Le donne non piacciono al PD?
30-11-2009
di
Giancarla Codrignani
Ci era stato raccontato che nello statuto del Partito Democratico stava scritto che gli incarichi ufficiali dovevano seguire la regola del 50/50. Coerente è stata la nomina di una presidente (Bindi), di un segretario (Bersani), di un uomo e una donna come vicepresidenti (Sereni e Scalfarotto). Anche la segreteria “sembra” rigorosamente paritaria: 6 a 6 (con un coordinatore uomo!). Uomo anche il tesoriere. Poi, la frana. Commissione di garanzia: 2 donne e 7 uomini; Segreterie regionali: 2 donne e 19 uomini; Presidenze dei forum: 3 donne e 19 uomini….. Diranno che lo statuto consente queste (s)proporzioni e sarà vero, ma non è così che si onora quella democrazia “che comprende le donne” e che fa sì che in molte desiderino partecipare. Infatti ci si rinfaccia che è difficile trovare nomi femminili da mettere nelle liste elettorali perché le donne “si negano”: evidentemente dovremmo essere così stupide da fare le seconde parti in perdita.
Anche a livello locale le cose tornano al gioco dell’oca: nel Coordinamento regionale dell’Emilia ci sono 2 donne e 9 uomini, nell’Esecutivo su 17 membri le donne sono 7, mentre dei 4 invitati permanenti una sola è femmina. Congratulazioni! e auguri per le elezioni provinciali e dei Circoli
D’altra parte in Europa non va meglio (anche se là nessuno ha impegnato gli statuti). L’Unità il 25 novembre ha intitolato “L’onda rosa arriva a Strasburgo”, per dire che la Commissione europea risulta composta di ben 9 donne e 13 uomini. Ma le tre precedenti commissarie, certe che le cose si mettevano male, hanno dovuto denunciare pubblicamente che “l’Europa non può permettersi di usare solo i talenti, le idee e le esperienze di metà dei cittadini”.
Il principio maggioritario sarebbe la regola aurea delle democrazie. Per il rapporto uomo/donna non si dovrebbero dare problemi: ovunque in Europa le donne sono almeno il 51% degli elettorati. La minoranza!
Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature