Il neo-presidente del Piemonte fa il talebano contro le donne, subito imitato dal nuovo governatore cattoleghista del Veneto. La RU486 (che l’Europa usa da anni) verrà “lasciata marcire nei magazzini”, non importa se la legge dello Stato ne autorizza l’uso. Si apre una secessione che potrebbe vietare psicanalisi e agopuntura perché “non padane”. Formigoni e la Polverini si dissociano dai cattoleghisti fino a quando Bossi-Berlusconi non decideranno
La Lega proibisce la pillola: Miss Padania deve applaudire?
02-04-2010
di
Paolo Tranchina
Roberto Cota, il neo-eletto governatore del Piemonte, ha sostenuto che, dato che è contrario all’aborto, si propone di bloccare l’uso della pillola RU486, lasciandola marcire nei magazzini regionali. Meno male che non è contro la psicoanalisi perché altrimenti cercherebbe di evitare in ogni modo l’uso di sedute analitiche. E, perché, se fosse contro le terapie orientali renderebbe forse illegale l’agopuntura? E se non gli andassero a genio gli psicofarmaci di ultima generazione ne interdirebbe la prescrizione?
Lo sconfinamento della politica nelle tecniche terapeutiche è palese e assolutamente intollerabile. Il problema è che spetta alla scienza medica decidere quali rimedi sono meglio per il paziente, non all’ultimo politico di turno, altrimenti ogni libertà scientifica verrebbe sacrificata.
Se l’assoluta libertà di scelta per il medico è sancita dalla libertà di fare l’obiettore di coscienza, come si può negare il suo contrario, l’indiscutibile diritto di utilizzare il rimedio che il medico reputa, secondo scienza e coscienza, più conveniente per il suo paziente?
L’oscurantismo di queste posizioni, che sconfinano con dettami inquisitori, è intollerabile. Occorre organizzare risposte forti e articolate da parte di tutto il corpo curante per far capire a questo signore, e a chi lo sostiene, che aver vinto le elezioni non lo autorizza a sostenere che il sole a gira intorno alla terra, e non viceversa. Non basta un pugno di voti a sconvolgere leggi universali, e neppure a negare i diritti della libertà terapeutica.
Paolo Tranchina, psicologo analista a Firenze, è direttore di "Fogli di Informazione"