La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

di

È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

di

L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

di

Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

di

Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Mondi » America del Nord »

L’attore Danny Glover e il giornalista e regista Saul Landau, cittadini degli Stati Uniti, seguono da anni il caso dei 5 cubani condannati negli Stati Uniti a pene pesantissime per spionaggio. Hanno raccontato a Radio Progreso-Miami l’ultima, recentissima loro visita a Gerardo Hernández sul quale pesa una condanna a due ergastoli

Un attore e un giornalista Usa vanno in carcere a parlare con i famosi 5 prigionieri cubani: spie o eroi? Servizi segreti divisi

25-07-2011

di

6.50 a.m. L’aereo decolla dall’aeroporto di Oakland, California.

8.50 a.m. L’aereo atterra a Ontario, California; aspettiamo l’autobus preso in affitto al noleggio auto, saliamo sul mezzo affittato e viaggiamo a nordest verso Las Vegas. (Questo spiega il grande traffico in una domenica mattina)

9.30 a.m. Usciamo dal bus noleggiato con aria condizionata verso il sole bruciante del Deserto di Mojave, il paesaggio in cui si trova il Complesso Correzionale degli Stati Uniti a Victorville, California.

La guardia all’ accoglienza ci ha consegnato dei moduli. Dobbiamo riempire i moduli e aspettare insieme a varie donne nella sala di attesa. Manca un cartello in quella stanza di metallo grigio: “Poco amichevole”.

10.30 a.m. Saul chiede alla guardia quanto dobbiamo aspettare ancora: “stanno contando i prigionieri”, risponde.

11.30 a.m. Una guardia chiama il nostro numero. Passiamo sotto il metal detector e ci fanno l’ispezione personale. Una guardia ci mette un timbro sull’avambraccio. Ci è permesso di portare solamente monete di venticinque centesimi in tasca; niente altro –le monete che servono per i distributori automatici di cibi velenosi nella sala delle visite.

Si apre una porta senza maniglia. Danny, Saul e cinque donne entrano in un’altra stanza. Una guardia invisibile dentro un ufficio sigillato di vetro spesso chiude elettronicamente la pesante porta di metallo; un’altra guardia passa un apparecchio a luci ultraviolette sul timbro invisibile che portiamo all’avambraccio. Restiamo ad aspettare. Qualche momento più tardi la guardia invisibile apre un’altra solida porta di metallo.

I visitatori stanno in piedi in un corridoio nudo all’aria aperta, fra bunkers di cemento grigio e filo spinato sufficiente a sigillare frontiere nazionali. Il cocente sole del deserto ci mette sull’avviso per quel che riguarda i dintorni e il contrasto fra quello che l’architetto della prigione ha fatto e il paesaggio nel quale sono stati costruiti gli immensi bunkers di cemento; inquietanti montagne, deserti, cactus e ossa non visibili di morti –pionieri e indios.

Passando per una stanza sigillata elettronicamente, entriamo nella sala delle visite –e aspettiamo.

MEZZOGIORNO

Ci sediamo su sedie di plastica in miniatura che a nessun negozio verrebbe in mente di vendere. Si apre una porta; Gerardo Hernández emerge. Negli anni novanta i servizi segreti cubani lo hanno inviato a dirigere un gruppo di infiltrati al Sud della Florida.

Le bombe negli alberghi non attraggono particolarmente i turisti e l’economia di Cuba dipendeva dall’espansione del settore turistico. Nel 1997, allo scopo di arrestare l’ondata di attentati con bombe negli alberghi e nei ristoranti dell’Avana, il gruppo di Gerardo si era infiltrato in gruppi violenti dell’esilio.

I predecessori di Gerardo avevano cominciato ad infiltrarsi in questi gruppi prima ancora che lui nascesse. Nel 1959, ex ufficiali di Batista e altri esiliati controrivoluzionari avevano cominciato i loro attacchi aerei contro Cuba dalla Florida.

Cuba aveva protestato con Washington. Il Presidente Eisenhower aveva risposto scherzosamente: “E perché i cubani non abbattono quegli aerei?”. Ma Washingtono non ha fermato i voli.

Più di trenta anni dopo, José Basulto creò gli “Hermanos al rescate” per individuare i “balseros” (coloro che si lanciavano verso la Florida dalle coste cubane in precari natanti) nel mare fra Cuba e la Florida.

In seguito, gli Accordi Migratori del 1994-96 eliminarono la necessità di tale operazione. Basulto ha cambiato la sua missione. Ha convinto dei ricchi esiliati di destra a finanziare “Hermanos al rescate” per penetrare nello spazio aereo cubano e lanciare volantini provocatori.

Gli infiltrati cubani scoprirono che Basulto aveva sviluppato alcune armi che pensava di lanciare. Gerardo, che era l’agente di controllo dell’Avana, ha aiutato l’agente Juan Pablo Roque a scappare da Miami. Tornato a Cuba, Roque ha tenuto una conferenza stampa rivelando che lui stesso era stato un informatore del FBI. Come testimone oculare, ha fornito dettagli dei piani violenti di Basulto contro Cuba.

Questo aitante giovane pilota aveva ingannato gli “Hermanos al rescate” e anche la FBI. Si era addirittura trasformato nel cocco della congressista di estrema destra Ileana Ross-Lehtinen (una foto ce la mostra più che interessata a Roque). Poco dopo la conferenza di Roque, Basulto annunciava la sua intenzione di sorvolare il territorio cubano. Un funzionario della Casa Bianca e della Autorità Federale di Aviazione conoscevano questi piani, ma il governo alla fine ha accusato Gerardo di essere la fonte dell’Avana dei piani di volo di Basulto –tre apparecchi- che ha permesso che i MIG cubani ne abbattessero due. L’aereo di Basulto è rientrato a Miami.

Dopo che Roque ha rivelato la sua vera identità, i giornalisti delle radio di destra di Miami hanno cominciato ad affermare che Castro si era impadronito del FBI. Nel 1998, in parte per eliminare questa immagine, secondo Gerardo, l’ FBI ha arrestato lui insieme ad altri agenti cubani (i Cinque di Cuba), nonostante il fatto che essi avevano offerto al Bureau i dettagli di esplosivi nascosti e di armi, come pure un’altra informazione rilevante per l’eliminazione del terrorismo.

L’accusa degli Stati Uniti si basava sulla supposizione che i Mig avessero lanciato i missili nello spazio aereo internazionale. I vettori cubani indicano che l’azione è avvenuta nello spazio aereo cubano. Il governo nordamericano non ha mostrato immagini satellitari per ragioni di “sicurezza nazionale”. L’avvocato di Gerardo non l’ha preteso come prova evidente per la difesa.

“Perché”, chiede Gerardo, “il governo degli Stati Uniti non usa queste immagini se servono a dimostrare le ragioni della pubblica accusa?” Se l’abbattimento è avvenuto nello spazio aereo cubano, dice, non ci sarebbe delitto. Un appello pendente –una mozione per eliminare la condanna- userà questo argomento.

Durante il processo, esiliati estremisti hanno fotografato le tasse di circolazione delle auto dei membri della giuria. Una dichiarazione di innocenza, temevano i giurati, avrebbe potuto avere il risultato di vedersi bruciare le case o peggio. Pertanto, la giuria ha prestato poca attenzione al fatto che Gerardo non conosceva i piani di volo degli “Hermanos al rescate”, e che non ha avuto accesso alla decisione di Fidel di abbattere gli aerei che violavano lo spazio aereo. “Un caso Dreyfus nordamericano”, lo ha qualificato un avvocato durante il processo ai Cinque di Cuba.

2.54 p.m. Gli altoparlanti annunciano che l’or di visita è terminata. Un prigioniero che stava alle sue spalle, ha fatto i complimenti a Danny per il suo lavoro di attore. Danny ha girato la testa per ringraziarlo. E’ comparsa una guardia: “Mi dispiace, signore, ma non le è permesso di girarsi e di parlare con altri prigionieri”.

Gerardo fa spallucce. Un cartello in una delle stanze sigillate dice che la prigione di Victorville è un’istituzione “umanitaria correttiva”. Meno male che quel cartello non afferma che gli asini volano!

Gerardo voleva vedere il nuovo film di Saul, “Per favore, si alzi il vero terrorista”. La voce di Gerardo, registrata durante una conversazione telefonica, è presente nel documentario, come anche Danny. La prigione non gli permette di ricevere DVD; può vedere solo di DVD della biblioteca del carcere, che non è probabile che compri quel film.

Ogni sera le guardie se ne tornano alle loro case. Gerardo resta. Il sole tramonta dietro le montagne del deserto e le montagna di cemento, di acciaio e di filo spinato: Danny e Saul sospirano. Gerardo, sorridente, alza il pugno in un saluto trionfale.

Daniel Lebern Glover è un attore e regista statunitense. Saul Landau, intellettuale, autore e regista, ha scritto 14 libri. Il suo blog è http://saullandau.com/.

I più votati

--

I più scaricati

--