Mosca – Nel vecchio palazzo in cui abito tutte le porte delle abitazioni sono blindate tranne una. Al secondo piano ce n’è una stranissima, imbottita, trapuntata in finta pelle, vecchia, logora con due campanelli piccolissimi in ceramica attaccati con un filo elettrico a cordone che sembra provvisorio da chissà quanti secoli. Passandoci davanti mi sono sempre chiesta chi potesse abitare lì. Ieri, rientrando, ho incontrato una anziana signora, una babuska (una nonna), con la giacca lisa di molte taglie più grande, infagottata in indumenti senza tempo. Arrancava sulle scale con delle pesanti borse della spesa. A gesti mi sono offerta di aiutarla. All’inizio mi ha guardata male, forse pensava volessi rubarle la spesa, poi ho provato con qualche parola francese “Madame, maison…” lei ha borbottato qualcosa in russo (lingua fa apparire dure e sgarbate tutte le parole) ed ha accettato l’aiuto.
È arrivata proprio alla misteriosa porta e ha aperto, uno spiraglio, una fessura da cui ho potuto vedere l’interno. Pochi minuti, il tempo di posare le borse, uno stirato sorriso e nel frattempo una mia occhiata alla casa, una foto del passato. Doveva essere una kommunalka tanti anni fa. Una casa in comune tra più famiglie. I muri ricoperti da varie carte da parati sovrapposte, logore, strappate. Un filo reggeva una lampadina a basso consumo al centro dell’ingresso. Per terra un cartone per non bagnare, con le scarpe fradicie, il pavimento. Mi ha subito liquidata con un “spaciba” e richiuso la porta in fretta e furia. In tutto il mondo esistono anziani che vivono in ristrettezze economiche, qui a Mosca non è certo l’eccezione, ma questa vecchietta mi ha fatto riflettere su come una persona può essere frastornata dagli anni che passano, dal susseguirsi degli eventi. Deve aver vissuto tutto: può avere creduto nella rivoluzione comunista e poi essere stordita dalla sua applicazione.
Per sopravvivere poteva esser diventata una delatrice, “spiona” del KGB, così la mia fantasia ha cominciato a galoppare. Chissà come ha vissuto tutti i cambiamenti? I tempi bui di Breznev e dei successori, la speranza in Gorbaciov e la fine dell’Unione Sovietica e gli ultimi anni che hanno stravolto la vita russa, l’ascesa dei nuovi ricchi tamarri e cafoni, l’arrivo degli oligarchi corrotti: in poco tempo da un calesse ad una Ferrari (anche se penso che la vecchietta non sappia proprio cosa sia). Riflettendo sulla casa della kommunalka, ho pensato a come Mosca è cambiata. Anni fa il regime sovietico obbligava le persone a vivere insieme senza privacy condividendo stanze, umori e vergogne, mentre oggi anche qui in Russia, spopola DOM-2 (Il “grande fratello russo”) dove la convivenza festaiola viene esibita senza pudori in tv.
La trasmissione è presentata da una ragazza biondissima, Paris Hilton locale, e ha come scopo la celebrità, costi quel che costi. Guardando la Tv la vecchia signora penserà che la gente è diventata matta lei che sceglie di sopravvivere segregata e senza privacy senza esserne obbligata. Ho letto sui giornali italiani che sta per iniziare l’ennesimo ciclo della stessa trasmissione anche in Italia e che giovani proletari dello show-business fanno a pugni per entrare nella “casa comune”. Chissà cosa cercano i ragazzi dall’allegria forzata: fama successo illusioni?
In Russia, le “case comuni” sono una risorsa non solo televisiva. L’ultima idea del responsabile della Protezione Sociale moscovita è l’eco-città per gli anziani nella sperduta e squallida periferia urbana. Praticamente una deportazione di massa per liberare nel centro città abitazioni statali appetibili da aprire al mercato immobiliare speculando sui prezzi. Il problema è che gli affaristi stanno ristrutturando per rivendere gli appartamenti svuotati dagli ingombranti vecchietti ma nessuno di loro è interessato a costruire i piccoli campi di concentramento a decine di chilometri dalla città. Perché non trasferire i pensionati dalle tasche vuote nella casa del grande fratello, comparse sbalordite del gioco su soffici divani ? Un po’ di bella vita, finalmente.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare