È vero che la primavera scioglie l’illusione e le immondizie ricominciano a sporcare la vita di tutti, ma intanto nella Russia gelata il deserto bianco fa sentire puliti, Cavalieri fuori dagli occhi e lontani dal cuore
L’Italia vista da Mosca: ha bisogno di una nevicata che copra le vergogne
21-02-2011
di
Daniela Miotto
Mosca – Una grande nevicata, ecco cosa ci vorrebbe in Italia. Una coltre nevosa spessa e bianca che copra tutto ciò che non vogliamo più vedere. A Mosca, quando nevica, la città diventa meravigliosa, scompare ogni bruttura, le schifezze sono finalmente coperte, non esistono più, spariscono. Non si vedono le crepe sulla strada, i marciapiedi pieni di buche, la spazzatura ammonticchiata alla meglio e i fili elettrici pericolosamente penzolanti. Le garitte della militia diventano meno inquietanti, il traffico rallenta, l’aria è più pulita e diventa quasi respirabile. Perfino le statue retoriche dell’ex-regime sovietico diventano più simpatiche, le falci e martello si scorgono appena sotto il velo bianco e anche il busto del vecchio Marx davanti al Bolscioj fa spuntare un sorriso! Questo effetto purificatore cambia la città la libera dallo sfacciato, dal sudicio e dal disordinato.
Ecco in Italia ci vorrebbe la stessa cosa. Tanta neve che per giorni e giorni scenda lenta e fitta e vada a ricoprire tutta la schifezza, la volgarità e il malcostume. Tanta neve su di un governo ormai in balia delle onde dove Ministeri e sottosegretariati vengono barattati per voti compiacenti, neve sulla fuga della Fiat negli Stati Uniti con il suo amministratore delegato senza cuore che non conosce la gratitudine, e ancora tanta neve su tutti gli scandali da basso impero che bloccano e tengono in ostaggio la vita civile. E poi ancora neve sulla disoccupazione, sulla “monnezza” di Napoli, sull’antenna del TG1, su chi confonde le donne normali con i salotti radical-chic, sulla volgarità dei soldi facili, sulle idee razziste della Lega e su tutte quelle squinzie che cantano “Meno male che Silvio c’è”.
Pensate che bello svegliarsi alla mattina e trovare tutto questo sudiciume coperto, momentaneamente sparito. Si potrebbe pensare di vivere come persone normali che hanno diritti e doveri, che pagano le tasse e ottengono in cambio servizi efficienti, che hanno scuole dove le cose funzionano, che vanno in ospedale dove non si commettono errori e che guardano la televisione che non è il megafono del loro Primo Ministro.
Qui a Mosca l’inverno è molto lungo ma prima o poi arriva il disgelo e allora tutto il bianco, il pulito scompare e si ritorna all’asfalto crepato, al disordine e al mediocre. Riaffiorano i vecchi problemi e i soliti vizi che parevano dimenticati. Sotto la neve a volte ci sono sorprese, come ad esempio le torbiere che bruciano ancora alle porte della città a ricordo di una torrida estate che ha distrutto foreste e reso irrespirabile l’aria moscovita per settimane. Quindi sotto alle neve tutto rimane uguale, non cambia nulla, è solo una speranza di cambiamento, un’illusione di breve periodo, un sogno invernale sia a Mosca che in Italia. Purtroppo.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare