La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » Italiani all'estero: i nostri politici ci fanno soffrire »

Sono circa 3.000 i nostri connazionali detenuti all'estero, soli e abbandonati, spesso vittime di truffe e malversazioni. Il governo non ci pensa, reti consolari in disarmo: ecco cosa fare per rianimare la loro speranza di giustizia

Non dimentichiamo gli italiani prigionieri all’estero

05-07-2010

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Usa – Carlo Parlanti, project manager informatico, viene arrestato il 5 luglio 2004 in Germania e da qui estradato negli Stati Uniti nel 2005. Attualmente è detenuto nella prigione di Avenal CA, con l’accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e domestica nei confronti della sua ex convivente Rebecca McKay White. Parlanti affronta un processo di primo grado nel dicembre 2005 che lo condanna, nonostante la mancanza di elementi accusatori credibili, l’inattendibilità della presunta vittima e la presentazione al dibattito di evidenti prove della sua innocenza, (foto false, diari falsi etc.) a 9 anni di reclusione. Parlanti è affetto da una grave forma di sciatalgia, di piorrea e asma nel corso del suo stato detentivo ha contratto l’epatite C e gli è stato diagnosticato un sospetto cancro al polmone: secondo i medici californiani, avrebbe dovuto subire un operazione di asporto di parte di esso per verificarne la reale natura. Dopo il rifiuto di operarlo e le conseguenti proteste arrivate da associazioni e famigliari, fortunatamente la malattia è stata scongiurata, anche se ancora non è stata chiarita la reale problematica infettiva al polmone.

Spagna – Simone Righi, arrestato il 7 ottobre 2007 a Cadiz Spagna, a seguito di una manifestazione organizzata da un’associazione animalista della zona, per chiedere la chiusura anticipata del canile nel quale sono stati uccisi i suoi 3 cani, durante il quale è stato fermato e brutalmente picchiato dalle forze dell’ordine sulla base di una dichiarazione della guardia del corpo del sindaco “ho pensato che il Righi stesse pensando di attentare al sindaco!”. Righi fu accusato di attentato alle autorità, resistenza a pubblico ufficiale, disordine pubblico, rischiando 6 anni di carcere. Attualmente è stato liberato su cauzione e oggi vorrebbe dimenticare questa brutta esperienza.

Da questi due casi è nata l’associazione “Prigionieri del Silenzio”, che dal 2008 si occupa degli italiani detenuti all’estero. I nostri connazionali detenuti oltre confine sono circa 3000. Vicende pressoché sconosciute che in alcuni casi si sono risolte positivamente, anche di recente. Angelo Falcone e Simone Nobili, per esempio, detenuti in India con l’accusa di narcotraffico e condannati a 10 anni di reclusione, sono stati scagionati la primavera scorsa ed ora sono tornati in Italia. La maggior parte di coloro che hanno vissuto queste esperienze preferiscono rinchiudersi nel silenzio. In altri casi, come quello di Carlo Parlanti o Giuseppe Ammirabile, sarebbe un crimine tacere e dimenticare.

È giunto il momento di rompere quel muro di gomma che circonda i nostri “Prigionieri del silenzio”. Dobbiamo portare alla luce quelli che sono i reali motivi per cui molti nostri connazionali, vedi i casi “Ammirabile”, “Nardini”, “R.E.” (per ragioni di privacy non rendiamo pubblico il nome), “Parlanti”, e molti altri, si ritrovano da soli, rinchiusi in una cella, lontani dalle loro famiglie, dalle loro case, dalla loro patria. Spesso infatti questi motivi sono riconducibili a vere e proprie truffe: atti illegali come falsificazione di documenti e di prove. E questo, gli stati esteri dove caso per caso sono imprigionati i nostri connazionali, non lo vedono. O forse non lo vogliono vedere. Come abitanti di un paese civile, la nostra amata Italia, da sempre culla della civiltà, abbiamo l’obbligo di denunciare questi soprusi, abbiamo il dovere di far aprire gli occhi a questi Governi che non mettono in atto una giusta giustizia.

In realtà però, non tutti riescono a tirare fuori il coraggio per condannare queste angherie, in primis il Governo Italiano, più volte chiamato come alleato nella nostra lotta contro le vessazioni che colpiscono i nostri connazionali all’estero, Italiani nel mondo, chiamate che non hanno mai avuto delle risposte concrete. Sappiamo però di non essere soli in questa battaglia. Sappiamo che le nostre grida d’aiuto saranno accolte dai molti che come noi hanno sete di giustizia.

Già ora, molti illustri personaggi della scena italiana hanno cercato, con la loro professionalità e voglia di verità, di aiutarci. A tal proposito vorremmo sottolineare l’operato del dott. Vittorio Zingales e il prof. Paolo Signorelli che hanno denunciato una truffa ai danni della Social Security Americana, in cui era coinvolto anche un esimio medico, il neurologo Neal L. Pugach della Neurological Associates of Hampton Roads in Chesapeake, Virginia. Ricordiamo che il reato federale in questione, cioè la truffa ai danni di un’assicurazione, e quindi l’impossessarsi illecitamente di soldi che escono dalle tasche dei contribuenti americani, soldi che erano destinati ad aiutare delle vere disabili vittime di crimini, è punibile persino con la detenzione, come riporta il link http://www.prisonersofsilence.org/public/Complaint.pdf . A seguito di questa denuncia, che rappresenta un atto di coraggio e di voglia di giustizia da parte dei nostri due connazionali, la giornalista Antonella Ricciardi ha scritto e pubblicato un articolo, http://www.antonellaricciardi.it/articoli.asp?id=106 , tradotto anche in lingua inglese e pubblicato sul News Blaize. L’articolo, per il tema trattato, ha suscitato notevole perplessità e vari punti di riflessioni per quanti lo hanno letto. Il polverone sollevato dopo la pubblicazione del pezzo della Ricciardi ha attirato l’attenzione della Social Security Americana, la quale, ci giunge notizia dell’agente in carica dell’ufficio investigativo, il signor Rod Owens, sta riesaminando il caso, facendo le giuste valutazioni sulla validità dei documenti e delle prove, riservandosi di farci pervenire una risposta entro tre settimane, sulla possibilità o meno di aprire un investigazione.

Dobbiamo fare qualunque cosa, affinché questa vicenda, assieme a tante altre, non venga insabbiata. L’invito è anche a prendere esempio dall’operato del dott. Vittorio Zingales e del prof. Paolo Signorelli e di tutti coloro che hanno dato ascolto alla nostra richiesta d’aiuto, nel continuare a chiedere, anzi, a pretendere chiarezza su questi episodi e a denunciare qualsiasi sopruso che possa essere rilevato dalla riesamina dei documenti riguardanti i processi che vedono coinvolti i nostri connazionali all’estero. Sappiate che il vostro aiuto è un’arma preziosa per arrivare alla verità ed avere finalmente giustizia.

Katia Anedda è presidente dell'associazione “Prigionieri del Silenzio”, costituita a Ferrara nel 2008 (ora l’associazione ha sede a Milano) per divulgare i casi di Carlo Parlanti e Simone Righi, italiani ingiustamente detenuti all'estero. Katia Anedda è la compagna di Carlo Parlanti. Prigionieri del Silenzio è attualmente l’unica associazione non a scopo di lucro dedicata al tema dei detenuti italiani all’estero e soprattutto ai loro famigliari, che si trovano ad affrontare grandi difficoltà legali, finanziarie e morali di fronte ad un stato sociale di completa disinformazione e difficile esposizione.
 

Commenti

  1. Lorenzo Fagnoni

    Mi spiace moltissimo per il caso segnalato in questa pagina web. Io medesimo sono stato vittima e prigioniero del silenzio di tutti per ingiuste, immotivate e false accuse di pedofilia subite mentre operavo su un progetto umanitario in Congo RDC. Me la sono cavata per puro caso e con le mie sole forze. Purtroppo debbo amaramente dichiarare ( e lo posso dimostrare con una documentazione completa) che le ambasciate ed i consolati sono assolutamente indifferenti alla sorte degli italiani all’ estero. Io anche se attualmente sono in Italia soffro moltissimo di questa situazione e sono tutt’ ora abbandonato a me medesimo. Auguro a tutti coloro che hanno sofferto quanto ho sofferto io ( od anche purtroppo peggio) di risolvere i propri problemi ma di non contare sulle istituzioni italiane all’ estero od in Italia. Se posso a vostro parere essere utile a qualcosa con la mia esperienza non esitate a contattarmi.

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