Storia di un professore calabrese trasferito in Romagna: 26 giorni di supplenza non bastano a pagare il letto di una pensione. Si è accampato attorno alla scuola. L’ha salvato la Caritas. Succede in uno dei Paesi che governano il “primo mondo” nel G8
La scuola ai tempi della Gelmini: supplente costretto a dormire in tenda
11-10-2010
di
G.C.
Euristeo proviene da un paese della Calabria (Rossano Calabro) e da circa 10 anni lavora nella scuola come precario tra Forlì e Cesena. Fino allo scorso anno è sempre stato nominato con incarico annuale e quindi riusciva ad organizzarsi di conseguenza. Quest’anno grazie ai disastrosi tagli “Gelmini” ha ottenuto solo 26 giorni di supplenza e questo gli ha comportato un disagio enorme. Con 26 giorni di supplenza pagati a 40€ al giorno netti è impensabile andare in albergo (il più economico è almeno di 30€ al giorno) ma del resto nessuno affitta una camera per un periodo di tempo così breve. Quindi l’unica sistemazione che gli è rimasta è stata quella di accamparsi in una tenda, con il freddo e tutti i disagi che comporta un alloggio di fortuna come quello che ha trovato. Oggi questa è la situazione della maggior parte dei lavoratori precari della scuola che a vario titolo non sono stati messi in condizione di poter lavorare in modo tranquillo e sereno.
Euristeo Ceraolo tiene a precisare che nei suoi confronti è scattata una corsa di solidarietà tra i colleghi, offrendogli riparo per la notte (e qui coglie l’occasione di ringraziarli pubblicamente: Edmondo, Monia, Giulia e Vicenzina). Ora si trova nella sede Caritas di Forlì, che ha risposto prontamente alla sua richiesta di aiuto e che ringrazia. Il suo contratto presso l’ Istituto Tecnico per Geometri di Cesena scadrà il 16 ottobre. Poi il problema sarà sempre lì, alla prossima chiamata, sperando che sia più lunga di un mese.