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Giancarla CODRIGNANI – Il Papa invita i cattolici alla lontananza dalla politica… Il cardinale Bagnasco sogna nuovi cattolici in politica… A chi dare retta?

28-01-2010

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Al Consiglio permanente dei vescovi italiani il presidente, cardinal Bagnasco, ha detto di “sognare” una nuova classe politica di cattolici italiani. Credevamo che qualcuno in Vaticano ascoltasse il Papa che, da poche settimane, ha richiamato il clero a un qualche distacco dagli interessi politici. Credevamo anche che il cardinal Ruini – la cui invadenza in questioni del tutto estranee al suo sacro ministero si era espressa perfino invitando i cittadini (italiani e non dello Stato Vaticano) a non votare in occasione di un referendum – dovesse ormai impiegare il suo tempo da pensionato in preghiere per la salvezza dell’anima. Invece il nostro porporato, tradisce la sua idea di chiesa come agenzia politica diretta (dopo il fallimento della DC) dilettandosi di alte frequentazioni a Montecitorio o di volpine convivialità con Berlusconi per raccomandare Casini e riaffidarlo alla benevolenza del PdL, perché gli perdoni i suoi giri di valzer regionali in casa PD. Dunque si torna alla cinghia di trasmissione? Oppure al doppio registro?

Anche negli Stati Uniti la Conferenza episcopale ha preso posizione pubblica, inviando addirittura una lettera ai senatori due giorni prima della votazione, contro la riforma sanitaria di Obama, carente in “tutti gli aspetti che riguardano la nostra morale”. A differenza dagli italiani, i politici americani – che pur non si risparmiano le strumentalizzazioni della religione – non si sono fatti impressionare e hanno votato bene al Senato (alla Camera si vedrà, visto che anche in America c’è chi cerca di farsi del male).

Forse sarà bene che sia i credenti, sia la Chiesa incomincino a pensare un po’ di più a Gesù Cristo e al Vangelo che non a Machiavelli e alla paura del comunismo o dell’Islam. La Chiesa cattolica, soprattutto italiana, deve guardare coraggiosamente le difficoltà interne in termini di calo di adesioni e di frequentazioni ai sacramenti. Forse scoprirà che la secolarizzazione non era da demonizzare, ma un territorio da scoprire per fedeli che non sono più quelli di una volta che credono che l’esistenza di Dio sia dimostrabile e consista nel pellegrinaggio alla tomba di padre Pio. Se le mancherà il coraggio di rinnovare il senso del messaggio cristiano, il futuro tradirà le sue speranze. Anche perché, oltre a menzionare poco il Vangelo (già da sola riconosce che le prediche dei suoi preti sono “insulse”), opera in un funesto combinato disposto politico: non dalla parte dei poveri (che non sono solo i migranti a cui dare assistenza, bensì le politiche die governi), ma da quella degli interessi e dei poteri forti. Ormai anche alla base i cattolici sono distinguibili fra quelli che votano centro-sinistra (e pensano che è più affidabile la laica Bonino che il cattolico Delbono) e quelli che votano centro-destra. Resta da vedere perché la Chiesa debba privilegiare la destra, come ai tempi di Pacelli, mettendo in castigo De Gasperi antifascista e Prodi “cattolico adulto”.

Come Chiesa universale non le mancano altri problemi di non piccola rilevanza, a partire dall’annuncio della pace, che da sempre è obiettivo religioso primario. Non è pensabile che le comunità cristiane – vale a dire non solo i cattolici, ma anche gli ortodossi e le diverse confessioni protestanti – testimonino la pace se resta fra loro la divisione. Non si può avere lo stesso maestro e lo stesso battesimo ed essere separati davanti all’altare per volere del Papa. Dice Benedetto XVI che in un secolo l’ecumenismo ha fatto grandi passi: sarà vero se ci si contenta di non andare più a tirare i sassi contro le vetrate dei protestanti. Ma pochissimo se consideriamo che si fa a botte a Betlemme, che le chiese orientali preparano il loro sinodo in pari dignità e in controtendenza al monocratismo vaticano, che Roma accoglie i preti sposati anglicani convertiti al cattolicesimo per opposizione al sacerdozio e all’episcopato femminili. Con gli ortodossi – che sono i meno aperti, tra i cristiani, di fronte alle esigenze del nostro tempo – si convive alternando le disponibilità: adesso sembra che diventi possibile quel viaggio del papa in Russia che ieri era ritenuto intempestivo. D’altra parte i cattolici italiani non sono neppure informati dei problemi che riguardano lo sviluppo del Cristianesimo e, ubbidienti, non chiedono mai conto alla loro chiesa.

Anche dal punto di vista di una base cattolica bisognerà pure rendersi conto che i problemi comuni, per chi ha fede cristiana non sono né il sacerdozio femminile né il voto a Berlusconi che dà più finanziamenti alla Chiesa e agli insegnanti di religione. La Chiesa valdese di Firenze ha stilato un “Patto per l’etica del lavoro”: non lo ha firmato in CGIL, né è andata a proporlo al PD, ma si è rifatta ai principi. “Di fronte alla profonda crisi che investe l’intero universo del lavoro” una piccola comunità di minoranza si ricorda di fare memoria della sua ragion d’essere, quella per la quale anche un cardinale cattolico può davvero “sognare”: Guai a colui che fa lavorare il prossimo per nulla, non gli paga il suo salario (Geremia 22:13); Il salario del tuo operaio non ti resti in mano (Levitico 19:13); Tratterete lo straniero, che abita tra voi, come chi è nato fra voi… (Levitico 19:34); Si lavorerà sei giorni, ma il settimo giorno è un sabato di riposo (Levitico 23:3).

Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature
 

Commenti

  1. Io, invece, allontanerei verso altri pianeti: bagnasco idem in papa, indi gettare via la chiave!
    SalutiBelli

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