La Lettera

Per Terre Sconsacrate, Attori E Buffoni

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Dire, fare, mangiare

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Lettere »

Va di moda il cervello in fuga: a volte la gioventù (insomma, 36 anni) fa dei brutti scherzi. Lo scherzo delle tre "I": internet, inglese, impresa. Ma non era il programma Cavaliere 2001?

Gennaro CAROTENUTO – Renzi, arma segreta di Berlusconi

31-10-2011

di

Matteo RenziDicono che sia bravo e simpatico Matteo Renzi, e buchi il video con la parlata fiorentina, la faccia da ragazzo e la mela della Apple come status symbol ostentato. Da San Giovanni a Santo Steve Jobs come se davvero, come nella pubblicità, anche per l’Italia di oggi bastasse un’App per ogni cosa. Ho ascoltato con l’attenzione che merita la riunione messa insieme da uno dei possibili candidati del centrosinistra per le primarie alla Stazione Leopolda di Firenze. Ho ascoltato una quantità di idee e ideine di buon senso comune, che potevano far parte di qualunque programma politico, da Larussa a Grillo ma avrei stretto la mano a Renzi quando ha scandito: “chi nasce in Italia è italiano”.

Alla fine, e cerco di spiegare perché, ne ho ricavato tre sensazioni guida. La prima è che gli intervenuti cancellino a pie’ pari l’ultimo decennio e tornino agli anni novanta, a Bill Clinton, alla New economy (l’oblio per Barack Obama è assordante) per poter cancellare (seconda sensazione) tutti i fallimenti certificati del modello economico, a partire dalla crisi, e poter riproporre lo stesso pensiero unico come se il muro di Berlino fosse caduto ieri e non ventidue anni fa. La terza è la triste impressione del fashion per il fashion e di un marketing politico che dall’essere mezzo diviene il fine stesso della politica.

Va di moda il cervello in fuga e mettiamoci il cervello in fuga e non importa se calunniamo anche il giusto con il peccatore e chi l’Università la manda avanti tutti i giorni senza un Euro e ci è entrato senza raccomandazioni né essendo figlio di barone. È vecchia come il mondo l’arte di scegliere il nemico e bastonarlo per compiacere i propri. Vanno di moda le “startup” (nuove imprese) e non parliamo d’altro. Sono importanti, ma il mercato del lavoro è un po’ più complesso. Va di moda la banda larga (per carità, che ideona!) e qualcuno tra gli oratori sembra ancora credere che domani sarà tutto telelavoro. Forse perciò nessuno ha nominato i treni per i pendolari, il tessile di Prato, i mobili di Matera, la ceramica di Sassuolo, le scarpe di Montegranaro (do you know Della Valle, Renzi?), i cassintegrati cinquantenni. Che noia i cassintegrati cinquantenni, vero? Meglio nasconderli sotto il MacBook.

A volte la gioventù (insomma, 36 anni, mica 16…) fa perfino brutti scherzi. Ma è possibile riproporre “as is” le “tre ï”, Internet, Inglese, Impresa, senza neanche spiegare che sì, era il programma di Berlusconi del 2001, ma noi lo faremo (chissà perché), meglio? Si può parlare di meritocrazia con gli stessi foglietti dei ghost writer di Mariastella Gelmini? Ci si può spacciare per nuovi, per rottamatori, col programma di D’Alema del secolo scorso: “pensiero unico”, mercato, flessibilità, profitto, spolverandolo appena con un po’ di fotovoltaico e un  po’ di banda larga? Cosa vende ‘l Renzi, se non l’adesione piena al modello economico che ci ha portato al disastro, con Marchionne “senza sé e senza ma”, e con la lettera della BCE come programma politico –dichiarato- da applicare pedissequamente come se Trichet fosse Mosé?

Spero di sbagliare ma mi pare che nessuno abbia parlato di “beni comuni”. Come nessuno ha fatto riferimento agli “indignati” che dal Cairo a Madrid a Santiago fino a Wall Street (dove di banda larga ne hanno a pacchi e le startup nascono come funghi) stanno palesando quanto il modello economico dal quale Renzi non si differenzia mai non sia affatto –neanche negli Stati Uniti dove i neolaureati sono sepolti dai debiti- pensato per favorire i gggiovani e il merito, ma solo i ricchi e i ben nati. Non perché tu debba andare ad occupare Wall Strett, ma neanche puoi far finta che nulla sia successo nell’ultimo decennio, che la crisi non sia sistemica e che basta fare come in America per far rifiorire l’Italia… Sta roba, Matteo, andava bene al tempo di Clinton e della bolla della new economy, non dopo il 2008 e mi sa che quello vecchio qui sei tu.

Se è un’altra parrocchia lo si dichiari, senza infiocchettare il nulla, come ha fatto lo scrittore Alessandro Baricco. Ai più avvertiti quelle parole di Baricco avranno ricordato lo squallido esercizio retorico di Giampaolo Pansa, “e se lo dico io che sono di sinistra che i partigiani erano brutti e cattivi…”, “e se lo dico io che sono di sinistra –ha detto- che siamo  più conservatori dei conservatori…”. Non fatevi ingannare dal packaging. Quella frase non vuol dire nulla. Semplicemente suona bene: un mantra buono per Cicchitto come per Baricco, per Gelmini come per Renzi: “la sinistra è conservatrice e va buttata come acqua sporca insieme al bambino”. Alla Leopolda s’è ripetuto fino alla noia. Poi Renzi sfotte Pierluigi Bersani su Martin Aubry (la segretaria del PSF sconfitta alle primarie) e si sente François Hollande (il burocrate di partito che l’ha battuta) ma neanche sa chi è Arnaud Montebourg (il vero outsider, con un programma critico verso il neoliberismo). Candidato Renzi. Io ti voto contro.

Gennaro Carotenuto insegna Storia del Giornalismo presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata. Giornalista pubblicista, dal 1998 collabora con programmi di Radio3 Rai e il trimestrale "Latinoamerica" dove scrive dal 1992. Ha lavorato o collaborato con quotidiani come El País di Madrid, La Stampa, La Jornada. Dal ‘97 è analista di politica internazionale ed è socio della cooperativa editoriale del settimanale uruguayano Brecha. Nel 2005 ha pubblicato "Franco e Mussolini, la guerra vista dal Mediterraneo", Sperling&Kupfer, Milano. Nel 2007 ha curato il volume "Storia e comunicazione. Un rapporto in evoluzione", EUM. Nel 2009 è uscito "Giornalismo partecipativo. Storia critica dell'informazione al tempo di Internet", Nuovi Mondi.
 

Commenti

  1. Giulio Guerrini

    Renzi a Firenze

  2. Sono entrato in crisi, Renzi mi ha dato del reduce ed allora ho pensato di scrivergli una lettera aperta. Potrebbe essere mio figlio ma, fortunatamente, non lo è.
    Caro Matteo ti scrivo direttamente perchè potresti essere mio figlio, lui ha tre anni più di te ma, fortunatamente per me, non lo sei.
    Prima di mancare di rispetto ai reduci dovresti almeno sapere alcune cose, oltre a portare il piattino per la comunione, che certamente i parrocchia o all’oratorio non ti hanno insegnato.
    Da quello che leggo nemmeno in casa tua.
    Io sono del 1948, dicembre per la precisione, e provengo da una famiglia che in casa aveva la testa del duce.
    Fortunatamente io avevo la mia libera e pensante e, per un certo periodo, nel mio piccolo rivoluzionaria.
    Chi ti scrive è un ex iscritto militante attivo del Pci, Partito Comunista Italiano, e pur avendo radici come scritto sopra sono cresciuto con l’erba dell’uguaglianza, dei diritti, della democrazia e fissato con la difesa degli ultimi, che non sono gli azionisti della Parmalat o della Telecom, quelli che stanno tanto a cuore a te ed a Grillo. Cito Grillo perchè tra i tuoi 100 punti che vuoi sottoporre per il cambiamento ce ne sono molti copiati dal comico di Genova.
    Temo tu non sia a conoscenza, come tanti giovani e ragazze, che lo Statuto dei lavoratori è del 1971, ripeto 1971 e non del 1848 e che prima che entrasse in vigore le lavoratrici incinte si fasciavano la pancia per non essere licenziate.
    Un po’ quello che Sacconi vorrebbe tornassero a fare, magari con l’uncinetto mentre guardano il grande fratello.
    Ho fatto scioperi per il contratto, i diritti, per la libertà e la democrazia. Ho manifestato per il Vietnam e per la pace nel mondo, contro Pinochet ed i colonnelli greci.
    Continua, qui: http://slasch16.wordpress.com/2011/10/31/sono-entrato-in-crisi-renzi-mi-ha-dato-del-reduce-ed-allora-ho-pensato-di-scrivergli-una-lettera-aperta-potrebbe-essere-mio-figlio-ma-fortunatamente-non-lo-e/

  3. Giulio Guerrini

    Renzi sindaco, a Firenze sta lavorando bene, aveva promesso gli alberi e si cominciano a vedere un pò dovunque, ha pedonalizzato il centro ed ora sembra di passeggiare a Montmartre o ad Avignone, ha promesso di snellire i trasporti ed ora gli autobus arrivano in orario, salvo quando ne arrivano due insieme dopo un’attesa doppia, la seconda tramvia sarebbe già in costruzione se non fosse fallito l’appaltatore principale, ma anche lì sembra che stia ripartendo, insomma cose pratiche e concrete previste nei cento punti, e infine, Renzi non si sottrae alle critiche, anzi invita i cittadini a scrivergli e spesso risponde di persona (provare a scrivere a chiunque a capo di una pubblica amministrazione e vediamo se vi risponde !)
    Finora tutti hanno fatto solo chiacchere, compreso il c.d. governo del fare, che non ha fatto nulla e ci ha portato in brache di tela. E se una buona volta il dibattito si ancorasse sul fare davvero?

  4. michele cornacchia

    Commento equilibrato, non facile in questi tempi in cui a torto o a ragione c’è tanta rabbia.Renzi deve continuare a fare il Sindaco, maturare con i problemi e la risoluzione degli stessi. Se proprio vuol investire parte del suo tempo , faccia un giro al Sud.L’Italia ha bisogno di valorizzare quello che ha, il nostro petrolio sono:valorizzazione e promozione dei beni artistici,la gastonomia , il turismo, la ricerca,il made in italy, conditi con infrastrutture sostenibili. Se uno è un buon democratico deve poi partire dal basso( lo dice il Vangelo?).

  5. Giuliana Zanelli

    Renzi no? Allora Bersani sì? Bersani che non ha il coraggio di alleggerire il peso della politica sulle spalle degli italiani, che è stato timido per quel che riguarda i referendum sulla nuova legge elettorale, che non si rende conto che per gran parte degli italiani elettori la diseguaglianza in termini economici tra loro e i loro eletti è insostenibile.
    In fondo se Berlusconi è lì dobbiamo ringraziare l’incapacità della sinistra di trovare compattezza e di parlare un linguaggio chiaro,concreto e operativo alla maggioranza degli italini, che non sono dei nababbi, che lavorano o che hanno lavorato con salari e stipendi al di sotto della media euiropea pagando i loro rappresentanti molto di più che negli altri paesi. L’ingiustizia pesa sul cuore di tanti.

  6. salvatore salzano

    Se ieri sera (30 ottobre 2011) avete avuto la fortuna di vedere “che tempo che fa” avrete potuto notare il confronto (casuale???) fra Rampini (semplicemente favoloso e ricco di proposte concrete e moderne) e Renzi. In particolare ciò che mi ha colpito (in negativo) di Renzi, ed in questo riconosco, mio malgrado, pienamente ragione a Bersani quando dice che ricicla materiali vecchi degli anni 80, è stata la sua capacità di affabulatore che dice belle parole (peraltro condivisibili da tutti coloro che hanno un po’ di buon senso) per nascondere pochezza di contenuti. Poi però i contenuti sono emersi in alcune frasi che gli sono scappate, suo malgrado.
    Prendo ad esempio le pensioni. Sulle pensioni basate sul sistema retributivo, quello vecchio, ha detto “non è giusto che uno andando in pensione percepisca più di quello che ha dato durante la sua vita lavorativa”.
    Questa affermazione è, semplicemente, sbagliata.
    Facciamo un po’ i “conti della serva”, facciamoli nel modo più favorevole a quelli che vogliono massacrare le pensioni: una persona, dopo 35 anni di lavoro, che va in pensione a 60 anni (magari!!!!) con il sistema retributivo percepisce l’80% del suo ultimo stipendio. Facciamo l’ipotesi che viva molto al di la delle attuali aspettative di vita e abbia la fortuna di campare in buona salute fino a 90 anni, e riportiamo (si dice “attualizzare”) tutti i valori dei suoi stipendi passati e delle sue pensioni future al giorno del suo pensionamento. Se il suo ultimo stipendio è pari a 100, egli ha prodotto 100 x 12 x 35 = 42000, mentre percepirà, da li a 30 anni, 80 x 12 x 30 = 28800. Molto meno di quanto abbia prodotto!!! Se andate a fare calcoli di questo tipi scoprirete che persino la famigerata moglie di Bossi, andata in pensione con il 30% dello stipendio a 39 anni, non è che poi sia tanto una disastrosa catastrofe per le finanze, come si dice in giro. Infatti secondo il vecchio sistema pensionistico, a 39 anni, lavorando 15 anni, 6 mesi e un giorno, avrebbe prodotto 100 * 12 * 15,5 = 18600, mentre avrebbe avuto una pensione pari al 30% dell’ultimo stipendio (il meccanismo di calcolo era, grosso modo, il 2% per ogni anno lavorato) e quindi avrebbe percepito in pensioni, sempre nell’ipotesi di 90 di vita in buona salute 30 x 12 x 51 = 18360.
    Il fatto quindi che il sindaco di Firenze vada ad additare come “parassiti” dei lavoratori andati in pensione secondo i meccanismi che le leggi del tempo consentivano è non solo malafede, ma anche indice di un atteggiamento mentale di chi vuole creare conflitti fra le generazioni, dividere i poveracci e farli litigare fra loro. Questo sarebbe di sinistra? Per me è semplicemente “sinistro”!!! Perchè nella stessa sede non ha detto una sola parola circa la lotta all’evasione o alle rendite finanziarie? Per inciso, io ho 49 anni, sono lontanissimo dalla pensione, ma non mi sognerei mai di guardare come ad un nemico un pensionato che si è guadagnato meritatamente il diritto ad una serena pensione! Il mio nemico è ben altri, non me la prendo con i deboli…..!!!

  7. Marco

    Anch’io non mi fido di chi fà l’innovativo sulla pelle degli altri. Quali sono le sue novita? La meritocrazia burocratica ? Tipo brunetta? se la tenga! Io lavoro nella sanità pubblica e vedo chi dovrebbe essere scacciato e chi ascoltato. Perchè non si alza e dice che vanno divise le ricchezze, perchè non dice di abbassare le pensioni dei parlamentari o dei super manager o non propone una pensione masssima di 3000 euro per tutti? Internet ? certo e se va via la corrente? e se voglio oziare un po’, magari dopo 38 anni di ospedale facendo turni sulle 24 ore 365 giorni all’anno? Perchè. Perchè? Perchè non si può credere che un mondo diverso da questo, capitalista ecc.,ecc,centrista ecc. ecc, è possibile? IO CI CREDO e anche se a Milano ho votato Pisapia, ora lo sto aiutando: LOTTANDO per i miei,nostri diritti. La politica partecipata, se lo vogliamo, dobbiamo attivarlo noi. Dal Basso: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.

  8. Antonio

    vaporoso, evanescente, parolaio, esibizionista,comico,vanesio,vanitoso,narcisista, fatuo,tronfio,spaccone, immodesto, borioso, gonfio, spocchioso, vanaglorioso, gradasso, fanfarone, gasato, miles gloriosus, palloncino gonfiato, presuntuoso. COME SI FA A VOTARLO ?!

    Ps. fermatelo prima che sia troppo tardi!!!

  9. Renato Cipolla

    Un politico come Renzi che intende rottamare i vecchi politici, ma soprattutto cambiare il vecchio modo di far politica, mi ha deluso fortemente, giorni orsono, quando non rispose ad una domanda precisa fattagli da Lilli Gruber nella sua trasmissione “Otto e mezzo”: Bini Smaghi si deve dimettere o no dalla BCE?
    Il Matteo, loquacissimo come un venditore a porta a porta di enciclopedie, l’ha presa alla larga, ma se pur incalzato dalla Gruber, non ha risposto, alla facile domanda. Perché? Mi è venuto un forte dubbio, visto che la Gruber aveva premesso che Bini Smaghi fosse un concittadino di Renzi, il motivo, forse, sarà che il potente ed importante funzionario della BCE abbia sostenuto Renzi alle elezioni a sindaco di Firenze, garantendogli i voti della Firenze che conta. Probabilmente, Renzi da buon adepto di Comunione e Liberazione non ha voluto guastarsela con Bini Smaghi. Se avessi l’opportunità di rivolgere a Renzi qualche domanda gli chiederei cosa ne pensa su: precariato, diritti dei lavoratori (visto che è un fautore del Marchionne pensiero), banche, poteri forti e associazioni massoniche, fecondazione assistita, sanità, laicità dello Stato, eutanasia, conflitto di interessi, intercettazioni, libertà di stampa, ecc. sarei tanto curioso di ascoltare le sue risposte, sperando che fosse meno evasivo come nella trasmissione della Gruber dove ha dimostrato di essere un vecchio e navigato politico.

  10. Robi Serri

    Io penso che il PD con Bersani ( cioè con D’Alema ) non vincerà mai le elezioni perchè non esprime idee ( difesa dell’ambiente, modelli di integrazione tra italiani e immigrati, inserimento nel mondo del lavoro e lotta alla crisi , futuro della scuola italiana, legge elettorale, tanto per fare qualche esempio ) , posizioni ( sui referendum di giugno Bersani è salito sul carro dei vincitori non avendo mai espresso un parere chiaro ) e non motiva gli indecisi e i delusi che abbondano in tutto l’arco dell’elettorato italiano: per quale motivo un elettora dovrebbe votare il PD ? Solo perchè detesta il modello di vita proposto da Berlusconi? Mi sembra veramente poco. Per questo motivo io penso che l’entrata in scena di Renzi sia più che positiva in quanto almeno prova a proporre un modello nuovo di leader del centro sinistra ( senza un leader che ci piaccia o no perderemo sempre e comunque ) e perlomeno è giovane e vive nel mondo a differenza di buona parte della dirigenza.Anche per questi pochi motivi io sono contento se Renzi correrà per le primarie del PD.