Grazie, signor ministro, per la Befana alcolica della Rai-Tv
07-01-2010
di
Ippolito Mauri
Il ministro della Sanità Fazio è professore di fama, cattedre importanti. Nel tempo libero fa il subacqueo e sa com’è pericoloso andare sott’acqua quando si è ubriachi, così come il professor Sirchia, ministro del Berlusconi 2, era consapevole del danno del fumo per i ragazzi che amano lo sport. Ha isolato gli impenitenti da ogni spazio pubblico, plaudendo alle corone funerarie stampate su ogni pacchetto: tabacco che uccide, avvizzisce la pelle, ruba il sonno. In Italia, come in ogni posto civile, i bolidi della formula Uno non possono correre con le Malboro sulla fusoliera. Di pubblicità in Tv non se ne parla. Appena arrivato, Fazio si è trovato tra i piedi un’influenza mortale che poi era veniale ma non per i guadagni delle case farmaceutiche. E il povero ministro non ha avuto il tempo di dare un’occhiata da Natale alla Befana giorni ubriachi festeggiati da tutte le Tv, spot pubblici e privati. Nei paesi normali il privato non ha obblighi istituzionali eppure non può comportarsi come crede. E la Tv pubblica deve essere lo specchio dei principi che distinguono la società civile dal far west. Ma nel far west delle nostre Tv il ministro non si è accorto che, per la prima volta nella storia Rai, una grappa (70 gradi) si é infilata tra il quiz di Carlo Conti e il Tg delle otto di sera, 8 milioni di cittadini in attesa di notizie che non immaginavano alcoliche. Spot preceduto- bisogna dirlo – da un brandy che arrivava ballando e spumanti che liturgicamente sgorgano per onorare il Redentore. Appena Valentino Rossi rimonta in moto, non solo i miliardi della “ sua “ birra, ma gli amari che sciolgono il popolo dei timidi, lo accompagneranno ad ogni dirapata. Agli alcolici italiani è concesso ogni spazio Tv, non importa l’ora. Come raccomanda il presidente del consiglio “per incrementare i consumi ed uscire dalla crisi”. Restiamo all’avanguardia: siamo il solo paese G8 a concedere che i 40,50, 70 gradi (per non parlare di vino e birra) possano sedurre in Tv proseliti sprovveduti. Proibito in Spagna e Francia (solo un po’ di vino dopo le 11 di sera), niente a Londra per non parlare della Germania e dei paesi del Nord. Alla vigilia del Natale ortodosso, che arriva 15 giorni dopo il Natale di Roma, perfino Mosca ha raddoppiato le tasse sulla vodka nella speranza di frenare “ disagio sociale e spese pubbliche “ provocate dalle patologie nelle quali il consumo dell’alcool avvolge le nuove generazioni. D’accordo, non siamo il nord del gelo e degli eccessi: l’ Italia può consumare perché da noi non è un problema. Invece è un problema dai costi altissimi e accuratamente nascosti: raddoppiano i danni del fumo e sopravanzano i labirinti della droga. Bilanci della sanità massacrati. Lasciando perdere le tragedie del sabato sera, più di un milione di ragazzi sotto i 35 anni é sull’orlo delle patologie che l’abitudine comporta. Le ragazze drink raddoppiano ogni anno: incremento del 103 per cento; i giovanotti le seguono a distanza, appena il 37. Deliri che finiscono all’ospedale e allucinazioni sociali da curare con terapie costosissime. Eppure mai al lunedì mattina la radio ci avverte di maxi retate nel Nord Est: pub, bar, discoteche messe a ferro e a fuoco. E nessuno raccomanda di non dare retta a una certa pubblicità. Il ministro Fazio ha un anno di tempo per impedire l’apologia di reato. Se per caso non si distrae o i superiori di governo non lo invitino a lasciar perdere, speriamo di tornare in Europa il prossimo Natale.