L’apertura della sede monzese di Lealtà e Azione (preannunciato da un improbabile video di lancio) rende indispensabile fare un po’ di chiarezza su chi si nasconda dietro a questa fantomatica associazione, il cui nome suona enigmatico e la cui storia necessita di essere conosciuta a fondo e merita i cinque minuti necessari alla lettura di questo testo.
Sul loro sito si presentano come “una libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d’ideali e d’azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell’onore e nel rifiuto del compromesso sistematico”.
Un fiume di parole e retorica che cela una realtà ben nota a chi a Milano (e non solo) già ha avuto a che fare con questa “associazione” e si è impegnato in un’opera di informazione circa l’identità e la pericolosità degli individui che vi operano all’interno. La strategia con cui questi soggetti provano a insinuarsi nel tessuto sociale e a raccogliere consenso si basa sulla promozione sporadica di iniziative contro la pedofilia o la droga, iniziative animaliste, etc… tematiche attraverso le quali cercano una breccia per recuperare nuovi adepti per l’associazione. In verità a Milano la loro sede di viale Brianza 20 (dagli associati definito “avamposto contro l’immigrazione e gli zingari”) è stata inaugurata il 28 ottobre 2010 con una conferenza in onore dell’ex generale belga delle SS Lèon Degrelle, condannato da un tribunale del proprio Paese come criminale di guerra. Questo episodio smaschera già da solo la matrice neonazista dell’associazione, ma approfondendo l’inchiesta si percepisce molto meglio lo strettissimo legame (la coincidenza) tra Lealtà e Azione e l’anima più violenta, razzista e pericolosa della galassia della destra estrema e xenofoba internazionale: gli Hammerskin (http://www.hammerskins.net/).
La setta neonazista degli Hammer è nata a livello internazionale a metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan. Sul territorio milanese, oltre ad avere aperto la sede di viale Brianza, gestisce la Skinhouse (http://www.skinhouse.info/) a Bollate, punto di riferimento dei militanti di Lealtà e Azione prima dell’apertura della loro sede indipendente (http://destrapermilano.blogspot.com/2011/01/milano-lealta-e-azione.html). Gli Hammerskin si considerano l’elité delmondo neonazista, per la loro “fedeltà ai valori” e “l’amore per le tradizioni”. Sono i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”. Simbolo, tatuato sul corpo dopo un lungo percorso iniziatico, i due martelli in marcia tratti dal film The Wall, in cui Alan Parker veste d’immagini le musiche dei Pink Floyd. Ma gli Hammerskin ne rovesciano il senso e le intenzioni: il loro doppio martello rappresenta la forza irresistibile in marcia per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose che minano la Tradizione e la supremazia della Nazione bianca. L’innumerevole elenco di aggressioni (anche mortali) di cui si sono resi protagonisti in America e in Europa (inclusa Milano) è facilmente reperibile sul web e non lascia spazio a fraintendimenti (http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2970&Class_ID=1004).
Per la cronaca, il Consiglio Regionale della Lombardia (che certamente non fa dell’antifascismo una delle proprie principali bandiere) ha votato ad aprile una mozione che richiede la revoca dell’assegnazione da parte dell’ALER a Lealtà e Azione dei locali della sede milanese di viale Brianza. Questa circostanza fa riflettere sulla pericolosità di questo tipo di luoghi di aggregazione e degli ideali proposti (per i quali, a marzo, a Magenta, l’amministrazione comunale ha negato l’utilizzo delle sale pubbliche per lo svolgimento di iniziative promosse da Lealtà e Azione).
Anche a Monza metteremo in campo un percorso di sensibilizzazione (a partire dal quartiere in cui hanno provato a insediarsi) finalizzato a bloccare quanto prima le attività di uno spazio concesso a chi si ispira all’ideologia nazista, condannata dalla Storia, e che a Monza non ha mai trovato cittadinanza: invitiamo tutti a una mobilitarsi per un’immediata chiusura della sede di Lealtà e Azione seguendo le iniziative che saranno a breve messe in campo da chi rigetta il riemergere di ideali fascisti e nazisti.
Silvia Buzzelli insegna Procedura penale europea e sovranazionale alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Milano-Bicocca.