Premessa n.1 (che importa poco): sono contenta che finalmente Berlusconi debba vedersela non con un traditore, ma con gli aspiranti alla successione, ormai pronti a fargli la festa. Preoccupato per la classe di Fini è venuto fuori il Bossi delle migliori performance e, tra pernacchie e preparativi di feste padane, ha detto che la corona tocca a lui (da consegnare a Tremonti?). Ma non siamo ancora alle sfide sul campo ed è inutile sprecare adrenalina mentre il Cavaliere dà appuntamento il 29 settembre per dribblare la sfida.
Premessa vera: ho ricevuto e-mail da gente che mi chiedeva se “mi era piaciuto” Fini. Il mio non vuole essere un punto di vista personale: in politica il verbo “piacere” va eliminato, perché non è (solo) così che si forma un giudizio politico serio. Quindi diciamo che Fini è stato molto bravo e il suo stile, argomentativo e senza insulti, corretto. Dopo di che chiediamoci quali conseguenze il suo intervento comporta per il paese, cercando anche di leggere con attenzione quali sono, dietro le critiche al governo, i suoi obiettivi. Se volesse dare all’Italia una destra “normale”, come sostiene Carlo Galli (Repubblica, 7.IX), d’accordo, a patto che non significhi una disponibilità ad alleanze intempestive con uno che continua a recuperare la storia di Alleanza Nazionale e di Almirante, pezzo d’obbligo dovuto a parte dei suoi seguaci.
Le tentazioni “di pancia” sono, anche a sinistra, pericolosissime perché già i politici vengono percepiti “tutti uguali”. Attenzione: si può finire per avere tutti uguali i cittadini.
Ritorniamo alla Costituzione e domandiamoci quanti sgarri abbiamo lasciato passare (anche noi, compresi i comitati intitolati alla sua salvaguardia) senza protestare, almeno dentro i nostri gruppi. E’ un po’ tardi per rimediare perché neppure la sinistra ha mai promosso una seria cultura istituzionale “di massa”. Quale legalità, se ognuno tira la coperta come gli pare? quale difesa dello stato dei cittadini – la sovranità – se si impara dalla TV e dai dibattiti politici a ricorrere solo alla rissa per “dimostrare” le proprie ragioni? se non ci si accorge di quanto Beppe Grillo aiuta Berlusconi riducendo pezzi della sinistra al non-voto e al leghismo qualunquista? Oggi l’interesse e il dovere dei cittadini perbene è salvare il paese. Anche perché i problemi veri non vengono mai messi sul piatto e nessuno si accorge che i problemi più grossi il governo li ha nell’economia, non solo per il debito che si ritrova, ma per i licenziamenti che verranno con la fine della cassa integrazione e con la perdita dei diritti dovuti alla linea Marchionne.
Ma il problema principale sembra Fini, perché è sul suo protagonismo che si rischia la fine della legislatura. La pubblica opinione sembra riprendere interesse e sarebbe bene approfittare di questo sussulto e impegnarsi su quell’ “informazione formativa” che potrebbe essere usata un po’ meglio dai leader politici. Troppa gente si lascia passare addosso l’idea che Berlusconi abbia le sue ragioni nei confronti di un “traditore”, perché, ha detto il Cavaliere, il Presidente della Camera è “il garante del programma di governo”. E’ grave che una roba così possa passare senza scandalizzare, appena detta, i telespettatori: chi vince le elezioni non si porta a casa il Parlamento cancellando l’opposizione e la libertà di ciascun membro eletto “senza vincoli di mandato”.
I giornalisti che hanno citato il caso di Pertini che, quando il suo partito andò in crisi e lui prese posizione al riguardo, ebbe la sensibilità di porre le dimissioni. Quello che segna la trasformazione della cultura politica è che pochi anni fa la defunta prima Repubblica aveva regole non scritte di questa finezza e non a caso la proposta avanzata fu respinta dalla Camera, responsabile dell’elezione di Pertini a suo Presidente e che da lui aveva ricevuto la richiesta per competenza: il governo non c’entrava per niente. Berlusconi sa bene che perfino lui ha ricevuto la fiducia in Parlamento, non dal popolo o da dio. Ma gli fa comodo imbrogliare.
Quindi dispiace che sia così diffusa l’ignoranza costituzionale tra i cittadini che non possono farsi interpreti della sovranità se non ne controllano le regole: quando si esprimono giudizi senza conoscerne il merito si va incontro a brutte sorprese, perché i pifferai in politica abbondano più che nelle favole. Solo che il bisogno di sapere dei più va soddisfatto con la chiarezza da parte di chi si fa classe dirigente. Il futuro dei partiti, ancora necessari nelle realtà democratiche, sta in questo. Sta bene tornare alla campagne “porta a porta”, ma, caro Bersani, non penserai che i cittadini che aprono la porta siano anche cretini: guarda che, se mi chiedono quale è la proposta del PD per una nuova legge elettorale, io non ne so ancora nulla…. Aspettiamo di andare a votare con “questa” legge?
Nota aggiuntiva d’emergenza: a proposito di pancia. L’aggressione di chi reagisce con la violenza e non con la testa a chi giova se non a Marchionne e Fini? Qualcuno dei meno sconsiderati chieda scusa a Bonanni!
Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature