Nella “Storia di una passione politica” scritta da Tina Anselmi con Anna Vinci nel 2006, l’Anselmi con la chiarezza e la semplicità che Le sono proprie, scrive parole pesanti come pietre:
Dobbiamo avere la consapevolezza che noi conosciamo solo pezzi di verità, sull’assassinio di Moro, sulla P2, sulla strage della stazione di Bologna – l’elenco, ahimè, porrebbe continuare -, e che non abbiamo ancora chiarito i collegamenti tra gli uni egli altri. Siamo nel tempo della dimenticanza assurta a valore, quasi che chi coltiva la memoria sia una persona desiderosa di vendetta, piena di rancori e meschinità, ingabbiata nel passato…
Scrive anche dei “foglietti” quelli pubblicati nell’aprile 2011 a cura di Anna Vinci nel testo “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi”:
Ho scritto tante cose su quei foglietti. Ne ho ancora qualcuno. Lo tengo da parte, perché ci sono pensieri che mi hanno confortato all’epoca, mi hanno aiutata ad andare avanti. Uno di questi pensieri è: “la verità possono cercarla solo quelli che hanno la capacità di sopportarla.
Oggi, alla luce i quanto è successo e di quanto sta succedendo nel nostro Paese, possiamo dire che l’intreccio perverso ed i collegamenti degli avvenimenti citati dalla Anselmi non sono stati chiariti, ma ancor più è vero che questo Paese non ha avuto la forza di cercarla la verità e forse proprio perché ha avuto timore di non saperla sopportare.
È indubbio che sui lavori della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla Loggia Massonica P2 presieduta dalla Anselmi ed in particolare sulla Relazione finale presentata al Parlamento pesarono ambiguità e contraddizioni: il ritardo con il quale si trattò la questione in Parlamento, la modestissima partecipazione al dibattito, i rinvii ed infine un voto a larga maggioranza che si rivelò poi più come un compromesso che una reale assunzione di impegni; ed infatti il Parlamento non onorò quanto previsto dal voto e sul tutto, nonostante innumerevoli prestigiosi interventi , venne operata una ambigua azione di rimozione salvo alcuni volgari giudizi sulla Anselmi come quelli contenuti nel testo “Italiane. Dizionario bibliografico delle donne italiane” (scheda di Pialuisa Bianco) realizzato a cura del Ministero delle Pari Opportunità essendo Ministro la Prestigiacomo che consapevole o meno ne porta la responsabilità.
Dobbiamo tutti un sincero grazie ad Anna Vinci ed a quanti con lei hanno collaborato nella ricerca e nella stesura dei testi che accompagnano i “diari segreti”; è giusto per amore di verità, per senso dello Stato, per fiducia e speranza nella democrazia, riprendere in esame questa matassa di “liaisons dangereues” tra faccendieri, servizi dello Stato segreti e non, malavita, politica, finanza laica e non. Oggi, anche per merito di questo testo, possiamo verificare, con qualche prova in più, che vi furono connivenze tra coloro che per denaro e potere esercitarono o subirono ricatti determinando, consapevoli o meno, illeciti, frodi, e delitti.
È altresì d’obbligo porci alcune domande anche se possono evidentemente apparire retoriche:
- il progetto di Gelli e non solo di Gelli ha avuto seguito nella vita del nostro Paese?
- gli uomini compromessi con la P2 , a parte quelli uccisi, che fine hanno fatto?
- la politica oggi, ha la volontà di affrontare la strada della trasparenza, del rigore ed anche semplicemente della legalità?
- come vivono oggi i cittadini del nostro Paese il rapporto con la politica e dalla stessa si sentono interpretati?
Credo dovremmo riflettere tutti e cercare di dare, ognuno per quanto poco o tanto rappresenta, delle risposte; sarebbe atto di democrazia autentica , ma anche un doveroso risarcimento a Tina Anselmi per le omissioni operate nei suoi confronti e furono tante e per Lei particolarmente dolorose.
Leggendo questi “foglietti” sono chiari e percepibili il suo coraggio, il suo rigore, la sua determinazione , la ferma volontà di dare ordine ad una miriade di risposte alla Commissione spesso ambigue, distorcenti, contraddittorie ,a volte anche sottilmente minacciose , ma emerge anche la sua sofferenza umana, il senso di solitudine e la consapevolezza sempre più chiara che il lavoro della Commissione non era sostenuto, che in fondo non si desiderava fare chiarezza e che su tutto prevaleva per i politici il timore di risultare iscritti alle liste ed in rapporti con Gelli e questo nonostante l’Anselmi avesse chiaramente espresso nel suo intervento alla Camera dei Deputati del 9 gennaio 1986 che prevalente era far luce e fermare il disegno eversivo della P2 più che concentrarsi sulle liste.
Nelle liste della P2 erano iscritti troppi politici e pare che non tutti siano ancora noti ed è certamente deplorevole che questo possa essere avvenuto, ma è altrettanto chiaro che non tutti furono pienamente consapevoli dei perversi piani della Loggia, né questo li assolve; una cosa è però evidente: fu la sconfitta della politica, ma anche di quei politici che nel compromesso ritennero di essersi garantiti; invece, quello che poi è passato, è stato un progetto che ha escluso e premiato nelle forme che ancora oggi pesano nel nostro Paese.
La consapevolezza di tutto questo, più la morte di Moro, credo siano state tra le ragioni che hanno iniziato a minare la salute di Tina Anselmi che a molte di noi, sue amiche, espresse più volte la sua amarezza, la sua delusione ed un senso amaro di impotenza, qualità che non erano tipiche del suo carattere.
Chi è la Tina? Per noi donne del Movimento Femminile della D.C. è stata un autorevole riferimento politico, ma anche una amica carissima; la ricordo giovanissima con gonna scozzese, scarpe basse,senza trucco e sempre sorridente.
Moro era venuto a Treviso per sostenere la sua candidatura a Deputato; a Treviso poteva contare su circa 15.000 voti, ne mancavano 5.000, glieli raccogliemmo noi donne democristiane della provincia di Venezia che eravamo circa 5.000; i nostri amici politici veneziani si incavolarono un po’, ma noi battemmo tutte le sezioni e non solo e così anche col nostro appoggio Tina fu eletta e poi rieletta perché noi volevamo assolutamente una donna che ci rappresentasse in Parlamento.
Non ci deluse mai, la seguimmo nel suo percorso politico, la prima donna Ministro, altri Ministeri, gli incarichi nazionali ed internazionali, i forum internazionali sulle donne, ma sempre ad ogni richiesta era disponibile a venire da noi, anche nelle piccole sezioni, anche per poche persone a fare ragionamenti politici, a battersi per la condizione femminile ed a raccontarci dei suoi viaggi : gli incontri con Kennedy, con la prima astronauta in Russia, con le donne dei più sperduti villaggi africani dove, ci diceva, era meglio rispettare la poligamia perché una donna senza protezione rimaneva al bordo dalla tribù e se la mangiava il leone, e poi l’aiuto alle donne dei paesi sottosviluppati che con poco riuscivano ad attivare virtuose iniziative produttive ed ancora i suoi percorsi in tutto il mondo con i più svariati mezzi di trasporto per raggiungere persone le più diverse, le più povere, le più escluse alle quali portare solidarietà ed aiuti.
È sempre stata positiva, sanamente ironica anche verso se stessa, ha sempre scherzato sul suo vestire semplice e sui tentativi sempre respinti di cambiare il suo aspetto. Molti hanno detto di Lei che è bonaria, semplice, una contadina casualmente in politica. Non è così: non è bonaria, ma buona; non è semplice, ma chiara e precisa ed è stata soprattutto una raffinata politica, decisa e dura se necessario, ma anche abile nel sapersi muovere tra le difficoltà e le complessità del mondo del potere dove ha operato con intelligenza, accortezza e competenza, ma anche con la passione ed il coraggio che le derivavano dalla sua storia di cattolica convinta e dalla sua mai dimenticata esperienza di staffetta partigiana.
A noi donne ha insegnato molto; da Lei abbiamo imparato che la politica è servizio, che gli incarichi sia politici che istituzionali devono essere svolti con grande competenza ed assoluto rigore e che le donne possono essere una risorsa per migliorare la società. Io Le sono grata per l’impegno politico condiviso, per l’amicizia anche personale, era presente alle mie nozze e per la dedica nel testo “Storia di una passione politica” – ” a ricordo di una vecchia, ma sempre giovane amicizia – Tina 30.5.2006″.
Abbiamo presentato quel testo, illuminante su di lei, a Mestre il 23 maggio 2006 in accordo tra gli Editori Sperling & Kupfer ed il Comune di Venezia; erano presenti il Sindaco di allora Massimo Cacciari, Maria Teresa Sega dell’Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza ed io a quel tempo Assessore alle Politiche Educative e c’era lei – Tina Anselmi – a condividere con noi la storia della sua passione politica.
Non potrà invece essere con noi il prossimo 23 settembre quando a Mestre alla ore 17 al Centro CulturaleCandiani presenteremo i suoi “diari segreti” in un incontro organizzato dal PD provinciale di Venezia e dove Anna Vinci, il magistrato Giuliano Turone ed altri approfondiranno ed indagheranno su questa parte ancora oscura della vita del nostro Paese, che, per merito di Tina Anselmi, non ci è consentito di dimenticare.
Anna Maria Giannuzzi Miraglia, più volte assessore al Comune di Venezia: sicurezza sociale, turismo e commercio, politiche educative. Ha fatto parte del consiglio della Biennale, attualmente è presidente dell'Istituzione Centri Soggiorno, sempre del Comune.