È recentemente uscita dalla casa editrice A.Car (www.edizioniacar.it) la “biografia non autorizzata” di Fidel Castro, di Gordiano Lupi.
Lupi (Piombino, 1960) è ben conosciuto come la “voce italiana” della blogger cubana Yoani Sánchez e per una serie di libri incentrati in particolare su alcuni aspetti dell’isola caraibica: dalla musica alla religione al costume.
Da lui, seriamente anticastrista (ma ci sono ancora dei filocastristi?: “nostalgia canaglia”, cantava qualcuno…), ma contemporaneamente filocubano, ci saremmo aspettati una biografia molto “dura” nei confronti del Comandante Fidel. E invece è riuscito a raccontare in modo abbastanza distaccato vita, trionfi e miracoli (veri e falsi) del vecchio líder máximo. Dalla nascita, avvenuta il 13 agosto 1926, fino ai giorni attuali della sua inarrestabile decadenza fisica, politica, carismatica).
Conosciamo così com’era Cuba prima della Rivoluzione, e poi l’assalto alla caserma Moncada, la spedizione del Granma, le battaglie sulla Sierra Maestra, la vittoria e la conquista della guarnigione di El Uvero, il Trionfo del 1959.
E poi via via i problemi legati al governo e all’economia, i rapporti con il medico argentino Ernesto Guevara, il consolidamento della rivoluzione, i terzomondismo e l’avvicinamento all’Unione Sovietica, il fallito tentativo americano d’invasione alla Baia dei Porci, l’inquietante e pericolosissima “crisi dei missili”, la morte del “Che”, il “caso” Padilla, la condanna a morte del generale Ochoa. E ancora: i rapporti con Salvador Allende e quelli con la rivoluzione sandinista, il disastro della guerra in Angola. La repressione interna e l’embargo nordamericano, il popolo dei balseros… Fino alla caduta del Muro di Berlino, ai problemi legati all’improvvisa assenza degli aiuti provenienti da Mosca, al “Periodo Speciale”, e al passaggio del poteri al fratello Raúl. Come pure qualche squarcio sulla sua misteriosa e a volte rocambolesca vita privata…
Un libro su cui discutere, certamente. Un libro che farà discutere. Su certe pagine si potrà anche non essere d’accordo, ma bisogna riconoscere che è un testo ricchissimo di informazioni esposte in modo piano e chiaro.
È la storia di un personaggio sfaccettato, di un uomo estremamente complesso ma di straordinarie intelligenza e capacità. E di raro fascino.
E anche la storia di un’isola e di un popolo unici al mondo.
Scrive Gordiano Lupi:
“Il fascino che Fidel sprigionava sui giovani nel 1970, è andato sfumando con le nuove generazioni che conoscono la rivoluzione dalla propaganda televisiva e dai libri di scuola. Fidel Castro resta uno dei personaggi latinoamericani più importanti della storia… perché è il primo rivoluzionario che ha portato un paese ispanico a un’organizzazione sociale moderna. Per raggiungere lo scopo ha utilizzato il totalitarismo carismatico e per molti anni ha avuto il suo popolo accanto”.
Ma adesso, a quanto pare, non è più così.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.