Radio Padania apre le trasmissioni suonando Bandiera Rossa: "Abbiamo cambiato inno per rispettare la volontà popolare". Crisi del Pd? Rosy Bindi: "Se questa è la crisi vorrei essere sempre in crisi così". Cicchitto, uomo del Cavaliere alla Camera (entrambi tessera P2): "Tre anni fa abbiamo perso alle amministrative e stravinto alle politiche con la guida di Berlusconi. Dobbiamo aprire un dialogo con Casini, in certi città ha votato con noi. Il terzo polo non esiste". Perché Pisapia, De Magistris e Zanda hanno sconvolto le alchimie dei partiti? Forse perché le "utopie" di Nichi Vendola stanno diventando la speranza dell'opposizione democratica
Le voci della vittoria – Hanno vinto i candidati scelti nelle primarie, hanno perso i candidati scelti a Palazzo Grazioli
30-05-2011
di
Antonio Mezzogiorno
Perché Berlusconi è stato travolto? Chi lo difende e si accende come un cerino sconsiderando la volontà della gente che va a votare, le rabbie dei ragazzi che non vedono il futuro, il disgusto dei balletti e delle bugie. Non è stato bocciato solo il Cavaliere, è stata bocciata la legge elettorale di Calderoli, candidati scelti da quattro segretari di partito i quali escludono la volontà degli elettori. Domenica hanno deciso in libertà ed è andata così. Per la prima volta “il popolo” dietro al quale da 14 anni Berlusconi si nasconde per difendersi dall'”arroganza dei magistrati”, questo popolo ha respinto la strategia della paura per aprirsi alla speranza. Non è una rivoluzione, solo la constatazione che non esiste l’Italia di plastica disegnata da ministri e onorevoli di Berlusconi: il paese ha problemi concreti e sceglie chi affronta la realtà. Si apre la caccia ai padri della vittoria: Nichi Vendola non è solo l’artefice di questo cambiamento, ma è autore della proposta fondamentale che rovescia la politica dei vertici promuovendo protagonista la base senza nome.
Gli sconfitti nascondono malamente il trauma. Ricordate Maurizio Lupi, protagonista rumoroso di ogni trasmissione tv, difensore senza paura di un leader che fa ridere il mondo? Per la prima volta prende in considerazione la proposta gotica (per la destra) di Giuliano Ferrara: in ottobre convegno nazionale riparatore del Partito della Libertà. Si vota non per acclamazione chi dovrà guidare il partito finora partito azienda; scrutinio segreto anche per i coordinatori regionali. E quando Ferrara si lascia andare al rimprovero di un Berlusconi “che ha sbagliato tutto” e lascia cadere la proposta di elezioni primarie, il povero Lupi (“figlio di operaio, cresciuto in periferia, fervente credente e padre di famiglia affettuoso”) si appoggia alle corde: “Primarie? Non le ho ancora prese in considerazione”.
Cicchitto, guida del partito alla Camera e confratrello P2 del Cavaliere, ripete le giaculatorie del suo maestro: “Sono solo elezioni amministrative. Quattro anni fa le abbiamo perse, eppure pochi mesi dopo trionfo nelle elezioni politiche sotto la guida diretta del Cavaliere”. Programmi per il futuro? “Aprire il dialogo con Casini: al primo turno molti suoi candidati sono stati eletti nella nostre liste. Dialogo solo con l’Udc: il terzo polo non esiste”. Ma appena gli parlano di Zedda, sindaco giovanissimo del centro sinistra che strappa Cagliari alla destra dopo vent’anni, le voci della destra tirano un sospiro di sollievo. “È successo qualcosa di micidiale: i due grandi partiti sono stati dimenticati a Napoli e Milano. La frammentazione può sgretolare l’Italia. Noi e il Pd abbiamo il dovere di impedirlo”.
Bende d’occasione per tamponare la ferita. Le aprole di Pisapia respingono la paura di una Milano-Stalingrado: “La gente ci ha votato, rispettiamo la gente ma voglio essere il sindaco che accoglie le proposte intelligenti di chi non mi ha votato”. Le voci di Salvini (fino a ieri candidato vice sindaco per la Lega, in zona Cesarini Bossi lo sostituisce con Castelli), anche la voce di Salvini è da funerale: “Molti milanesi che votavano per noi non sono andati a votare: troppe polemiche, Br contro magistrati e mai un discorso serio di che cosa ha bisogno Milano. Bisogna rimettersi al lavoro”.
Silenzio profondo del Bossi abbandonato da troppi elettori. Il silenzio di Berlusconi arriva dalla Romania. Radio Padani apre le trasmissioni suonando bandiera rossa: “Inno cambiato per rispettare la volontà del popolo”. Aria di uno scherzo che forse nasconde qualcosa. Berlusconismo finito? Governo che cade? Neanche per idea, “abbiamo una maggioranza solida in parlamento, reagiremo come sappiamo fare”. Cicchitto sembra un terzino del calcio di 40 anni fa. L’amarezza di Giuliano Ferrara paragona Berlusconi al manichino pallido di un museo delle cere: deve ritrovare l’entusiasmo del ’94 e non sperdersi nelle paludi delle Santanché. Zanda, il sindaco giovane di Cagliari inventato da Vendola, dà lezione di eleganza alle facce tirate dei berluscones: “Ho vinto col 60 per cento, prego il quaranta che non mi ha votato di considerarmi il loro sindaco: porta aperta per le idee che ci fanno vivere meglio”.
Abbiamo liberato Milano, abbiamo liberato Napoli, ma vogliamo governare assieme a tutta la città: De Magistris e Pisapia rispondono con le stesse parole. Nord e Sud finalmente più vicini.