Povera giustizia senza soldi. In 17 anni il Pil ha perso il 7 per cento mentre le spese del parlamento sono aumentate del 60 per cento. E non ci sono soldi per i magistrati di seconda fila
Io giudice di pace non pagato per aver smaltito 36 cause con un minuto d’anticipo
15-09-2011
di
Filippo Senatore
Il cancelliere dell’ottava civile parte da lontano. È un vero gentiluomo: “Ci sono dei problemi per la sua indennità del giugno scorso”. Vado in tribunale.
Quel giorno maledetto, un martedì ho dovuto sostituire il ruolo di 3 giudici. Il primo è stato trasferito in 24 ore in corte di appello. Il secondo è in missione a Roma. Il terzo ha già stabilito il calendario che devo fare un’udienza di prove. I testi arrivano da Firenze e Prato. Che fare? mi rimbocco le maniche e con un ragazzo neolaureato che lavora gratis per l’uditorato smaltiamo 36 cause in 5 ore.
La presidente di sezione il giorno dopo mi fa i soliti elogi. “Lei ha diritto alla doppia indennità, anzi la tripla visto che ha sostituito 3 colleghi”. Ma il cancelliere con la circolare alla mano del Csm del 2008 oggi con i piedi per terra mi ha fatto notare che per avere diritto alla doppia indennità bisogna dimostrare di avere lavorato 5 ore più un minuto. La prima udienza cadeva alle 9,15. Ingenuamente e fiscalmente ho chiusa l’ultima alle 14,15. Pertanto non mi spetta. Perdo 71 miseri euro per amore di patria mentre nei palazzi romani e in quelli periferici i vari Trimalcioni con mano munifica lanciano in aria monete e banconote. I liberti e gli schiavi potranno raccoglier il vil denaro, previo inchino all’autorità. Ma noi veniamo da Mazzini, d’Azeglio e Gobetti.
Mi riferisce Gian Antonio Stella che attesta come, in 17 anni, il Pil è sceso del 5% mentre le spese per Senato, Camera, presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale son aumentate del 60%.
Bibliotecario al Corriere della Sera e giudice di pace. Ha pubblicato vari libri di poesie, l'ultimo si intitola "Pandosia".