Teresa Noce
I giochi di bambini tra gli odori e la polvere dei vecchi telai e della canapa. Il sapore e l’odore dei minestroni cucinati nei grandi pentoloni e mangiati insieme, mescolati ai ricordi del fascismo e della resistenza partigiana, prima e dopo la Repubblica dell’Ossola, le chiacchiere dei grandi, la gelosia e i pettegolezzi sulle donne staffette partigiane, la ribellione delle donne, la rabbia della madre nel perdere il lavoro, i dialetti della Romagna e della Valle Antrona.
La sconfitta e la speranza, il lavoro che non c’è più, il ritorno a casa e per molte l’emigrazione in Svizzera. E la bambina di 10 anni, dopo tanti mesi di vita nella fabbrica occupata, sente il dolore e la rabbia delle lavoratrici di doversene andare, marcia con loro e alla fine ascolta parlare una donna, sindacalista, Teresa Noce. La bambina non capisce molto di quelle parole, ma pensa che la sua vita potrebbe avere un senso se si dedicasse anche lei a difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, se diventasse una donna ribelle che non accetta che le si venga detto: “Taci tu, non puoi parlare di queste cose, sei una donna, cosa ne capisci”. E così, a tredici anni, nel primo giorno di carnevale, tenuta per mano dalla sua mamma, che impreca ma l’accompagna, si presenta alla Camera del lavoro di Villadossola.
A quindici anni, prende la motoretta dello zio e va ad organizzare uno sciopero alla Galtarossa di Domodossola. Gli operai ridono di quella bambina con i calzini bianchi che, davanti ai cancelli con un megafono, dice a tutti che devono uscire che non possono fare i crumiri e quando torna a casa la madre la prende a sberle e le dice di andare a ballare e non a fare il maschiaccio, ma lei invece va nella Valle Anzasca e Antrona, a parlare con i vecchi valligiani ed a spiegargli i loro diritti di pensionati e di ammalati, il prete scrive sul Risveglio Ossolano: “un lupo travestito da agnello” viene nelle nostre Valli, non credetegli, dietro la sua dolcezza c’è il lupo del comunismo”.
A vent’anni la bambina ormai diventata ragazza, di nascosto dalla madre, parte, lascia il paese, vuole conoscere se stessa e il mondo, lo gira in lungo e in largo, non vuole frontiere, non vuole ingiustizia, non vuole guerre. Ed è lavoratrice, sindacalista, pacifista, femminista, parlamentare, fino a diventare Vice Presidente del Parlamento Europeo che lascia dopo due mandati. Ma la bambina che oggi ha 71 anni e si vuole cittadina del mondo, quando torna a casa da un “viaggio in luoghi difficili” ha sempre voglia di un minestrone, quell’antico odore che è rimasto nel profondo e quel sapore che desidera sempre.
(Nota della redazione per i ragazzi che non sanno chi era Teresa Noce – Nata a Torino in una famiglia operaia (1900), nel 1921 è tra le fondatrici del Partito Comunista. Sposa Luigi Longo, studente in ingegneria. Il fascismo li costringe all’esilio, prima Mosca, poi Parigi. Va e viene clandestinamente dall’Italia e torna a Mosca, torna a Parigi. Dal matrimonio nascono tre figli. Nel ’36 va in Spagna, Brigate Internazionali contro Franco e gli italiani di Mussolini. Longo è responsabile dei volontari italiani che difendono Madrid. Sconfitti, si rifugiano a Parigi dove nel 1937 Teresa Noce pubblica “Gioventù senza sole”, romanzo autobiografico dove racconta la sua vita di profuga. Scoppia la guerra mondiale, finisce nel campo di concentramento di Rieueros. La libera l’intervento di Mosca in quel momento “alleata” a Hitler. Resta in Francia nelle file del Partito Comunista naturalmente clandestino. Partecipa alla Resistenza, arrestata e rinchiusa nei lager di Ravensbruck, campo delle donne. Poi lavori forzati in Cecoslovacchia. La libera l’esercito sovietico. Rimette piede in Italia dopo la caduta di Mussolini. Assieme a Nilde Iotti è una delle 21 donne che fanno parte dell’Assemblea Costituente, 1946, e una delle 5 donne della Commissione Speciale incaricata di elaborare la Costituzione. Deputata nel 1948, elabora la legge sulla “tutela fisica ed econonmica delle lavoratrici madri”. Diventa presidente dell’Unione Internazionale Sindacale dei Lavoratori Tessili. Nel ’54 si separa da Longo e a poco a poco lascia la politica, ultimo incarico nella Cgil. Libro d’addio “Rivoluzionaria professionale”: la sua storia e la storia del partito comunista italiano).)
Nata in Valdossola nel 1940, Luisa Morgantini è stata la prima donna a essere eletta nella segreteria della FLM (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) di Milano. Parlamentare per due legislature (eletta nel 1999 e 2004), le è stato assegnato il premio per la pace delle donne in nero israeliane e Colombe d'Oro per la Pace di Archivio disarmo. Inoltre risulta tra le mille a essere state in lizza per il Premio Nobel per la pace.