il suo coraggio umano continueranno a essere fonte di ispirazione negli anni a venire.
Emanuele Scansani ha studiato scienze politiche internazionali dell'ex-URSS a Bologna e, in Gran Bretagna, a UCL e LSE, specializzandosi sui conflitti nei paesi comunisti e post-comunisti. Emanuele lavora al momento in Cina come Lecturer alla Harbin Normal University, nella Heilongjiang province.