Grazie alla trasmissione Omnibus abbiamo avuto il piacere di conoscere il giornalista Vittorio Macioce, che non avevamo ancora visto nei talk show. Non che ne sentissimo proprio la necessità, ma il genere umano è così vario che riserva sempre qualche sorpresa. Nel caso specifico, trattandosi di un professionista del Giornale, quindi dipendente di quel trucido Sallusti ben noto alle patrie tv, dobbiamo riconoscere che non ci aspettavamo niente di straordinario. E invece il Macioce è riuscito a sorprenderci con gli effetti speciali del suo berlusconismo. Cioè dicendo che il bunga bunga non è peggio degli altri sistemi di reclutamento del personale politico nel nostro Paese. Sicché, pur di difendere Berlusconi (che casualmente è il suo editore), i vari Macioce gettano fango sull’Italia tutta; dai tanti militanti che lavorano disinteressatamente per il Paese, alle donne che evidentemente, secondo lui, non possono nutrire ambizione maggiore che prostituirsi per farsi eleggere.
Per salvare il sultano ci vorrebbe una macchina del tempo
Ogni tanto dal corpo ben nutrito del Pdl si segnala un pragmatico della madonna come l’onorevole Luigi Vitali. È l’uomo che ha proposto la prescrizione breve per gli incensurati che abbiano più di 65 anni. Ha dimenticato solo di dire che devono anche avere la pelata asfaltata e portare le scarpe coi tacchi e l’identikit era completo. Ma lui, come già i vari Cirami, ha subito precisato che la norma varrebbe erga omnes e se poi dovesse andar bene anche a Berlusconi, pazienza, lui non ci può fare niente. Comunque, non ha dimenticato di far sapere che gli piacerebbe diventare sottosegretario alla giustizia nel governo Scilipoti. Speriamo che l’onorevole Vitali venga invitato a qualche talk show, così, per darci l’occasione di conoscerlo. E con lui magari anche l’altro genio che ha avuto l’idea di anticipare la nascita di Ruby di due anni. Praticamente è l’invenzione della macchina del tempo che servirebbe a Berlusconi per durare in eterno.
Berlusconi cameriere s’inchina ai dittatori: il cliente ha sempre ragione
Le immagini del primo ministro italiano che, in pieno Parlamento, si mette il fazzoletto verde al taschino, per compiacere un partito che si batte per l’indipendenza dall’Italia, fa il paio con il bacio sulla mano dell’ex (speriamo) dittatore libico. Berlusconi, del resto, mira sempre a compiacere il cliente e in ogni occasione fa mostra di complicità, confidenza, familiarità e perfino intimità con chiunque. Ammicca, tocca, palpeggia, abbranca, si appoggia e compie, magari anche con lo sguardo, ogni altro atto molesto. E tutto questo davanti alle telecamere, che sono sue (anche se le paghiamo noi) e devono trasmettere al popolo la sensazione della sua licenza. Tanto poi ci pensano i giornalisti dipendenti a spiegare che un miliardario non è mai maleducato, ma solo spontaneo. Ed ecco perché Berlusconi, come ha mostrato anche ieri, non è a suo agio ai funerali di Stato, dove non può neanche raccontare barzellette e salutare tutti con il suo simpatico invito al bunga bunga.
Conduttori (e sondaggisti) a targhe alterne
La recente proposta del Pdl per la tv ha una sua antica ignobiltà. Da tempo ormai la destra vuole mettere il bavaglio a chiunque non sia allineato agli interessi del capo. Dopo l’editto bulgaro che tormentò gli ultimi anni di Enzo Biagi, ma lasciò vivo Santoro, fu avanzata la proposta della doppia conduzione. Ossia, un giornalista di sinistra e uno di destra, o magari uno intelligente e uno scemo, uno alto e uno basso (giusto per compiacere il capo). L’importante è impedire che quello di sinistra riesca a far sapere certe cose. Tipo, per esempio, quello che ci ha detto Pagnoncelli a Ballarò e cioè che il boss è in declino e solo la Lega lo tiene a galla. Ma la novità dell’ultima proposta per i talk show Rai è la conduzione alternata: una settimana a Tizio e l’altra a Caio. E, una volta passato il principio in tv, si potrebbe stabilire che anche i professori, per dire, si alternino politicamente e magari gli scrittori, i pittori, i registi e ovviamente i giudici! Basta che resti al suo posto solo il boss dei boss.
Aiuto! C’è Borghezio in casa nostra
Come noto, la tv non è un tubo attraverso il quale un contenuto viene immesso per arrivare a casa nostra tale e quale. La tv trasforma quello che trasmette, ma trasforma anche chi riceve e perfino chi trasmette. Basta vedere come il mondo arabo in questi giorni si rivolge a noi attraverso il video: i cosiddetti ribelli accolgono festosamente gli inviati e raccontano quello che è successo, o quello che vogliono si sappia. Al contrario, i governativi sembrano ostili agli stranieri perché non vogliono essere riconosciuti per quello che hanno fatto o faranno. Gheddafi, però, ha ricevuto i giornalisti al bar, conciato come sempre da Gloria Swanson, con un assurdo cappellino sui riccioli tinti e la faccia piena di rughe tirata in un tentativo di sorriso che è risultato un ghigno terrificante. Tutto questo lo abbiamo visto a casa nostra, dove un tempo facevamo entrare solo chi ci piaceva e ora si infila perfino il ceffo di Borghezio; proprio lui che urla lo slogan «padroni a casa propria».
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.