La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Rubriche » Cestino »

Gheddafi, mancava Ylenia

22-06-2009

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Il presidente Obama è stato a Buchenwald e ha detto: “Coloro che negano il genocidio dovrebbero venire qui. Non ho pazienza con loro”.
Ne abbiamo invece molta noi con i nostri capi di stato, ne ha il popolo americano ed europeo, asiatico e arabo, africano e tutto il terzomondista che non è affatto poco. Dal 1960 ne ha il popolo nigeriano, da quando è diventato indipendente e si è visto sottrarre oltre al petrolio da chi “non c’entra niente” , 380 miliardi di dollari.
Gli sporchi zingari se ne devono andare da qualunque parte del mondo che non sia la nostra, gli stranieri tornino a casa loro, chi ce l’ha come i palestinesi, si accontenti di stare dietro ad un muro, ce n’è un altro dove continuano a piangere la terra promessa, ce ne sono tanti di muri, dove ognuno ha un buon motivo per non avere più pazienza. Eppure la pazienza con loro c’è, con chi decide quando non aspettare più per bombardare, per annichilire, per sbeffeggiare, per rinnegare il diritto umano all’altro.
Era Ticket to ride cantata dai Beatles, oggi è diventata l’operazione contro l’immigrazione clandestina con mandato europeo: “sono sopratutto naufragi, ma anche incidenti stradali di tir carichi di uomini nascosti insieme alle merci. È il caldo nel Sahara o le nevi dei valichi montuosi, sono le mine dei campi di Evros, in Grecia, sono gli spari della polizia marocchina, dell’esercito turco o le torture delle carceri in Libia e Algeria. Per chi viaggia da sud, in un modo o nell’altro, di frontiera non è difficile morire…”
È così che dal 10 al 20 giugno ci saranno 67 eventi in 43 città italiane, dal titolo “Io non respingo“. È arrivato mercoledì 10 giugno alle 11:00 il leader libico Muhammar Gheddafi, il programma intero è visitabile qui .” Ad accoglierlo all’aeroporto assieme alla folta delegazione che lo accompagnerà (oltre 300 persone), il premier Silvio Berlusconi… Gheddafi – su sua richiesta – ha incontrato all’Auditorium, rappresentanze femminili del mondo politico, della cultura e dell’imprenditoria del nostro Paese. Un evento organizzato dall’ambasciata libica in collaborazione con il ministro per le Pariopportunità, Mara Carfagna che rappresenterà il governo. L’ingresso consentito ad un massimo di 700 donne: tra loro il sindaco di Milano Letizia Moratti. Nel suo intervento, il colonnello libico avrebbe parlato della condizione della donna nel suo Paese, mentre il ministro Carfagna si è concentrata sullo stato delle donne africane… Non risultano incontri del colonnello in Vaticano. Così come non è dato sapere chi sono stati, davvero, tutti gli ospiti italiani ammessi nella gigantesca tenda che Gheddafi ha chiesto fosse montata nei giardini di Villa Doria Pamphili, storica dependance del Governo italiano… Non ha parlato nell’aula del Senato, ristretto in una sala secondaria, eccetera. Gheddafi ha trovato il tempo per ricevere la laurea honoris causa in giurisprudenza all’Università di Sassari…
Dal punto di vista politico é mancato solo un incontro: quello con l’Associazione degli Italiani Rimpatriati dalla Libia (Airl) che rappresenta i connazionali cacciati dalla Libia nel 1970, cui furono confiscati tutti i beni. L’agenda non istituzionale lasciava però aperti dei margini”. Dopo tanto-troppo, capirete perché anche io come un uomo sulla terra, come una donna sulla terra, sottoscriva la lettera al Leader della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista.

È mancata a tutti questi “incontri” Ylenia, perché “ha cominciato a perdere sangue, probabilmente per un aborto spontaneo, si è sentita male ma non ha voluto chiedere aiuto. Ha avuto paura. Paura di perdere il lavoro appena trovato, paura, forse, di essere giudicata. Così è morta Vira Orlova, che si faceva chiamare Ylenia, una donna che avrebbe compiuto 40 anni l’11 giugno prossimo, di nazionalità ucraina, arrivata – forse due anni fa – in Italia, come tante donne dei Paesi dell’Est o donne che si imbarcano nella Libia di Gheddafi. Il corpo di Ylenia è stato trovato in una pozza di sangue in un appartamento di via Grotta Regina, nella località costiera barese di Torre a Mare”.
Lei ha un biglietto per partire? Non lo so perchè lei sta correndo così forte lei dovrebbe pensarci 2 volte. Lei non se ne preoccupa? Lei non grida Help?

Sono Exils, Esili da film, come quello di Tony Gatlif , dove Zano e Nanma ripercorrono a ritroso il cammino dell’esilio con la promessa di riconquistare anche le loro identità. Dormi mondo, riposa…

Doriana GoracciDal 1973 al 2004 in una Banca a fare quello che una volta si chiamava il Borsino. Laurea in poesia contemporanea alla Sapienza mentre era in arrivo il primo figlio. Dopo 53 anni romani, da 6 in un piccolo paese della Tuscia, a 400 metri tra la Via Francigena e la Cassia.Migliaia di cose casalinghe scritte in Rete. Edito niente. Nel 2001 mia figlia mi chiese di accompagnarla a Genova nel 2001, aveva 16 anni. Siamo state imprudenti e ostinate. Lo siamo ancora.Speriamo lo diventino anche altri. Doriana Goracci

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