“Ogni sei secondi un bambino muore di fame”. Questa la notizia di apertura del tg scientifico Leonardo. Ed è una notizia che dovrebbe azzerare tutte le altre, se il mondo fosse un sistema razionale. Invece, domina la follia e, quel che è peggio, l´insulsa casualità degli interessi particolari. Cosicché l´interesse principale di una persona ricca e potente spazza via dalla nostra visione delle priorità tutto il resto. E ci tocca occuparci anche dell´esercito di domestici e mediocri che sempre stanno attorno al ricco e potente, traendone alimento e sostanze per vivere al di sopra del livello che saprebbero conquistarsi con le loro sole qualità. Il che, in tv, vuol dire assistere all´invasione quotidiana di dichiarazioni preparate (e prepagate) che mettano in rilievo le straordinarie qualità di chi è più ricco e potente di noi, di loro e di tutti. In modo da far passare giorno per giorno l´idea che la legge non può essere uguale per tutti.
Le Forze Armate “rubano” i milioni della polizia
“I soldi si trovano” ha detto ad Omnibus la sottosegretaria Alberti Casellati. E sorrideva mentre parlava dei soldi per far funzionare la giustizia, che, guarda un po’, si sono trovati solo per fare da alibi alla legge taglia processi. Ma, se si sono potuti reperire 100 milioni di euro nel tentativo (peraltro inutile) di salvare la faccia a Berlusconi, si potevano trovare anche prima e si potrebbero trovare, magari, anche adesso per sostenere i redditi dei tanti precari senza lavoro e senza sussidio. O per altri indispensabili compiti di assistenza nei confronti dei più deboli. Senza considerare i soldi sprecati per le ronde, allo scopo di far piacere a Bossi; o per far sfilare i militari per le vie delle città allo scopo di gratificare il ministro La Russa, alla cui megalomania sono stati devoluti ben 60 milioni di euro strappati alle forze di polizia. Il severo Tremonti sa benissimo che i soldi si trovano nelle tasche di chi se li è già presi.
Belpietro, giustiziere contro i nemici di B
Anche ad Annozero si è parlato di giustizia ad personam. Per il Pdl era presente l’onorevole Granata, un ex di An che non sbraita e non vomita insulti. Del resto per questo c’era Belpietro, giornalista un tanto a esecuzione capitale di nemici di Berlusconi. E nemici di Berlusconi sono tutti quelli che non sostengono sia un perseguitato politico, un martire e un cantante con la voce più bella di Frank Sinatra. Praticamente sono nemici di Berlusconi tutti quelli che non sono Emilio Fede, Sandro Bondi e Maurizio Gasparri. Gli altri pdl sono solo dipendenti, mentre Vittorio Feltri, si sa, è indipendente, Giuliano Ferrara è teodem e Enrico Mentana è sempre stato un infiltrato. Comunque, nel corso della serata, mentre Pier Camillo Davigo spiegava gli effetti della nuova legge salva Berlusconi, Belpietro, inquadrato, commentava tra i denti: «questo è matto». Ma, per un giudice comunista, forse è un’attenuante!
E Minzolini sparge fango sul pm Ingroia
Non passa quasi giorno che una valanga di fango non distrugga vite, beni e bellezza del Paese. E vorremmo che almeno ci risparmiassero la denuncia postuma del «disastro annunciato». Ormai è diventata una litania, se non una colpevole abitudine. Soprattutto perché a dirlo sono gli stessi tg e le stesse autorità che nascondono e tollerano il criminale abuso del territorio. In primis il grande palazzinaro, che coglie ogni occasione, per funesta che sia, per lanciare grandi e piccole opere di devastazione, aumenti di cubature, rialzi e ponti sugli stretti. Ma, chissà perché, gli stessi tg che, a disastro avvenuto, ne scoprono le cause, non mettono mai in relazione quelle cause con la politica reale di Berlusconi. Meno di tutti lo fa Minzolini, che la sua valanga di fango l´ha coraggiosamente gettata sul pm Ingroia, colpevole di perseguire non la mafia come entità astratta (sono capaci tutti), ma i mafiosi con nome e cognome!
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.