Mario Lavagetto, “Quel Marcel! Frammenti della biografia di Proust”, Einaudi
Mario Lavagetto (Parma, 1939) è uno dei più importanti e geniali critici letterari italiani. Ha insegnato all’Università di Sassari e in quella di Bologna, ove ha approfondito lo studio dei suoi autori più amati, tra i quali Saba, Proust, Balzac, James, Svevo, Barilli e Calvino. Raffinatissimo traduttore ha a lungo indagato sul rapporto tra creatività letteraria e psicanalisi. Tra i suoi libri ricordiamo La gallina di Saba, L’impiegato Schmitz e altri saggi su Svevo, Freud, la letteratura ed altro, Stanza 43, La cicatrice di Montaigne, La macchina dell’errore, Eutanasia della critica.
Ora, presso Einaudi, esce Quel Marcel! Frammenti dalla biografia di Proust, una rilettura dell’autore della Recherche attraverso non solo la sua opera ma “dentro” l’autore stesso.
E la prima immagine che ci viene offerta è quella di una fotografia: “Marcel Proust è il primo a sinistra in seconda fila. Tiene il capo reclinato e guarda con intensità l’obiettivo. Ha il viso ovale; i capelli scuri pettinati in avanti; la frangia sulla fronte; la bocca socchiusa; le palpebre abbassate sugli occhi sensuali e ostinati”…
Ecco, un’immagine. Un’immagine per cercare di scoprire, in quel liceale diciassettenne, i tratti di chi diventerà uno dei più importanti autori della letteratura europea del Novecento.
Ma non basterà certo una foto. Bisognerà mettersi in viaggio, guidati dalle pagine del bellissimo saggio – sorta di Guida Michelin per proustiani – di Mario Lavagetto.
Un viaggio, o meglio, come il critico stesso scrive, un “inseguimento” durato anni. E poi letture, raffronti, “investigazioni”, studi, analisi, ancora riletture, nel tentativo di decifrare un libro – la Recherche – che diviene una grande “trappola” per l’interpretazione stessa (Deleuze aveva scritto che il narratore di quel libro-mondo, “è simile a un ragno in agguato ai margini della sua tela che vibra”. Sta lì, in attesa della sua preda, che siamo noi.)
Un libro che è dunque un viaggio, sì, per noi lettori, che ci mostra luoghi della mente sconosciuti, cime irraggiungibili, paesaggi della cultura completamente nuovi o inattesi.
Un viaggio dentro la Recherche, dentro Proust, dentro la cultura. E dentro di noi, anche.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.