Questo gruppo musicale è nato nel 1962 praticamente dall’unione di due gruppi modenesi: i “Giovani Leoni” e “Paolo & i Gatti”. Prima del 1957 Victor Adolfo Maria Sogliani e Pier Farri avevano suonato in un gruppo chiamato “Hurricanes”; con alcuni cambiamenti di formazione mutarono anche il nome in “Le Tigri”, che erano composte da Maurizio Vandelli (voce e chitarra), Victor Sogliani (basso, sax), la sorella di Victor che suonava la chitarra e Pierluigi “Pier” Farri (batteria).
Nel 1960 al posto della sorella di Victor entrò alla chitarra Franco Ceccarelli, e nello stesso anno Sogliani abbandonò il gruppo per passare ai “Marinos” (che in quell’occasione cambiarono il nome prima in “Gatti” e poi in “Paolo & i Gatti”), dove suonavano Alfio Cantarella alla batteria, Franco Fini e Francesco Guccini alle chitarre, Marino Salardini al pianoforte e Paolo Guarnera (proveniente dai “Golden rock boys” guidati da un giovanissimo Andrea Mingardi) alla voce e al sax; questo gruppo era sicuramente più avviato de “Le Tigri”, in quanto effettuavano già molte serate nel nord Italia (mentre l’altro complesso, essendo costituito da studenti delle superiori, non poteva ancora dedicarsi alla musica in modo semiprofessionistico). Il posto di Sogliani ne “Le Tigri” (che cambiarono ancora una volta il nome in “Giovani Leoni”) fu preso da Luigi Simonini, mentre al posto di Farri (che preferì dedicarsi all’organizzazione degli spettacoli del gruppo dell’amico Sogliani) entrò alla batteria Claudio Dotti.
I due gruppi proseguirono in questo modo fino agli inizi del 1962. Poi Guccini partendo per il servizio militare lasciò un pò in crisi il gruppo, che in realtà era già in crisi per conto suo dal momento che Salardini e Fini avevano deciso di abbandonare la musica: è a questo punto che Pier Farri convinse Guarnera, Sogliani e Cantarella a prendere nel gruppo come voce e chitarra Maurizio Vandelli che, interessato alla musica in maniera più coinvolgente rispetto agli altri membri del suo gruppo, entra in “Paolo & i Gatti”… ma Ceccarelli non è d’accordo, e tramite un suo amico studente di legge, Corrado Bacchelli (in seguito produttore di Alan Sorrenti e fondatore della casa discografica CBO) minaccia di denunciare Vandelli per danni; a questo punto, in accordo con gli altri, si decide di proporre anche a Ceccarelli l’ingresso nel gruppo.
Quando, dopo le serate estive, nell’autunno del 1962 anche Guarnera decide di lasciare il complesso, i quattro restanti decidono di cambiare nome: nasce l’Equipe 84.
Pare che il nome sia stato suggerito da Pier Farri, e che sia dovuto al desiderio di avere un qualcosa che desse un richiamo internazionale, “equipe”; sul numero 84 invece si disse, sui giornali dell’epoca (da “Big” a “Ciao amici”) che era la somma delle età dei componenti del gruppo (ma Ceccarelli nella biografia della band “Io ho in mente te” sostiene che nacque dall’idea di essere chiamati a pubblicizzare il noto brandy “Stock 84”).
Dopo una serie di prove e di serate, i quattro riuscirono ad arrivare in sala d’incisione: il debutto avvenne per una casa discografica di Modena, ed il primo 45 giri inciso, “Canarino va”, era l’inno della squadra del Modena allora in Serie A, mentre sul retro vi era “Liberi d’amare”; anche se distribuito non in maniera eccelsa, questo disco attirò l’attenzione di Armando Sciascia, che stava cercando un gruppo per la sua casa discografica, la Vedette, e fu così che l’Equipe 84 finalmente firmò un vero contratto discografico.
Proprio in quel periodo, però, Sogliani fu chiamato per il servizio militare; si decise allora di farlo sostituire per i primi due 45 giri dal modenese Romano Morandi, che suona in “Papà e mammà” (sul retro “Quel che ti ho dato”, cover di “Tell me” dei The Rolling Stones) uscito nel 1964 e in “Ora puoi tornare”, pubblicato nel 1965.
I 45 giri si succedono nel 1965, addirittura 5 in un anno, con un discreto successo, al punto che la Vedette decide di pubblicare un album che esce nello stesso anno e che li racchiude, oltre a qualche inedito (come “Sei felice”, cover di “Tired of waiting” dei The Kinks).
Nel febbraio del 1966 partecipano al Festival di Sanremo con “Un giorno tu mi cercherai”, che sul lato B contiene una canzone scritta qualche anno prima dal loro amico Guccini, L’antisociale (cantata da Victor). È proprio subito dopo questo disco che il gruppo decide di rompere il contratto con Sciascia (la questione finirà in tribunale) e di firmare con la Dischi Ricordi che, essendo una casa discografica più grande rispetto alla Vedette, permette loro di raggiungere un successo più vasto: infatti il primo 45 giri inciso per la nuova casa discografica, Io ho in mente te (versione italiana di “You were on my mind” , scritta da Sylvia Fricker (del duo folk Ian & Sylvia) per i We Five, ma nota soprattutto per la versione di Barry McGuire) vince il Cantagiro nel 1966; sul retro del disco un’altra canzone molto celebre, Resta (cover di Stay di Maurice Williams, cantata anni dopo anche da Jackson Browne). In realtà le prime copie del disco avevano “Resta” come lato A, ma visto che “Io ho in mente te” era più richiesta dal pubblico, la Ricordi decise di ristamparlo con l’ordine invertito ed una nuova copertina.
Da questo momento l’Equipe 84 diventa il gruppo beat di riferimento e gli stessi Beatles pochi mesi prima ai microfoni di Adriano Mazzoletti e Mario Pezzolla su Radio Rai Uno li definiscono la band italiana “più in linea con i tempi” (parole di John Lennon).
Altro successo dello stesso anno è Bang bang (dall’omonimo hit di Sonny Bono inciso da Cher) che ha sul lato B un’altra canzone dell’amico Guccini, Auschwitz, in una versione con il testo leggermente modificato rispetto all’originale. Tutte queste canzoni sono contenute nell’album Io ho in mente te, pubblicato al luglio dello stesso anno.
Il 1967 si apre nel migliore dei modi, con il grande successo di una canzone scritta da Mogol e Battisti: 29 settembre, la storia di un tradimento, celebre anche per il parlato stile giornale radio (che tra l’altro spiega il titolo); sul lato B ancora Guccini, con È dall’amore che nasce l’uomo.
Ancora di Battisti l’altro successo dello stesso anno, Nel cuore nell’anima.
Nel 1968 la casa discografica Dischi Ricordi pubblica il loro terzo album, intitolato Stereoequipe, che racchiude i 45 giri dell’ultimo anno e mezzo più 4 inediti.
Nel 1969 l’Equipe 84 partecipa al Cantagiro con un’altra canzone di successo: Tutta mia la città cover italiana scritta da Mogol del brano Blackberry Way della band inglese The Move. Successivamente il gruppo decide di non fare più concerti.
Nel 1970 Alfio Cantarella viene trovato in possesso di sostanze stupefacenti ed è arrestato, la RAI decide quindi di escludere il gruppo dai suoi programmi, c’è però in ballo la sigla televisiva del programma “Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie” (la canzone omonima scritta da Vito Pallavicini e Paolo Conte), e la Ricordi riesce ad ottenere un accordo, per cui Alfio non apparirà più in televisione, e il gruppo cambierà nome.
Così il disco viene inciso con Mike Shepstone dei Rokes alla batteria, e mentre nell’estate 1970 Franco Ceccarelli abbandona il gruppo (e tenta con Ricky Gianco di formare una nuova versione dell’Equipe 84 che durerà pochissimo e non inciderà dischi), Vandelli e Sogliani decidono di farsi aiutare in sala d’incisione per l’incisione del progettato LP ID dal tastierista dei Dik Dik Mario Totaro, dal cantante Donatello alla chitarra e dal batterista de I Quelli (diventati in quel periodo “Krel”) Franz Di Cioccio.
Il disco è fortemente influenzato dal genere progressive, ma un po’ per il boicottaggio operato dalla RAI, un po’ per il mutamento di genere, passa inosservato (diventando una vera e propria rarità discografica).
Vandelli tenta di darsi alla carriera solista, pubblicando l’album L’altra faccia di Maurizio Vandelli, decide poi con Sogliani di proseguire con il gruppo come “Nuova Equipe 84”. Con Franz Di Cioccio alla batteria e Dario Baldan Bembo alle tastiere, al Festival di Sanremo nel 1971 la nuova formazione si classifica terza in coppia con Lucio Dalla cantando la sua canzone 4 marzo 1943. È un grande successo che gli permette di vincere il “festival del cabbasiso d’oro” a Ragusa.
Nel 1973 il gruppo riprende il nome di Equipe 84. Alle percussioni negli album Dr. Jekyll e Mr. Hyde e Sacrificio collabora Paolo Siani (componente dei Nuova Idea), che entrerà poi nel gruppo come batterista dal 1976 al 1977.
Il complesso partecipa a Un disco per l’estate 1974 con Mercante senza fiori e a Un disco per l’estate 1975 con Sogni senza fine.
Nel 1979 l’Equipe 84 partecipa, ma non suona al concerto in memoria di Demetrio Stratos. Dopo l’estate 1979, Vandelli vorrebbe rimettere insieme la formazione storica, ma non riescono ad esibirsi mai.
Nella primavera 1981, Vandelli annuncia lo scioglimento del gruppo. Tre anni dopo, però, Sogliani e Ceccarelli riformano l’Equipe 84 con Cantarella per esibirsi al concerto in onore di Francesco Guccini del giugno 1984 a Bologna, dove presentano “Auschwitz” cantata da Sogliani; Cantarella però abbandona il gruppo per dedicarsi all’attività di manager musicale, seguendo tra l’altro i concerti dei due compagni che, con altri musicisti, incidono un nuovo LP nel 1989, intitolato “Un amore vale l’altro”.
Nell’ottobre dello stesso anno, Victor Sogliani muore per un aneurisma e Ceccarelli continua ad usare il nome dell’Equipe 84. Vandelli invece, pur ritornando a fare dischi e serate dalla fine degli anni ’80, non ha mai voluto partecipare alle ricostituzioni della band. Un sito internet dedicato all’Equipe ha dato la notizia della scomparsa di Thomas Gagliardone negli Stati Uniti.
Tutti i membri dell’Equipe:
* Maurizio Vandelli (1963-1978): voce solista, chitarra, tastiere
* Victor Sogliani (1963-1978 e 1984-1995): voce, basso
* Alfio Cantarella (1963-1970, 1973-1976): batteria
* Franco Ceccarelli (1963-1970 e 1984-oggi): voce, chitarra
* Mike Shepstone (1970): batteria
* Franz Di Cioccio (1970-1971): batteria
* Ruggero Stefani (1972): batteria
* Paolo Siani (1976-1977): batteria
* Dario Baldan Bembo (1970-1972): tastiere
* Thomas Gagliardone (1972-1978): tastiere
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).